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Home News news Sviluppo Sostenibile Cattive notizie per la vulnerabilità di persone e territori più esposti al cambiamento climatico

Cattive notizie per la vulnerabilità di persone e territori più esposti al cambiamento climatico

Francesca - Ufficio Programmi
2 Marzo 2021
news Sviluppo Sostenibile

Il 26 febbraio 2021 l’organismo delle Nazioni Unite che segue l’applicazione degli accordi di Parigi sul cambiamento climatico (UNFCCC) ha pubblicato il rapporto sullo stato attuale dei piani nazionali di azione per ridurre le emissioni di gas serra e approntare misure di adattamento (come quelle contro il dissesto idrogeologico). Il rapporto iniziale di sintesi sui contributi determinati a livello nazionale (NDC Synthesis Report) copre i contributi nuovi o aggiornati forniti entro la fine dello scorso anno dai 75 Paesi firmatari dell’Accordo di Parigi, che rappresentano circa il 30 per cento delle emissioni globali di gas ad effetto serra.
 
Il rapporto non è positivo. L’impatto combinato pone i 75 Stati su un cammino che prevede la sola riduzione delle emissioni dell’1% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2010.  Il Comitato intergovernativo sui cambiamenti climatici ha per contro indicato che le emissioni dovrebbero ridursi del 45% per consentire il raggiungimento dell’obiettivo 1.5°C.
 
I principali messaggi che emergono dal rapporto sono:

  • Siamo molto lontani da dove dovremmo essere per conseguire i traguardi fissati dall’Accordo di Parigi.
  • Vanno adottate adesso le decisioni per accelerare ed ampliare l’azione climatica dovunque. Non c’è più tempo.

Cattive notizie quindi per le persone e i paesi più esposti al cambiamento climatico, e per tutto il nostro pianeta. Gli eventi metereologici estremi e caotici aumenteranno con impatti drammatici per la vita dell’umanità. Ma continuiamo a correre verso il burrone. FOCSIV chiede una accelerazione della transizione ecologica e un maggiore impegno di cooperazione internazionale.

Il rapporto presentato è intermedio, a cui seguirà un secondo rapporto, da pubblicare prima della COP26, che possa includere i contributi (NDC) di emettitori importanti quali Stati Uniti e Cina. Inoltre, i Paesi che abbiano già presentato i propri contributi, nuovi o aggiornati, possono ulteriormente rivederli e presentarli per il secondo rapporto.
 
I 75 Paesi che hanno presentato contributi per questo rapporto iniziale sono: Andorra, Argentina, Australia, Bangladesh, Brasile, Brunei Darussalam, Cambogia, Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Repubblica Democratica Popolare di Corea, Repubblica Dominicana, Ecuador, Etiopia, Unione Europea e i suoi  27 Stat Membri, Fiji, Grenada, Giamaica, Giappone, Kenya, Maldive, Isole Marshall, Messico, Moldova, Mongolia, Monaco, Nepal, Nuova Zelanda, Nicaragua, Norvegia, Panama, Papua Nuova Guinea, Peru, Repubblica di Corea, Russia, Ruanda, Senegal, Singapore, Suriname, Svizzera, Tailandia, Tonga, Regno Unito, Emirati Arabi Uniti, Uruguay, Vietnam, Zambia. 
 
Il Rapporto è pubblicato su: UNFCCC website.

Qui di seguito riportiamo la Dichiarazione del Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Gutierrez relativa al Rapporto di sintesi UNFCCC sui contributi determinati a livello nazionale

“Il 2021 è un anno decisivo nella lotta all’emergenza climatica globale. La scienza è chiara, per limitare l’aumento della temperatura globale occorre tagliare le emissioni globali del 45% entro il 2030 dai livelli del 2010.
 
Il rapporto intermedio del UNFCCC costituisce una allerta rossa per il nostro pianeta, che dimostra la distanza che ancora esiste per i governi rispetto al livello di ambizione necessario a limitare il cambiamento climatico a 1,5 gradi e conseguire gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
 
Occorre un più ambizioso cambio di passo da parte dei maggiori emettitori verso gli obiettivi di riduzione per il 2030 nei loro contributi determinati a livello nazionale, ben prima della Conferenza ONU sul clima di Glasgow di novembre. Il momento è adesso.
 
La coalizione globale impegnata sulle “emissioni nette zero” entro il 2050 registra adesioni crescenti di governi, imprenditori, investitori, città, regioni e società civile. I piani di ripresa dal COVID-19 offrono l’opportunità di una ricostruzione più verde e più pulita. I politici devono attuare quanto predicano.
 
Agli impegni di lungo periodo devono accompagnarsi azioni immediate per il varo di un decennio di trasformazioni di cui le persone e il pianeta hanno un disperato bisogno. “

Per approfondimenti si veda qui


  

Tags: Accordi di Parigi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile
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