Chiediamo una tassonomia per la giustizia climatica
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In questi giorni c’è un grande dibattito sulla tassonomia verde proposta dalla Commissione europea. La tassonomia è un sistema di classificazione che servirà nei prossimi anni a identificare in maniera chiara le attività economiche sostenibili a livello ambientale in Unione Europea. Di conseguenza gli investimenti e i finanziamenti dei prossimi anni per la transizione ecologica dovrebbero andare a sostenere proprio quelle attività indicate dalla tassonomia e non altre.
Come FOCSIV ci interessa il dibattito perché se abbiamo a cuore le condizioni di vita delle popolazioni più vulnerabili al cambiamento climatico, tra cui i migranti ambientali (come analizzato in diversi documenti del progetto Volti delle migrazioni: FoM_paper – FOCSIV), abbiamo bisogno di una tassonomia chiara, efficacie e coraggiosa che escluda le fonti fossili e false soluzioni come il nucleare.
Ricordiamo che i paesi ricchi hanno una grande debito ecologico verso le popolazioni del Sud. L’emissione dei gas serra, che viene in grande parte dai paesi ricchi, sta colpendo e colpirà sempre di più le comunità più vulnerabili e impoverite dell’Africa, America Latina e Asia. Se si vuole realizzare la giustizia climatica è necessario che l’Unione Europea mostri responsabilità e coraggio adottando una tassonomia realmente verde.
Per questo ci fa piacere divulgare una analisi condotta dal think Tak Ecco (Tassonomia: il gas vince sulle rinnovabili e depotenzia la finanza sostenibile – ECCO (eccoclimate.org)), di cui riportiamo qui i principali messaggi, invitando a scaricare il relativo policy brief.
- La Commissione europea ha pubblicato la bozza del nuovo atto delegato della tassonomia verde, che include gas e nucleare. L’Italia dovrebbe rispondere alla consultazione opponendosi a questa inclusione, sia per motivi di merito tecnico-scientifici che di inadeguatezza rispetto ai fini dello strumento.
- Gas e nucleare non hanno posto in una tassonomia verde. La loro inclusione mina l’efficacia della tassonomia stessa. È invece auspicabile un dibattito serio per stabilire a quali condizioni e in quali settori queste tecnologie possano giocare un ruolo di transizione. Ma lo strumento della tassonomia verde, il cui fine è fornire chiarezza alla finanza privata sulla natura sostenibile di una tecnologia, sicuramente non è quello adatto.
- Entrando nel dettaglio della proposta, le condizioni poste perché nuove centrali a gas fossile siano considerate verdi risultano inadeguate nella pratica e inefficienti. In particolare, andrebbe come minimo rimossa la clausola di emissione altamente permissiva di 550kg di CO2e per kW installato su 20 anni.
Scarica il policy briefing completo in versione PDF, qui.