Diritti umani e impresa, verso una regolamentazione degli attori economici?

Fondazione Finanza Etica, Mani Tese e Society for International Development (SID) promuovono il Workshop nazionale “DIRITTI UMANI E IMPRESA, verso una regolamentazione degli attori economici?” in programma il 4 ottobre alle ore 10.30 presso la Fondazione Lelio Basso a Roma. L’iniziativa è organizzata con il sostegno di FOCSIV.
Da almeno due decenni il settore privato si è affermato come attore importante nei processi di policymaking e la sua presenza, anche su scala globale, viene sempre più agevolata dai singoli governi e da accreditate agenzie ed istituzioni internazionali. La convinzione diffusa associa il ruolo delle imprese, e la loro partecipazione nei processi di governance pubblica, all’accrescimento del benessere sociale. Il paradigma pubblico-privato, già affermato con i Millennium Development Goals (MDGs) fino al 2015, trova oggi nuova linfa in virtù dell’agenda dei Sustainable Devlopment Goals (SDGs) destinata a modellare le politiche dei Paesi su scala globale fino al 2030.
A fronte di questo approccio strategico, che informa ormai anche le politiche di cooperazione internazionale, capita con una certa frequenza di intercettare sui media notizie che riportano casi di abusi sull’ambiente e di violazioni dei diritti umani da parte delle grandi imprese multinazionali. Dalle estrazioni di minerali in zone di conflitto, ai finanziamenti da parte delle banche a megaprogetti che generano danni alle comunità indigene, al ricorso a forme di lavoro forzato nella catena di produzione di merci esibite nei supermercati europei – quasi nessun settore è escluso dalla lista delle aziende responsabili di storie assai poco virtuose, nel perseguimento delle loro politiche industriali e commerciali.
Pur nel contesto di una globalizzazione economica molto spinta, il potere e la capacità di influenza delle grandi corporations, entrambi ampiamente documentati, non trovano ancora il contrappeso di un quadro normativo che fissi le regole della responsabilità legale del settore imprenditoriale, anche quando le sue attività producono esternalità negative sui diritti umani e sull’ambiente. La situazione è ancora più incerta quando le imprese operano nei paesi del Sud del mondo, dove i sistemi legali sono più fragili, e la possibilità di ricorso alla giustizia per le vittime assai più ridotta.
Lo scenario di sostanziale immunità dei grandi attori economici multinazionali è da anni all’attenzione del mondo accademico, della società civile, e anche di alcuni governi. Il dibattito intergovernativo su questo vuoto normativo ha vivacemente investito le Nazioni Unite. Nel 2011 l’ONU – dopo un processo negoziale che ha coinvolto stati membri, società civile e rappresentanze delle imprese – ha licenziato i Principi Guida su Imprese e Diritti Umani (UN Guiding Principles on Business and Human Rights, UNGP).
Diversi Stati membri delle Nazioni Unite, tuttavia, hanno considerato il dispositivo dei Principi Guida uno strumento insufficiente sul terreno del rapporto tra business e diritti umani, soprattutto per l’approccio esclusivamente volontario che esso legittima. Per questo hanno promosso in seno al Consiglio dei Diritti Umani, nel 2014, una risoluzione votata a maggioranza con l’intento di istituire un Gruppo di Lavoro Inter-Governativo delle Nazioni Unite (Inter-Governmental Working Group, IGWG) sul tema. Il mandato dell’IGWG mira ad elaborare una regolamentazione vincolante delle imprese trans-nazionali (e delle altre imprese private) in relazione ai diritti umani – e alle norme internazionali che li sanciscono.
Dopo due sessioni a Ginevra per la preparazione di un nuovo strumento vincolante, l’IGWG è giunto a una fase cruciale. Nel mese di Ottobre 2017 la terza sessione del Gruppo di Lavoro mira all’obiettivo di trovare un accordo sulla bozza di testo messa a punto dalla presidenza dell’Ecuador, sulla base della riflessione propedeutica e dei molteplici contributi dai diversi attori coinvolti durante le due sessioni negoziali preparatorie del 2015 e 2016.
Nonostante sia stato istituito nel 2014, Il Gruppo di Lavoro rimane un’esperienza quasi del tutto sconosciuta in Italia. Non solo all’opinione pubblica, ma anche agli ambienti della politica e della società civile del nostro paese. Del resto, appare assai debole l’interesse dei mezzi di informazione a questo tema.
Va specificato che nel 2014 il governo italiano, al pari di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea, votò contro la costituzione dell’IGWG su business e diritti umani. Appare plausibile, e necessaria, l’esigenza di aprire un dialogo pubblico sulla posizione dell’Europa – Italia compresa – in questo delicato ambito.
Il workshop “Diritti Umani e Impresa verso una regolamentazione degli attori economici?”, organizzato alla vigilia, e a sostegno, della terza sessione del gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite (Ginevra, 23-27 Ottobre 2017), intende muovere un passo importante in questa direzione. Il workshop è rivolto agli esponenti del Parlamento e del Governo italiano, alla società civile e alle Ong, ai sindacati, nonché agli Stati Membri dell’IGWG attraverso le loro rappresentanze permanenti a Roma, presso la FAO e/o la Santa Sede.
Il workshop è organizzato con il sostegno di Amnesty International Italia, Campagna Abiti Puliti, Cospe, Fair, Fairwatch, Focsiv, Human Rights International Corner (HRIC).
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A causa del numero di posti limitato, è gradita la registrazione:
Angela Zarro: azarro@sidint.org; Nicoletta Dentico: nicolettadentico@libero.it