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Home News I negoziati per l’estrazione dei minerali critici. Seconda parte.

I negoziati per l’estrazione dei minerali critici. Seconda parte.

Segreteria
10 Giugno 2025
News

Fonte immagine IGF’s 20th Annual General Meeting (18-20 November 2024): Overview · Indico.UN

Ufficio Policy Focsiv – Dopo aver presentato la prima parte  (I negoziati per l’estrazione dei minerali critici. Prima parte. – Focsiv) della discussione tenutasi nella 20ª Assemblea generale annuale (AGM) del Forum intergovernativo sulle miniere, i minerali, i metalli e lo sviluppo sostenibile (IGF) | Bollettino dei negoziati terrestri dell’IISD, concludiamo qui la sua descrizione con le sessioni dedicate alle politiche fiscali, alle persone e al genere, agli standard globali, alla protezione della natura, ai minerali non metallici, al dialogo regionale, alle tecnologie dirompenti, e infine sui percorsi futuri.

Nella sessione sulle politiche fiscali per incentivare l’aggiunta di valore, la moderatrice Naadira Ogeer, del Segretariato del Commonwealth, ha esortato i governi a intensificare il loro impegno: “per chiarire a cosa stiamo rinunciando e cosa stiamo ottenendo in cambio”. In tal caso si è discusso di come le misure di politica fiscale adottate per incentivare l’industria mineraria possano non esserere eccessivamente rigorose perchè rischiano di erodere il valore o scoraggiare del tutto gli investimenti. D’altra parte come ha detto un esperto, “Siamo uomini e donne che si sono uniti con un unico obiettivo: come possiamo garantire che l’estrazione mineraria sia più responsabile“.

La sessione dedicata a mettere le persone al primo posto, è iniziata con una presentazione di Thelma Halim, Segretariato dell’IGF, sul recente aggiornamento del Mining Policy Framework (MPF), con disposizioni rafforzate sui diritti umani. Sono quattro le dimensioni dei diritti umani nell’industria mineraria: il dovere dello Stato di proteggere; la due diligence delle imprese sui diritti umani; i diritti dei popoli indigeni, compreso il consenso libero, preventivo e informato (FPIC); e una partecipazione significativa delle comunità interessate in tutte le fasi dei progetti. A tal proposito Tatiana Alarcon, della Engineers Without Borders Canada, ha presentato la Guida per la divulgazione sulla due diligence dei diritti umani negli appalti del settore minerario.

Nella discussione sull’uguaglianza di genere, Hasana Jummai Shaaba, nigeriana, ha descritto le iniziative politiche volte ad affrontare le barriere sociali, economiche e politiche che impediscono alle donne di partecipare o di beneficiare equamente dell’industria mineraria. Katherine Maldonado, membro del consiglio di amministrazione della Rete nazionale dei comitati di monitoraggio partecipativo in Perù, ha descritto come le donne abbiano assunto un ruolo attivo nel monitoraggio delle operazioni minerarie peruviane. Javier Silva, della Sociedad Química y Minera (SQM), ha discusso di un partenariato pubblico-privato cileno che co-crea interventi sociali volti a migliorare la salute delle donne, l’indipendenza economica e la partecipazione al lavoro nel territorio di Atacama La Grande.

Per quanto riguarda gli standard globali, Grégoire Bellois, Segretariato dell’IGF, ha condiviso la nuova nota informativa dell’IGF, che fornisce una guida all’attuale panorama degli standard globali. Gelkha Buitrago, della Global Reporting Initiative (GRI), ha presentato lo “standard di settore per l’estrazione mineraria” del GRI adottato nel 2024. Michele Brulhart, direttore esecutivo di The Copper Mark, ha discusso la bozza della Consolidated Mining Standard Initiative (CMSI). Ha spiegato che, sebbene sia costruita sugli standard esistenti delle sue quattro organizzazioni partner, la CMSI cerca di ridurre la complessità e allentare le barriere alla loro adozione e implementazione. La bozza della CMSI era aperta ai commenti pubblici fino al 16 dicembre 2024.

Christina Berger, della Extractive Industries Transparency Initiative (EITI), ha esaminato la struttura e il funzionamento dell’EITI. Ha sottolineato l’obbligo per i governi di divulgare informazioni lungo la catena del valore dell’industria estrattiva. Su invito del moderatore, un membro del pubblico ha descritto l’Initiative for Responsible Mining Assurance (IRMA), che fornisce audit indipendenti, di terze parti, sui siti minerari di scala industriale per tutti i materiali estratti. Un altro partecipante ha menzionato il lavoro della Global Battery Alliance per portare maggiore trasparenza agli impatti lungo la catena del valore delle batterie e garantire che sia sostenibile, circolare e responsabile entro il 2030.

La sessione sulla protezione della natura è iniziata con un sondaggio dal vivo tra il pubblico sulle maggiori sfide che la natura deve affrontare. Isabel Ashman, del World Economic Forum (WEF), ha riferito che un prossimo rapporto del WEF identifica il cambiamento di uso del suolo, l’inquinamento, l’uso dell’acqua e le emissioni di gas serra come i quattro principali fattori di perdita di biodiversità nel settore minerario e metallurgico. Joyce Kortlandt, dei Paesi Bassi, ha sottolineato l’importanza delle valutazioni ambientali strategiche (VAS) per i governi. Ha spiegato che le VAS integrano le valutazioni dell’impatto sociale ambientale (ESIA) tenendo conto sia delle considerazioni ambientali che sociali.

La sessione sui minerali non metallici (NMM) ha discusso le opportunità e i vantaggi legati agli NMM, ad esempio i benefici socioeconomici, ambientali e pratici della costruzione con mattoni di terra stabilizzati in Burkina Faso con il sostegno del Programma per lo Sviluppo dei Minerali ACP-UE-UNDP. Naomi Nangoku, Uganda, ha sottolineato che le imprese minerarie artigianali e su piccola scala (ASM) producono l’83% dei MNM nel suo paese, e gli sforzi del suo governo per portare questi attori nell’economia formale attraverso la sensibilizzazione, lo sviluppo delle capacità e la regolamentazione.

Louise Gallagher, dell’Università del Queensland, ha evidenziato che i volumi annuali di consumo globale di sabbia e silicati sono circa 70.000 volte superiori a quelli dei minerali di alto profilo. Tuttavia, i rischi sociali e ambientali legati alla loro estrazione e al loro utilizzo sono spesso trascurati.

Nella sessione sul dialogo regionale, Oluwatoyin Ojo, dell’African Legal Support Facility (ALSF), ha spiegato come l’ALSF fornisca consulenza legale e assistenza tecnica ai paesi africani nella negoziazione di contratti e accordi commerciali complessi. Harmony Musiyarira, dell’Università di Scienza e Tecnologia della Namibia, ha discusso di come la Namibia, con i suoi porti, i minerali e lo sviluppo dell’idrogeno verde in collaborazione con l’UE, sia ben posizionata per servire gli sforzi della Comunità di sviluppo dell’Africa australe (SADC) per sviluppare le catene di approvvigionamento minerario regionali.

Maureen Coulas, Natural Resources Canada, ha discusso di come il Canada cooperi con l’America Latina e l’UE attraverso collaborazioni strategiche sui minerali critici che enfatizzano l’avanzamento della ricerca e dello sviluppo congiunti; il miglioramento della resilienza delle catene del valore dei minerali critici; l’allineamento delle politiche; l’innalzamento degli standard ambientali, sociali e di governance (ESG) e la promozione di nuove opportunità di investimento. D’altra parte, Thomas Scurfield, del Natural Resources Governance Institute (NRGI), ha chiesto maggiore trasparenza sulle partnership tra Stati per i minerali critici e ha avvertito dei modi in cui tali partnership potrebbero, a volte involontariamente, ostacolare la collaborazione regionale sulle catene di approvvigionamento minerario.

Nella sessione sulle tecnologie dirompenti, Tracey Cooper, facilitatore, membro dei comitati consultivi, ha esaminato i risultati chiave del nuovo rapporto IGF, Leveraging Digital Infrastructure for Mining Community Resilience. Hans van ‘t Spijker, Witteveen+Bos, ha discusso un caso di studio sulle tecnologie per l’estrazione del litio dalle salamoie geotermiche durante la generazione di energia. Ashleigh Maritz, Ivanhoe Mining, ha parlato di una fonderia idroelettrica nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) che riduce le emissioni di gas serra e di una miniera di zinco-rame-germanio-argento, dove la ristrutturazione e le nuove tecnologie hanno permesso una maggiore sicurezza sotterranea e, in ultima analisi, un aumento della produzione.

Lisl Pullinger, Managing Director di Vivid Advisory, ha sottolineato che, sebbene il progresso tecnologico possa sollevare preoccupazioni sulla sicurezza del lavoro, il dialogo aperto e l’investimento nelle competenze dei lavoratori sono fondamentali per operazioni efficienti e sostenibili. Pullinger ha anche sottolineato come le tecnologie possano essere un catalizzatore per rimuovere le barriere di genere e consentire a più donne di entrare nel settore.

Nella sessione finale, i relatori hanno riflettuto sui percorsi futuri. Anna Apler, del Geological Survey of Sweden, ha chiesto “equità e uguaglianza per i popoli del mondo” e di “pensare oltre l’immediato futuro”. Ha sottolineato che “le società minerarie dovrebbero pagare per la chiusura delle miniere, non i contribuenti o il pianeta“.

Junior Lodge, della Organizzazione degli Stati ACP (OACPS), ha evidenziato il paradosso di ricchezza mineraria con povertà acuta, e la necessità di fornire ai lavoratori dell’ASM un quadro di governance adeguato con standard sanitari, ambientali e lavorativi.

Infine Luz María de la Mora, delle Nazioni Unite per il Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD), ha ricordato l’importanza che il mix di politiche garantisca che i paesi in via di sviluppo conservino il maggior valore possibile delle proprie risorse minerarie.

Tags: #estrazione #minerali #negoziati
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