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Home News News Landgrabbing Il cibo come arma geopolitica

Il cibo come arma geopolitica

Valentina Citati
8 Gennaio 2024
News, News Landgrabbing

Fonte immagine Geopolitical Crisis and Trade in Agricultural Products: Perspectives for Central Asian Countries – ERI (eurasian-research.org)

Ufficio Policy Focsiv- Proseguiamo nella pubblicazione capitolo per capitolo dell’ultimo rapporto Padroni della Terra sul fenomeno del land grabbing o accaparramento di terre a danno dei popoli indigeni e delle comunità contadine. Dopo la prefazione della presidente Focsiv Ivana Borsotto e con l’introduzione e sintesi del rapporto di Andrea Stocchiero dal titolo “La nuova corsa alla terra” (La nuova corsa alla terra – Focsiv), riproduciamo qui il capitolo scritto da Andrea Segré, professore ordinario di Politica agraria internazionale e comparata all’Università di Bologna (www.andreasegre.it) sul cibo come arma geopolitica.

Partiamo dalla Russia, uno degli epicentri più caldi, sebbene non l’unico, nello scenario globale. Che Vladimir Putin avrebbe usato il cibo come arma geopolitica era ben evidente all’indomani dell’attacco all’Ucraina, il 24 febbraio 2022: l’avevamo scritto e detto chiaramente ai primi di marzo 2022. I mercati di grano, mais, oli di semi, fertilizzanti – prodotti fondamentali per l’alimentazione umana e animale nonché per l’industria agroalimentare – passano per quello snodo. I missili sui silos, l’incendio dei campi seminati, il furto di trattori e mietitrebbie, i bombardamenti che rilasciano uranio impoverito e altri metalli sui campi agricoli ci hanno ricordato l’holodomor, la grande carestia indotta negli anni Trenta da Stalin per combattere i kulaki, i contadini ricchi.

Si ricorderà che il 31 luglio 2022 è stato il turno di Olesky Vadaruskyi, il magnate del grano ucraino ucciso dai missili russi alla vigilia dell’accordo con la Turchia e l’ONU per sbloccare il trasporto via mare dei cereali stoccati da oltre 5 mesi nei porti: 60 milioni di persone a rischio insicurezza alimentare, sommando Ucraina e altri 50 paesi in via di sviluppo dipendenti dal grano proveniente da quelle aree, come riportato in vari documenti della FAO e del World Food Program.

Eppure, proprio quella prima nave cargo simbolo, la Razoni, salpata dal porto di Odessa il 1° agosto 2022, dopo un lungo vagare è arrivata a scaricare il suo prezioso carico guarda caso al porto di Tartous in Siria. La Siria che ha riconosciuto le regioni separatiste di Donesk e Luhansk, e che pure l’Ucraina accusa di aver sottratto precedentemente 150 mila tonnellate di grano.

Ma c’è dell’altro. I paesi africani, proprio quelli che più dipendono dalle importazioni di grano, non a caso hanno mantenuto la neutralità rispetto al conflitto in corso e sono anche quelli dove il land grabbing, l’accaparramento di terre fertili a scapito delle comunità locali, è più intenso da parte della Russia e della Cina, tradizionalmente molto attiva in questo contesto. …

Prosegui nella lettura scaricando qui il primo capitolo del rapporto

Tags: #agroecologia #ipadronidellaterra #landgrabbing
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