Investimento aziendale a impatto umano e ambientale
Traduciamo e commentiamo l’articolo “Corporate impact investing: Will it bring in new money?” di Adva Saldinger, apparso sul sito di Devex (https://www.devex.com/news/corporate-impact-investing-will-it-bring-in-new-money-104174) che sostiene l’importanza di orientare gli investimenti delle imprese verso gli obiettivi di sostenibilità, complementando (o sostituendo?) così i finanziamenti pubblici e l’aiuto pubblico allo sviluppo. Si tratta di utilizzare parte dei propri profitti per investirli in fondi privati che a loro volta finanziano operazioni con finalità sociale e ambientale (il cosiddetto investimento a impatto, impact investing), o modificare i propri comportamenti d’affari introducendo obiettivi di sostenibilità. Niente di meglio che incentivare e obbligare le imprese a tenere conto dei diritti umani e dell’ambiente nelle loro operazioni, obiettando che questo non avvenga con una riduzione del ruolo del pubblico, dei già scarsi impegni per l’aiuto pubblico allo sviluppo, e quindi della politica per il bene comune. È su questi aspetti che si sta dibattendo nel mondo della cooperazione: sul ruolo dei privati nella cooperazione e sui cosiddetti partenariati pubblici-privati.
Finanziare gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) è diventato sempre più difficile poiché l’economia globale è sempre più instabile e i bilanci statali destinati agli aiuti allo sviluppo subiscono maggiori pressioni. Tuttavia, esiste una fonte di liquidità e investimento non sfruttata che potrebbe fornire finanziamenti aggiuntivi per affrontare tali sfide: i bilanci delle imprese private.
La discussione per coprire il deficit di finanziamento annuale di 4,2 trilioni di dollari per gli SDG, si è concentrata principalmente su come attirare ulteriori investitori privati. Un ruolo chiave lo possono svolgere le aziende non solo attraverso i loro prodotti e servizi, ma utilizzando le proprie risorse finanziarie, ha affermato Amit Bouri, CEO del Global Impact Investing Network. È chiaro che i fondi pubblici non saranno sufficienti (fino a che le politiche mirano a ridurre il ruolo dello Stato secondo il paradigma neoliberale, ndr). Pertanto, gli investimenti a impatto umano e ambientale, che prevedono finanziamenti intenzionali rivolti ai target di sostenibilità con obiettivi specifici e misurabili, ad esempio relativi all’accesso all’energia, all’assistenza sanitaria o alla riduzione della povertà, potrebbero essere parte della soluzione.
Il potenziale non è del tutto chiaro, ma il GIIN stima che ci siano circa 2 trilioni di dollari di capitale nelle casse aziendali, e ha recentemente lanciato un’iniziativa “progettata per aiutare le imprese a utilizzare i saldi di cassa per investimenti con un impatto positivo”. “Stiamo solo grattando la superficie”, ha detto Bouri a Devex prima del forum annuale del GIIN all’Aia tenutosi due settimane fa (ndr). “La maggior parte delle aziende non sa che è un’opzione”.
Il modo in cui le società capitalizzano i loro soldi e come strutturano gli investimenti sarà diverso, ma significa semplicemente usare i loro soldi per investire in aziende o fondi mirati ad ottenere uno specifico impatto sociale o ambientale.
- Alcune aziende potrebbero creare un team per realizzare investimenti di venture capital a impatto come Salesforce, Johnson & Johnson e Patagonia hanno già fatto.
- Altre aziende stanno valutando come lavorare con le loro catene di approvvigionamento e investire per rafforzare e diversificare i propri fornitori (adeguandosi anche alle normative di dovuta diligenza, ndr).
- Aziende come Starbucks hanno investito in Root Capital, una società di investimento a impatto incentrata sull’agricoltura, per ottenere cacao e caffè in modo sostenibile.
- Danone, l’azienda alimentare francese, desidera aumentare l’approvvigionamento dall’agricoltura rigenerativa; quindi, ha collaborato con investitori a impatto.
- Potrebbe anche significare utilizzare i fondi aziendali per investire in questioni specifiche. PayPal ha lanciato un fondo di equità razziale e un fondo di genere, ad esempio, con l’obiettivo di investire un totale di almeno 500 milioni di dollari. Rosita Najmi, responsabile dell’innovazione sociale globale di PayPal, ha dichiarato a Devex che ci sono molte ragioni per fare investimenti a impatto, tra cui la competizione, l’innovazione e per il potenziale aumento della reputazione.
Gli investimenti dovrebbero avvenire in tutte le classi di investimento, dai fondi di rischio a lungo termine più incerti a investimenti meno rischiosi e più liquidi, ha affermato Bouri. GIIN spera di aiutare le aziende a orientarsi su come utilizzare le proprie risorse per effettuare investimenti di impatto. “L’investimento a impatto è un’enorme opportunità per aiutare le aziende a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità“, come la ricerca di soluzioni per ridurre le emissioni di carbonio.
Le società tecnologiche Microsoft e Cisco hanno istituito fondi di investimento a impatto climatico e ce ne sono altri che stanno valutando come supportare l’agricoltura sostenibile e la silvicoltura sostenibile.
Alcune società possono investire direttamente in obiettivi di sostenibilità, mentre altre collaboreranno con gli investitori a impatto esistenti. Molte aziende effettuano investimenti strategici dalle proprie risorse finanziarie, ma farlo con un’intenzione di impatto è abbastanza innovativo.
GIIN prevede di condurre un’indagine che testerà ciò che le aziende pensano dell’impact investing, stabilirà una linea di base per valutare l’attuale impact investing aziendale e delineerà ciò che è possibile fare. L’obiettivo è che le aziende “vedano gli investimenti a impatto come parte di un kit di strumenti per la sostenibilità”, ha affermato Bouri. C’è un enorme potenziale per gli investimenti ad impatto, ha affermato Bouri, e GIIN mira a “convertirlo in risultati reali per le persone e il pianeta”.