José Graziano da Silva è il nuovo Direttore Generale della FAO
Compiacimento da parte di ong e associazioni della società civile per l’elezione a Direttore Generale della Fao del candidato brasiliano José Graziano da Silva, ex ministro per la Sicurezza alimentare del Presidente Lula, che succede al senegalese Jacques Diouf, da 17 anni alla guida della Fao.
Nel suo programma: sradicare la fame, introdurre un sistema di produzione sostenibile sostenendo i piccoli agricoltori e rifondare i mercati alimentari mondiali.
Il risultato (92 voti per da Silva contro 88 per Miguel Ángel Moratinos Cuyaubé) è arrivato dopo un testa a testa con il candidato spagnolo e dopo una prima votazione non andata a buon fine alla quale è seguito il ritiro dei candidati da parte di Indonesia (Indroyono Soesilo), Iran (Mohammad Saeid Noori Naeini), Iraq (Abdul Latif Rashid) e Austria (Franz Fischler).
Nel suo programma il nuovo Direttore Generale José Graziano da Silva ha stabilito tre obiettivi principali: sradicare la fame, introdurre un sistema di produzione sostenibile e rifondare i mercati alimentari mondiali.
“L’interesse dell’Europa in questa elezione, il sostegno del suo candidato fino alla fine, prova che il tema dell’agricoltura è particolarmente importante in questo momento e per questo ci auspichiamo un forte coinvolgimento e partecipazione da parte di tutti gli stati nel processo di riforma della Fao e del Comitato Sicurezza Alimentare” commenta la Focsiv, “Ora speriamo che il nuovo Presidente dimostri di riuscire a portare avanti il suo programma nella maniera più condivisa. Attuando e implementanto i punti del programma , come ad esempio il sostegno ai piccoli agricoltori, alle donne e alle popolazioni più vulnerabili”
Simile il commento del Cisa (Comitato Italiano Sovranità Alimentare) “Le dinamiche e le strategie messe a punto dai governi per sostenere un candidato piuttosto che un altro, se da una parte sottolineano l’importanza della Fao nelle politiche generali mondiali e l’interesse dell’Europa in queste politiche, prova che il tema agricoltura oggi è molto importante, dall’altra mettono in luce l’ostinazione dell’Europa a voler a tutti i costi portare avanti il suo candidato. Una scelta politica perdente che ha lasciato una scia di tensione e che speriamo non inciderà nel lavoro del nuovo Direttore Generale”. Già tre mesi fa infatti, il Cisa aveva chiesto all’Unione Europea di ritirare i propri candidati e di sostenere quelli del Sud, attraverso una lettera inviata a José Manuel Barroso Presidente della Commissione Europea e alle principali cariche europee in materia di sviluppo agricolo e rurale. Nonostante questo l’Unione europea ha voluto, fino alla fine, giocare la sua partita. E ha perso.