La forza delle donne arriva a Montecitorio

Il 5 Dicembre si è tenuto un incontro, moderato da Gianni Lattanzio (Segretario generale Istituto cooperazione Paesi Esteri), presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, per commentare la quotidianità della guerra attraverso le immagini tratte dal documentario La forza delle donne di Laura Aprati e di Marco Bova, prodotto con il sostegno di FOCSIV.
All’appuntamento hanno partecipato, oltre ai due autori del documentario, Attilio Ascani (direttore FOCSIV ), Gioia di Cristofaro Longo (Presidente Libera Università Diritti Umani) e Federica Chiavaroli ( Sottosegretario alla Giustizia).
La forza delle donne rappresenta a tutti gli effetti una denuncia volta a raccogliere informazioni utili per i cittadini e per le istituzioni. Protagoniste del racconto sono le donne “che ricoprono un ruolo fondamentale nelle zone di guerra perché, oltre alle loro sofferenze, esprimono la speranza per il futuro” – afferma Gianni Lattanzio.
La proiezione di una clip del documentario ha suscitato considerazioni e domande dei presenti. Immagini toccanti e difficili da commentare hanno trasmesso la potenza e, allo stesso tempo, la difficoltà del lavoro di chi sta sul campo. Oltre ai giornalisti, che documentano e denunciano, i volontari svolgono un ruolo fondamentale in zone di guerra come Mosul, e spesso rappresentano, afferma Marco Bova, “una fonte più attendibile e documentate delle istituzioni per quanto riguarda morti e feriti in un conflitto”. La figura del volontario viene, quindi, gratificata proprio nella sua giornata internazionale come sottolineato anche da Attilio Ascani definendoli “apripista per chi deve occuparsi del bene comune”.
FOCSIV dal 2014 sostiene con la campagna Humanity migliaia di persone, dalla fuga da Erbil all’arrivo nelle tende o container in attesa di un lento e di un graduale ritorno alla normalità.
Ed è proprio in questa difficile situazione che la forza commovente di resistenza delle donne prevale, – sottolinea Gioia di Cristofaro Longo -, ma esprime anche la preoccupazione di come il senso comune si sia abituato alla visione di immagini di persone sofferenti. L’umanità delle persone dovrebbe dunque trovare modo di esprimersi attraverso la semplicità e l’essenzialità dell’operato delle donne ma anche attraverso il volontariato.
Il documentario ha assottigliato ogni stereotipo sul Medio Oriente insito nel lavoro di Marco Bova (ndr) ed ha evidenziato le forti dissonanze, i drammi emotivi di chi cerca, nonostante tutto, di trovare una normalità.
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