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Home News LA P.A.C. SI AVVIA AD UN PROCESSO DI RIFORMA

LA P.A.C. SI AVVIA AD UN PROCESSO DI RIFORMA

admin
17 Ottobre 2011
News

L’Unione Europea attraverso la riforma della PAC Politica Agricola Comune, che dovrà esser svolta entro il 2020, giocherà una partita fondamentale non soltanto per il futuro dei paesi membri ma anche dei paesi in via di sviluppo.

La Politica Agricola Comune necessita di nuovi criteri per poter svolgere al meglio la propria funzione che dovrebbe rafforzare la competitività, la sostenibilità e il consolidamento dell’agricoltura , per far fronte ai cambiamenti climatici e al problema della sicurezza alimentare, oltreché sostenere l’occupazione e la crescita mondiale.
Il 12 ottobre 2011 è stata presentata alla Commissione europea la prima bozza di legge. Tra i punti chiave della riforma è bene porre in evidenza quelli che, a nostro avviso, realmente potrebbero segnare un cambiamentoi: la diversificazione delle culture, la conservazione dei pascoli permanenti, la concessione di ulteriori finanziamenti per la ricerca e l’innovazione in campo agronomico, il sostegno alle filiere corte dal produttore al consumatore, la promozione di iniziative agroalimentari che tengano in considerazione le specificità del territorio per agevolare il ripristino e la salvaguardia degli ecosistemi al fine di contrastare i cambiamenti climatici ed ottimizzare l’uso delle risorse; ed infine incoraggiare le iniziative di sviluppo locale ed incentivare l’occupazione delle giovani generazioni nell’attività agricola.
Preziose sono state le indicazioni giunte da Olivier De Schutter special rapporteur delle Nazioni Unite per il diritto all’alimentazione, il quale raccomanda che tale riforma sia volta a metter fine al fenomeno del dumping altrimenti continuerà a mietere ulteriori vittime tra i contadini dei paesi in via di sviluppo che, per garantirsi l’accesso al cibo, son costretti a importarlo da paesi esteri che vendono a prezzi più ridotti. Ovviamente la pratica del dumping oltre a indurre gli agricoltori a non coltivare le terre, continuerà a incentivare le speculazioni delle major globali dell’agricoltura.
De Schutter tiene a precisare che la riforma agricola comunitaria dovrà provvedere a effettuare dei tagli netti sull’approvvigionamento smodato da parte dell’Ue di alimenti quali soia e mais, generalmente impiegati per il nutrimento del bestiame in Europa. Tale atteggiamento non fa altro che alimentare in un circolo vizioso la corsa all’accaparramento delle terre, la volatilità dei prezzi delle materie prime e di conseguenza la povertà e la fame tra le popolazioni del sud del mondo.
De Schutter ha esortato inoltre i membri del MEP ad usare la loro posizione per guidare la PAC sulla via delle riforme per la sicurezza alimentare e della coerenza con le politiche per l’impegno allo sviluppo che sembrano a tutt’oggi poco integrate nella proposta di legge.
Negli anni a venire il mondo intero sarà chiamato a sostenere sfide mai affrontate prima. All’esigenza di continuare a garantire la certezza alimentare, corrisponderà la necessità immediata di affrontare in maniera definitiva problematiche quali il cambiamento climatico, la tutela dell’ambiente, l’approvvigionamento energetico ecc, a tali questioni bisognerà rispondere nel quadro della più grande crisi economica, ambientale e sociale dell’ultimo secolo. L’attuale paradigma economico fondato sul dominio della finanza e della produzione fine a se stessa, ha mostrato tutti i suoi limiti ed è tempo di individuare politiche nuove che non siano votate esclusivamente alla liberalizzazione del mercato e alle privatizzazioni.
È importante porre un freno a fenomeni quali la volatilità dei prezzi, che ad oggi è la risultante nefasta di tutte le riforme liberiste adottate dagli anni novanta in avanti. la price volatility, che è stata una delle cause scatenantii delle recenti rivolte delle popolazioni nel Nord Africa, risulta essere deleterio per le aziende agricole provocando da una parte inflazione,  dall’altro impedendo agli agricoltori di ottenere un reddito adeguato per il loro lavoro. Avanti di questo passo affameremo sempre di più il sud del mondo che per paradosso riempie le nostre pance con le sue risorse, continuando su questa via presto non saranno più i soli a non avere né pane né lavoro.

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