Quale coerenza delle politiche tra Cambiamento Climatico e Migrazioni?
Il cambiamento climatico e le migrazioni sono due fenomeni strutturali ed urgenti. Il cambiamento climatico è un processo irreversibile e quindi strutturale che richiede misure urgenti per favorire la transizione ecologica nel quadro di uno sviluppo più sostenibile. Le migrazioni sono anch’esse un processo che continua nel tempo a causa soprattutto delle disuguaglianze tra i paesi amplificate dagli impatti del cambiamento climatico. Sono quindi urgenti misure per governare le migrazioni in modo coerente con le politiche di mitigazione e di adattamento al cambiamento climatico.
Il policy paper redatto da FOCSIV nel quadro del progetto Volti delle Migrazioni, affronta queste problematiche analizzando l’impatto del cambiamento climatico sulle migrazioni nelle sue diverse articolazioni, facendo riferimento agli obiettivi di sviluppo sostenibile. Sono così indagate le connessioni tra cambiamento climatico, povertà, disuguaglianze e migrazioni; tra cambiamento climatico, sicurezza alimentare e migrazioni; tra cambiamento climatico, modelli di produzione e consumo e migrazioni; cambiamento climatico, conflitti e migrazioni.
L’analisi di queste interconnessioni ci porta a proporre una serie di misure politiche, tra queste evidenziamo l’importanza di applicare il target 10.7 dello sviluppo sostenibile, firmare e applicare il Global Compact on Migration e quindi partecipare alle piattaforme di cooperazione per governare i flussi in un quadro di sviluppo sostenibile. Vanno appoggiate le soluzioni durevoli per i rifugiati sia con l’integrazione locale che con reinsediamenti e canali umanitari, mentre vanno ricercati canali condivisi a livello multilaterale e regionale anche per i migranti cosiddetti ambientali
Contemporaneamente si dovrebbe avanzare nella realizzazione dell’Agenda di Parigi con impegni più ambiziosi nella mitigazione delle emissioni di gas serra e per l’adattamento, riconoscendo le migrazioni come una delle sue modalità, a livello nazionale e transfrontaliero. Per questo assieme ai piani di transizione giusta vanno delineati piani di ricollocazione con consenso informato e accesso a risorse e capacità adeguate, da sostenere con la cooperazione allo sviluppo.
Nei piani di transizione va sostenuta con più decisione la resilienza e la sicurezza sociale con strategie di equità sociale per migranti e comunità ospitanti, per la casa, il lavoro e la terra. Questo in contrasto con il modello di produzione e di consumo di carattere estrattivo che espelle le comunità generando terre ed acque morte. E’ necessario procedere nella regolazione dei comportamenti delle imprese, con norme di dovuta diligenza lungo le catene del valore.
La trasformazione dei modelli economici per un migliore governo delle migrazioni va sostenuta anche con riferimento alla promozione della pace, del dialogo e per la prevenzione dei conflitti: trasformare l’economia di guerra in economia di pace significa ridurre drasticamente le migrazioni forzate.
Infine, un ruolo importante spetta alla cooperazione allo sviluppo per accompagnare le comunità locali del Sud e i popoli indigeni nella protezione dell’ambiente e delle relazioni sociali, sostenendo modelli resilienti e alternativi all’estrattivismo. In questa direzione possono contribuire anche le diaspore sia per la realizzazione di progetti innovativi che per campagne di sensibilizzazione e di advocacy a sostegno di migrazioni regolari e sicure.
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