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Home News Rifondare il multilateralismo

Rifondare il multilateralismo

Segreteria
11 Dicembre 2025
News

Fonte immagine We need a ‘multilateralism from below’ – The Office of Religious Congregations for Integral Ecology

L’impegno dal basso, dalle società civili

Ufficio Policy Focsiv – Pubblichiamo qui l’intervento di Focsiv al convegno ASviS sul tema istituzioni: “Pace e governance globale: rifondare il multilateralismo dopo il Patto per il Futuro”

Come organizzazioni di ispirazione cristiana impegnate per la giustizia sociale ed ambientale nel mondo non possiamo non continuare e accrescere il nostro impegno per il multilateralismo ovvero per processi condivisi tra i popoli per il bene comune che non lasciano indietro nessuno, a partire dalle comunità più fragili e vulnerabili.

Non siamo soli, sono migliaia i movimenti e organizzazioni in Italia e in tutto il mondo, centinaia i paesi con i loro governi e parlamenti, che stanno continuando ad investire nei processi multilaterali.  Sono pochi paesi, quelli che non vogliono cambiare il sistema multilaterale in forme più democratiche e a sostegno dei diritti umani di tutti e di tutte, che ostacolano o si ritirano dagli accordi imponendo le loro regole unilaterali con minacce di nuove guerre commerciali e non solo, come evidente nel caso dell’amministrazione statunitense.

Nonostante ciò la conferenza di Siviglia sulla finanza dello sviluppo è stata un successo con oltre 190 paesi che si sono accordati per una dichiarazione di impegni. E così è stata la COP30, nonostante tutte le difficoltà.  Il multilateralismo prosegue anche senza gli USA e nazioni da loro dipendenti come recentemente l’Argentina. L’ultima assemblea ONU con i capi di Stato ha visto tanti politici schierarsi apertamente per il sistema multilaterale. Il mondo è più grande dell’amministrazione USA. Il suo impero sta svanendo e nuove sfide si affacciano.

D’altra parte sappiamo che questo sistema multilaterale deve essere riformato, perché, come ha scritto Papa Francesco prima nella Laudato Sì e poi nella Laudate Deum, è un sistema troppo lento e insufficiente rispetto alle grida dei poveri e del creato.

Con papa Francesco e papa Leone sottolineiamo la necessità del multilateralismo dal basso in modo da spronare la riforma del sistema Onu. Esiste una società civile locale e globale che da anni si batte per un multilateralismo fondato sui diritti umani. Ma come al solito fa più rumore un albero che cade piuttosto che una foresta che cresce.

Papa Francesco ha sostenuto il multilateralismo dal basso nella Laudate deum, e papa Leone recentemente nel dialogo con i movimenti popolari ha detto: “Come il mio predecessore Francesco, credo che le vie giuste partano dal basso e dalla periferia verso il centro. Le vostre numerose e creative iniziative possono trasformarsi in nuove politiche pubbliche e diritti sociali. La vostra è una ricerca legittima e necessaria.”  

Dobbiamo avere più fiducia in noi stesse, nelle nostre alleanze, e non lasciarci affossare in una depressione sociale sobillata dalle narrazioni e dai media sovranisti che acclamano all’uomo, o donna, forte, svuotando la democrazia. Dobbiamo ribadire che crediamo in un multilateralismo democratico che dà voce ai poveri e alle comunità marginali ed escluse. questo è il nostro impegno.

Dunque, ci vuole più amore sociale (Fratelli Tutti) e cooperazione per prevenire e gestire i conflitti, per assicurare dignità ad ogni persona, per sostenere i diritti umani e proteggere la casa comune. Le nazioni unite con il diritto internazionale hanno creato processi, regole, istituzioni dedicate a questo. Sono processi aperti alla partecipazione della società civile. Dove può trovare spazio la voce delle organizzazioni sociali. Occorre migliorarne l’efficacia e superare gli ostacoli ad un loro pieno progresso. In questo periodo di crisi multiple è necessario accelerare i percorsi, non fermarsi, allearsi con chi vuole un mondo più giusto. Lo spazio per la speranza esiste, ci ricorda papa Leone.

L’Italia continua a far parte del consesso che crede nel multilateralismo, anche se recentemente il governo ha palesato difficoltà nel rispettare e sostenere la corte penale internazionale. Ci sono segnali di indebolimento dell’impegno per un multilateralismo aperto e riformatore. Il sovranismo miope, controproducente e funzionale a interessi di parte, è l’avversario con cui confrontarsi, mostrando cammini di speranza e proposte più efficaci di pace e giustizia.

Tra questi segnali di indebolimento vi è un insufficiente investimento nella cooperazione allo sviluppo, siamo ancora sotto lo 0,3% del RNL per l’aiuto pubblico allo sviluppo. La nuova legge di bilancio prevede un ulteriore taglio. Mentre si proclama l’impegno a raggiungere il 5% per le spese militari entro il 2035. Allo stesso modo il governo deve ancora rendere concreti gli impegni che sono stati presi per la finanza climatica, le risorse promesse ai fondi multilaterali non sono ancora stati impegnati, 200 miliardi per il fondo verde e 100 miliardi per il fondo su perdite e danni, mentre l’accordo per la fine dei finanziamenti pubblici agli investimenti fossili all’estero, firmato dal governo, non è attuato.

In questo quadro il lancio del Piano Mattei rappresenta un cambiamento potenzialmente positivo, che però ha bisogno di più trasparenza e di lavorare in un quadro multibilaterale con le comunità locali africane, ascoltando le loro proposte per uno sviluppo più giusto e rispettoso dell’ambiente. Il Piano Mattei dovrebbe investire di più su programmi dal basso per l’educazione, la salute, il lavoro dei giovani in imprese locali sostenibili, l’agroecologia e l’energia rinnovabile diffusa. Le comunità locali non sono l’ultimo miglio, ma il primo miglio da cui far crescere speranze concrete per la casa comune.

Occorre legare il multilateralismo dal basso con quello governativo. E l’Italia con l’Europa dovrebbe esplorare nuove alleanze con il Sud Globale, oltre i vecchi schemi transatlantici, ormai superati in un mondo multipolare. Il futuro sta già cambiando a partire dal Sud.

Tags: #multilateralismo #societàcivile #USA UE
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