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Home News Aumentano i respingimenti alle frontiere europee

Aumentano i respingimenti alle frontiere europee

Segreteria
24 Febbraio 2025
News

Fonte immagini Illegal pushbacks of asylum seekers at the EU’s eastern external borders | PRO ASYL, Reuters / Bernadett Szabo

Ufficio Policy Focsiv – Con la politica di militarizzazione delle frontiere e di esternalizzazione del controllo i respingimenti illegali continuano ad aumentare, qui di seguito l’articolo di Jorge Liboreiro, EU borders recorded over 120,000 migrant pushbacks in 2024, says report by NGOs | Euronews, che riassume alcuni contenuti del rapporto Pushbacks Report 2024.pdf pubblicato da una coalizione di organizzazioni: ‘11.11.11.11 (Belgio), il Comitato ungherese di Helsinki (Ungheria), l’Associazione We Are Monitoring (Polonia), il Centro per gli Studi sulla Pace (Croazia), il Centro libanese per i diritti umani (CLDH), Sienos Grupė (Lituania), il Centro per l’assistenza legale – Voice in Bulgaria (CLA), la Fondazione Mission Wings (Bulgaria) e I Want to Help Refugees (Lettonia).

Secondo il nuovo rapporto, il numero di respingimenti in Europa è aumentato “notevolmente” negli ultimi anni al punto da diventare una pratica “sistematica”. Nel 2024 le frontiere esterne dell’Unione europea hanno registrato più di 120.000 casi di respingimento da parte delle autorità nazionali nei confronti di migranti irregolari.Il rapporto mette a nudo l’entità dei respingimenti in Europa, la pratica illegale di espellere i migranti per impedire l’accesso alla procedura di asilo, un diritto sancito sia dal diritto dell’UE che da quello internazionale.

Raccogliendo dati da servizi governativi, ONG e gruppi di ricerca, la coalizione delle organizzazioni che ha redatto il rapporto, ha concluso che l’anno scorso si sono verificati “almeno” 120.457 respingimenti, il che significa che i migranti sono stati allontanati dal territorio nazionale senza essere in grado di presentare la loro domanda di protezione internazionale e di avere una valutazione individuale. L’allontanamento è stato “spesso” fatto con la violenza, con i richiedenti asilo picchiati dalle guardie di frontiera, abbandonati in mare o lasciati morire di freddo nella foresta.

Il numero totale di 120.457 persone si riferisce ai respingimenti da parte di paesi dell’UE verso paesi terzi, esclusi gli incidenti tra stati membri (i migranti che sono stati respinti in diverse occasioni all’interno dell’UE sono stati conteggiati separatamente). La Bulgaria guida la classifica del 2024, con 52.534 respingimenti verso la Turchia. Si dice che Frontex, l’agenzia di frontiera dell’UE, sia “tenuta lontana” dalle aree in cui si presume che si verifichino respingimenti, limitando l’efficacia del suo responsabile dei diritti fondamentali. La Bulgaria è seguita da Grecia (14.482), Polonia (13.600), Ungheria (5.713), Lettonia (5.388), Croazia (1.905) e Lituania (1.002).

Lo studio ha riguardato anche la Libia (21.762) e il Libano (3.768) perché le intercettazioni (o, più precisamente, i “pullback”) effettuate da queste nazioni sono state realizzate con il supporto “diretto e capillare” di Italia, Cipro e delle istituzioni dell’UE. Nel maggio 2024 la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si è recata a Beirut per annunciare l’assistenza di 1 miliardo di euro al Libano per gestire i flussi migratori irregolari e sostenere l’economia del paese colpito dalla crisi.

I respingimenti sono stati a lungo un argomento ricorrente di contesa nell’UE, in particolare dopo la crisi migratoria del 2015-2016, e hanno alimentato continue critiche contro le guardie di frontiera, provocando indagini interne, rivelazioni dei media e cause legali.

“Il numero di respingimenti alle frontiere esterne dell’Europa è aumentato notevolmente negli ultimi anni, al punto da diventare una pratica sistematica all’interno della politica migratoria dell’UE”, afferma il rapporto nella sua prefazione. “Le continue segnalazioni di respingimenti indicano un fallimento sistematico da parte dell’UE nel far rispettare uno dei diritti umani più fondamentali”.

Un linguaggio simile è stato usato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU), che il mese scorso ha dichiarato Grece colpevole di aver condotto respingimenti “sistematici” contro i richiedenti asilo. La Corte di Strasburgo ha iniziato a esaminare tre casi contro Polonia, Lettonia e Lituania per accuse di respingimenti verso la Bielorussia. Per la prima volta la Corte europea ha esaminato un caso relativo alla strumentalizzazione della migrazione.

L’UE ha accusato il presidente bielorusso Aleksander Lukashenko di aver deliberatamente attirato migranti da paesi lontani a Minsk e di averli guidati verso l’Europa orientale nel tentativo di seminare il caos e polarizzare le società. In risposta ai piani di Lukashenko, la Polonia ha preparato una nuova legislazione per sospendere temporaneamente il diritto di asilo. Dopo aver inizialmente criticato il piano polacco, la Commissione europea ha poi ceduto e ha pubblicato linee guida per consentire la sospensione dei diritti fondamentali in “situazioni eccezionali”, come la strumentalizzazione da parte di attori stranieri. L’esenzione si applicherà anche alla Finlandia, che ha approvato una legislazione di emergenza che legalizza i respingimenti.

Le ONG hanno lanciato l’allarme sulla progressiva “securitizzazione” della migrazione, avvertendo che i migranti hanno il diritto di accedere alla procedura di asilo, sia che viaggino in Europa di loro spontanea volontà sia che siano usati per un gioco geopolitico.

In una dichiarazione a Euronews, un portavoce del ministero dell’Interno polacco ha detto che le guardie di frontiera hanno “il diritto di usare mezzi di coercizione fisica e armi da fuoco” di fronte ad attacchi contro la loro integrità fisica e “l’inviolabilità del confine di stato”. Il ministero afferma che i migranti strumentalizzati dalla Bielorussia sono diventati sempre più dotati di strumenti pericolosi e “aggressivi” nel loro comportamento. L’anno scorso, un soldato polacco è morto dopo essere stato accoltellato da un migrante al confine con la Bielorussia. “La migrazione orchestrata è un processo che né il diritto internazionale né il diritto polacco avrebbero potuto prevedere”, ha detto il portavoce.

Tags: #frontiere #migranti #respingimenti
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