Megaprogetto energetico e sfollamenti in Mozambico

Fonte immagine EDF, TotalEnergies, Sumitomo to Develop $4.5B Mozambique Hydropower Project | Engineering News-Record
Ufficio Policy Focsiv – CCFD (membro di CIDSE, di cui anche Focsiv è parte), insieme a Justiça Ambiental e all’ECCHR, ha pubblicato un nuovo rapporto (ccfd-terresolidaire.org-ccfd-terre-solidaire-rapport-extractivisme-mozambique-exe-web.pdf) sul progetto della diga idroelettrica Mphanda Nkuwa in Mozambico – un megaprogetto da 6,4 miliardi di dollari condotto dal governo mozambicano in collaborazione con EDF (impresa Elettricità della Francia) (40%), TotalEnergies (30%) e Sumitomo (grande impresa giapponese che opera in diversi campi, tra cui l’estrazione di minerali, la trasformazione di energia e le costruzioni) (30%).
Si tratta di un progetto che accaparra terre (Land Grabbing e Agroecologia – Focsiv) espellendo comunità locali e trasformando radicalmente il paesaggio a beneficio di un interesse nazionale e di alcune grandi imprese francesi e nipponica. Dietro le promesse di energia “verde”, la realtà sul terreno è allarmante: 1.400 famiglie (8.120 persone) potrebbero essere sfollate con la forza e fino a 350.000 persone colpite. Più di 100 km² di terreno verrebbero inondati – l’equivalente della dimensione di Parigi. I siti culturali e sacri rischiano di essere sommersi.
Un clima di paura e repressione è stato instillato dalle autorità locali, facendo rivivere il trauma della diga di Cahora Bassa, di epoca coloniale, già presente sul fiume Zambesi. Nonostante la sua portata, il progetto è stato avviato senza consultare i proprietari terrieri legalmente riconosciuti – ovvero le comunità locali, che sosterranno i costi più pesanti.
Ad oggi, questo progetto è un esempio di colonialismo verde: le comunità locali emarginate vengono escluse dal processo decisionale e private dei loro diritti in nome dello sviluppo e della transizione energetica. La transizione energetica è urgente. Ma non può riprodurre logiche estrattiviste che distruggono territori e popoli.
Oggi ricordiamo anche che, in quanto aziende francesi, EDF e TotalEnergies sono soggette alla legge francese sul dovere di vigilanza. Lo Stato francese, in quanto azionista di EDF, ha una responsabilità diretta.
Il progetto dovrebbe essere cancellato, almeno fino a quando non saranno affrontate adeguatamente le questioni sociali e ambientali e non saranno garantite le responsabilità per le violazioni già commesse. Ribadiamo inoltre che il progetto non dovrebbe andare avanti se le comunità non danno il loro consenso libero, preventivo e informato. Ciò significa che hanno il diritto di dire no se, per un motivo o per l’altro, non ritengono che il progetto sia vantaggioso per loro.
Qui è scaricabile il rapporto