Accedere alla giustizia nelle banche di sviluppo
Fonte immagine – Holding the EIB and EBRD accountable: Are their grievance mechanisms effective?
Ufficio Policy Focsiv – Riportiamo quanto emerso dal report pubblicato da CEE Bankwatch Network, documento che approfondisce l’efficacia e le lacune dei meccanismi di reclamo istituiti dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS), due istituzioni finanziarie internazionali che finanziano progetti di cooperazione con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo economico e sociale in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG). Sebbene i loro progetti mirino a produrre benefici significativi, essi possono talvolta causare danni ambientali e sociali o fallire nel raggiungere gli obiettivi prefissati. Per affrontare questi rischi, entrambe le banche hanno creato sistemi di accountability:
- il Meccanismo di Reclami del Gruppo BEI (EIB-CM)
- e il Meccanismo Indipendente di Accountability della BERS (IPAM).
Il testo dunque analizza questi strumenti alla luce dei principi delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani (vedi I diritti umani nelle banche di aiuto allo sviluppo) e delle pratiche migliori per i meccanismi di reclamo non giudiziari, evidenziando i punti di forza, le criticità e le aree di miglioramento.
I meccanismi di reclamo sono fondamentali per garantire che le banche di sviluppo operino nel rispetto dei propri obiettivi politici e normativi. Essi offrono alle persone colpite dai progetti, alle organizzazioni della società civile (OSC) e ad altri soggetti portatori di interesse una piattaforma per segnalare problemi, ottenere rimedi e contribuire a migliorare le pratiche future delle banche. Tuttavia, l’efficacia di questi strumenti dipende dalla loro indipendenza, trasparenza, accessibilità e capacità di fornire rimedi equi e tempestivi. Il documento sottolinea che, nonostante i progressi compiuti, entrambi i meccanismi soffrono di debolezze significative che limitano il loro impatto. Analizziamoli nel dettaglio, indicando vantaggi e criticità.
In relazione al meccanismo di reclami della BEI, EIB-CM, gli aspetti positivi sono che il regolamento del meccanismo afferma l’indipendenza operativa dal resto delle strutture della BEI, una caratteristica essenziale per la credibilità del sistema, e la flessibilità nei rimedi, ossia dispone di diverse opzioni per affrontare i reclami, tra cui la mediazione e l’investigazione formale.
Tra le criticità identificate, invece, troviamo anzitutto un’autonomia compromessa: le raccomandazioni dell’EIB-CM non sono sottoposte direttamente al Consiglio di Amministrazione della BEI, che quindi non ha un ruolo specifico nel garantirne l’attuazione, e l’indipendenza del meccanismo è messa in discussione anche dalla mancanza di procedure trasparenti per la gestione dei casi e la selezione del personale (vedi La responsabilità delle banche pubbliche di sviluppo e le crisi mondiali). Dunque, secondo aspetto negativo è la mancanza di trasparenza: non è chiaro quali misure di rimedio siano disponibili per i ricorrenti e come queste siano monitorate e applicate; collegato a ciò, c’è un monitoraggio inadeguato, non ci sono evidenze che l’EIB-CM segua regolarmente l’implementazione delle raccomandazioni o fornisca aggiornamenti ai ricorrenti. Infine, il processo è complesso: i dettagli procedurali sul trattamento dei reclami non sono sufficientemente esplicitati, lasciando i ricorrenti incerti su come procedere e quali risultati aspettarsi.
Per quanto riguarda, invece, il meccanismo di accountability della BERS, l’IPAM, tra gli aspetti positivi possiamo indicare per prima cosa l’indipendenza operativa del suo apparato gestionale, il che garantisce che i reclami siano gestiti con imparzialità. Inoltre, ha due funzioni chiare:
- risoluzione dei problemi, facilitando il dialogo tra le parti per affrontare e risolvere le questioni segnalate,
- revisione della conformità, ossia verifica se il progetto in questione rispetta le politiche della BERS.
I limiti identificati, invece, sono in primis un accesso restrittivo, in quanto solo le persone direttamente colpite dai progetti possono presentare reclami, escludendo dunque spesso le OSC locali e nazionali che lavorano su questioni ambientali e sociali. Poi c’è l’obbligo di coinvolgere la BERS, come primo passaggio obbligato per tentare di risolvere il problema, un requisito che può ritardare la ricerca di soluzioni efficaci. A ciò si aggiungono la sequenza rigida delle funzioni, per cui gli utenti devono scegliere tra risoluzione dei problemi e revisione della conformità, senza possibilità di avvalersi simultaneamente di entrambe, e gli squilibri di potere, che non è chiaro come vengano affrontati, pur essendo una questione cruciale per garantire una partecipazione efficace delle comunità locali nei processi decisionali.
Vediamo, quindi, quali raccomandazioni vengono fatte per il miglioramento di questi sistemi.
Per quanto riguarda il sistema EIB-CM della BEI, una delle priorità dovrebbe essere coinvolgere direttamente il Consiglio di Amministrazione della BEI nell’implementazione delle raccomandazioni formulate dal meccanismo. Questo garantirebbe maggiore responsabilità e un’applicazione più concreta dei rimedi suggeriti. Un secondo punto cruciale è la necessità di trasparenza nelle azioni correttive: sarebbe utile stabilire procedure chiare per monitorare l’attuazione delle misure concordate, presentando rapporti regolari ai ricorrenti per aggiornarli sullo stato di avanzamento. Per rafforzare l’autonomia del meccanismo, si potrebbe pensare alla nomina di personale esterno al sistema BEI, riducendo così potenziali conflitti di interesse e aumentando la fiducia nel processo. Inoltre, è essenziale specificare in modo chiaro le opzioni di rimedio disponibili e assicurarsi che vengano applicate in maniera coerente. Questo darebbe ai ricorrenti una maggiore certezza su ciò che possono aspettarsi dal sistema.
Infine, per rendere il processo più accessibile, sarebbe opportuno semplificare le procedure, introducendo tempistiche chiare e comunicazioni più intuitive, così da agevolare i ricorrenti nel percorso di reclamo.
Anche il sistema di reclamo dell’IPAM ha margini di miglioramento. Potrebbe diventare più accessibile e flessibile attraverso una serie di interventi. Un primo passo importante sarebbe ampliare l’accesso ai reclami, includendo non solo le persone direttamente colpite dai progetti, ma anche le OSC locali e nazionali che lavorano su questioni ambientali e sociali. Un altro miglioramento chiave sarebbe estendere il periodo in cui è possibile presentare un reclamo: anziché limitarsi alla fase di implementazione, si potrebbe consentire l’invio di segnalazioni già prima dell’approvazione dei progetti e fino a due anni dopo la conclusione del finanziamento. Per rendere il processo meno macchinoso, sarebbe utile eliminare l’obbligo di interagire con la gestione della BERS o con il cliente del progetto prima di accedere all’IPAM: questo ridurrebbe i ritardi e consentirebbe di affrontare le questioni in maniera più tempestiva. Inoltre, per garantire una maggiore flessibilità, si dovrebbe permettere ai ricorrenti di utilizzare simultaneamente sia la risoluzione dei problemi che la revisione della conformità, anziché costringerli a scegliere una sola opzione, in quanto un approccio integrato potrebbe aumentare l’efficacia del meccanismo. Infine, l’IPAM dovrebbe rafforzare il proprio supporto ai ricorrenti, in particolare per gestire gli squilibri di potere: fornire assistenza per comprendere meglio i propri diritti e partecipare efficacemente al processo sarebbe fondamentale per dare voce alle comunità locali.
I meccanismi di reclamo rappresentano strumenti essenziali per garantire la responsabilità e il rispetto degli standard ambientali e sociali. Tuttavia, entrambi soffrono di significative limitazioni in termini di accesso, trasparenza e indipendenza. Le raccomandazioni avanzate nel documento mirano a colmare queste lacune, rendendo i sistemi più inclusivi ed efficaci. Migliorare questi meccanismi è fondamentale per proteggere i diritti delle comunità locali, ridurre i rischi associati ai progetti finanziati e rafforzare la fiducia nella cooperazione internazionale per lo sviluppo (vedi Le banche di sviluppo devono cambiare il modo di finanziare lo sviluppo).