Bonifiche Ferraresi in Costa d’Avorio

Fonte immagine farmlandgrab.org | Côte d’Ivoire : l’italien BF s’engage dans un projet agricole de 157 millions $
Ufficio Policy Focsiv – Nell’ambito della nostra attenzione al fenomeno del land grabbing riproduciamo qui un articolo tratto da farmlandgrab.org | Costa d’Avorio: il BF italiano si impegna per un progetto agricolo da 157 milioni di dollari sulla base di informazioni provenienti dall’Agenzia Ecofin, su una concessione di terra che il governo della Costa d’Avorio ha riconosciuto alla società Bonifiche Ferraresi (BF) che ha una capitalizzazione di oltre 1 miliardo di euro (Azioni B.F.: quotazione, grafico, dati e notizie – IT0005187460 | SoldiOnline.it). Si tratta di un investimento importante che questa società sta realizzando nel quadro di un piano di sviluppo delle sue attività nel mondo. BF sta infatti internazionalizzando il suo modello di affari, anche a prescindere dal Piano Mattei, per produrre in loco generi alimentari. Finora le dichiarazioni indicano che lo scopo è produrre per i mercati locali e regionali, in modo da acquisire quote di mercato riducendo la dipendenza di questi paesi dalle importazioni.
D’altra parte affinché questi investimenti non siano considerati come land grabbing occorrerebbe avere informazioni su quanto e come le comunità locali che vivono e coltivano già negli appezzamenti concessi, siano state coinvolte assicurando loro un generale miglioramento delle condizioni di vita e la possibilità di continuare a lavorare in modo indipendente. Se le coltivazioni sono di carattere monocolturale riducendo in modo grave la biodiversità locale. Come viene gestita la risorsa idrica. Quanto valore aggiunto, occupazione e reddito, viene effettivamente creato a livello locale, trasferendo tecnologie sostenibili. Occorre poi vedere se la produzione sarà effettivamente per il mercato locale ed eventualmente quanto invece verrà esportato verso i mercati esteri, con uno scarso valore aggiunto locale, riproducendo modelli di carattere neocoloniale.
La Costa d’Avorio è un importatore netto di prodotti alimentari, come la maggior parte dei paesi africani. Il governo, che sta cercando di ridurre la sua dipendenza dalle importazioni, sta incoraggiando gli investimenti del settore privato per aumentare la produzione locale.
In Costa d’Avorio, il 25 settembre Kobenan Kouassi Adjoumani, ministro dell’Agricoltura, ha firmato un accordo di investimento di 134 milioni di euro (156,8 milioni di dollari) con il gruppo agroindustriale italiano Bonifiche Ferraresi. Secondo le informazioni trasmesse dall’Agenzia di stampa ivoriana (AIP), questo accordo riguarda l’installazione e lo sviluppo di un’azienda agricola pilota in una tenuta di 10.000 ettari a Tagadi, nella sottoprefettura di Sorobango.
Secondo le autorità, questa iniziativa ha lo scopo di rafforzare la produzione agricola e la sicurezza alimentare riducendo la dipendenza dalle importazioni di grano e riso, promuovendo al contempo colture locali come igname, mais, miglio, peperoncino e melanzane. Per il momento, i dettagli sull’inizio delle attività non sono ancora stati rivelati.
Per il gruppo italiano, lo sviluppo di un progetto di produzione agricola in Costa d’Avorio è un’opportunità per acquisire una quota della spesa dedicata alle importazioni annuali di prodotti alimentari nel Paese.
In un rapporto intitolato “The State of Commodity Dependence 2025”, pubblicato lo scorso luglio, la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD) ha sottolineato, ad esempio, che la nazione eburniana ha importato in media quasi 2,90 miliardi di dollari di cibo tra il 2021 e il 2023. Tra i principali prodotti alimentari importati ci sono il riso, il grano tenero e la farina alimentare.
Rafforzare gli investimenti in Africa Occidentale
Con questo nuovo progetto annunciato in Costa d’Avorio, il Gruppo BF continua ad espandere le sue attività in Africa Occidentale, arrivando ad essere presente in tre paesi della regione. Va notato che l’azienda è coinvolta dall’agosto 2024 nello sviluppo di una tenuta agricola di 5.000 ettari ad Aveyime-Battor, in Ghana, nella regione del Volta, per un costo totale di 98,5 milioni di dollari.
Più recentemente, BF ha anche firmato un memorandum d’intesa nell’aprile 2025 con il sindaco del comune di Kaour, in Senegal, per la realizzazione di un progetto agroindustriale simile che comporterà lo sviluppo di una tenuta agricola di 10.000 ettari.