“Da coraçao a terra”. Alle radici del nostro impegno per l’ambiente ed una società più giusta
Di Houda Khtiri e Sara Ferigo – giovani attiviste FOCSIV
Dal 27 aprile al 3 maggio, insieme ad un gruppo di giovani provenienti da Slovacchia, Inghilterra, Germania, Spagna, Portogallo, Belgio e Francia, abbiamo partecipato, come giovani attiviste FOCSIV, al campo “Da coraçao a terra” (Dal cuore alla terra), parte della campagna organizzata da CIDSE Change for the Planet, Care for the People, a cui FOCSIV partecipa, e nella quale sono inseriti anche i campi giovani FOCSIV (quello di Bracciano del 2020, quello di Milano del 2021, e quello che ci sarà a Roma in giugno 2022)
Siamo stati ospitati nella bucolica cornice di Casa Velha (Ourem), associazione che, attraverso la sperimentazione di una vita comunitaria semplice in un ambiente rurale, ma anche tramite il silenzio, la riflessione e la condivisione, si pone l’obiettivo di contribuire ad uno sviluppo umano integrale in equilibrio con la natura e con gli altri.
Abbiamo trascorso giorni ricchi di testimonianze, dinamiche di gruppo e lavoro sul campo, legati a momenti di riflessione e spiritualità, all’interno di uno spazio di incontro e sviluppo personale, a diretto contatto con la natura. Abbiamo imparato a prenderci cura della nostra Casa Comune assieme, a rispettare i ritmi della natura, a riflettere sulla nostra fragilità e ad essere consapevoli dell’importanza di ascoltare e fidarsi degli altri, a valorizzare lo sforzo e il lavoro di squadra, l’impegno, il dono del silenzio, la gratitudine, ad aspettare e ad avere pazienza. In breve, a come essere parte dell’ecosistema per vivere in accordo e rispetto con esso e a coltivare non solo la terra, ma anche la relazione con gli altri e con noi stessi.
Casa Velha ha infatti rappresentato non solo uno spazio di riflessione collettiva ma anche di introspezione individuale: una delle lezioni più importanti che ci portiamo a casa è che il cambiamento e la cura del pianeta e dell’altro iniziano dal coltivare una relazione positiva con noi stessi e con il nostro stare al mondo, dall’imporci un ritmo di vita in connessione con la natura e con la nostra spiritualità.
Nel confronto con i relatori e nello scambio di esperienze individuali abbiamo toccato con mano la complessità sistemica che caratterizza il nostro presente, a livello globale ma soprattuto locale. Siamo giunti alla conclusione che non esistono soluzioni preconfezionate per affrontarla, ma che, al contrario, questa complessità richiede un approccio olistico ed orientato alla realtà, attraverso la capacità di calarsi in essa.
Un’altra consapevolezza che abbiamo fatto nostra è che l’interconnessione sistemica fa parte del problema ma al tempo stesso anche della soluzione: è solo attraverso la creazione di connessioni fra diverse realtà (politiche, imprenditoriali, della società civile, religiose) che un vero cambiamento è possibile.
Durante il campo abbiamo avuto modo di “sporcarci le mani” (non solo metaforicamente) di terra attraverso il lavoro agricolo nel campo. Una terra amata quanto fragile: questa consapevolezza ha scandito la nostra esperienza a casa Velha, la stessa che ci vogliamo portare dentro nel continuare a mobilitarci per il pianeta e per le persone che lo abitano.
Più di tutto, l’esperienza di gruppo a Casa Velha ci ha dato la possibilità di sperimentare un senso di appartenenza ad un movimento di pensiero e valoriale, nella condivisione e nell’apprezzare la bellezza delle cose semplici, per permetterci di ritrovare la connessione con noi stessi e con la realtà che ci circonda.
Alla fine di questa esperienza, possiamo dire che è proprio vero che sono i piccoli passi che fanno il cambiamento: come ha detto Pedro Walpole S.J., “il pellegrinaggio è un percorso, è ciò che accade lungo il cammino che conta, non la meta”.