I ricchi contro i poveri in Perù

Fonte immagine Perù, scontri a Lima dopo manifestazione contro nuovo governo: un morto e oltre 100 feriti
Ufficio Policy Focsiv – Volentieri rilanciamo qui un articolo di Giovanni Vaccaro, volontario e cooperante vicino alla FOCSIV, che denuncia il clima di oppressione sociale che si vive in Perù, e in occasione della grande marcia di contestazione alla Presidente destituita Dina Boluarte, al Presidente ad interim José Jerì, e al Parlamento del Perù del 15 ottobre. (vedi anche Un morto e più di cento feriti dopo una grande manifestazione a Lima, in Perù – Internazionale)
Vi racconto che ieri abbiamo partecipato, con vari compagni della associazione Yachay Wasi, alla marcia nazionale, convocata dai giovani e da varie categorie di lavoratori, contro la dittatura della Presidente e del Congresso del Perù.

Siamo arrivati alla Plaza Grau, uno dei centri di convocazione per la marcia, verso le 16:30. Subito ci ha colpito l’enorme quantitá di persone presenti. Ci siamo lasciati contagiare dell’allegria del clima di fiducia che si respirava quando incrociavi gli sguardi con ogni partecipante: giovani universitari, soprattutto, ma anche tanti collettivi giovanili e di varie categorie di artisti e lavoratori.

All’inizio é stata una gran festa. Incontravamo anche amici che da tempo non ci vedevamo, salutandoci compiaciuti, dicendoci reciprocamente: “Ci troviamo giusto nel posto dove dobbiamo stare in questo momento storico”.

Abbiamo marciato per varie piazze principali e poi la decisione di marciare tutti insieme verso il Congresso della repubblica, simbolo oggi dei vari abusi di potere che avvengono in tutto il paese e della proliferazione di gruppi criminali che operano impunemente deforestando vari luoghi dell’Amazzonia, praticando un estrattivismo minerario indiscriminato, praticando la tratta di persone e l’estorsione, in ogni angolo delle cittá, soprattutto nelle periferie di Lima. Nella nostra zona si fa estorsione alla povera gente che lavora per sopravvivere vendendo al mercato, agli autisti dei pulmini ed autobus, alle scuole e ad ogni attivitá economica che sia visibile.
Mentre marciavamo verso il congresso, in un clima di allegria e speranza, dal nulla hanno incominciato a lanciare lacrimogeni. Immediatamente non riuscivamo a vedere niente, si chiudeva la gola, gli occhi bruciavano e non riuscivamo ad aprirli per capire dove scappare. Meno male che immediatamente ci siamo messi attorno al viso panni imbevuti di aceto e bicarbonato che hanno alleggerito un poco gli effetti.