Il ruolo di assistenza dei migranti: il caso libanese
Fonte immagine: REUTERS / Mohamed Azakir
Il Libano è diventato il paese più dipendente dalle rimesse al mondo grazie a decenni di corruzione sistemica e cattiva gestione nel settore finanziario
Ufficio Policy Focsiv – Proponiamo di seguito la traduzione in italiano dell’articolo I migranti libanesi responsabili di oltre la metà del PIL libanese (thecradle.co) che mostra come i migranti, grazie alle loro rimesse, siano i principali responsabili del sostegno alle famiglie, alla società e all’economia di Paesi in crisi, come nel caso del Libano. Le rimesse sono complementari e purtroppo alle volte sostituiscono l’assistenza al welfare delle popolazioni in crisi. Se l’aiuto pubblico allo sviluppo non è sufficiente (vedi home – campagna 070) e, soprattutto, se i politici del Paese non riescono a prendere decisioni per adottare le riforme necessarie, le famiglie ricorrono a chi li può aiutare direttamente e cioè ai propri figli o parenti all’estero, i migranti. Ecco quindi che le diaspore diventano, come nel caso del Libano, il principale responsabile del mantenimento di un certo livello di benessere del loro Paese di origine. Ciò però non dovrebbe diventare una relazione di dipendenza continua.
“Le rimesse dall’estero hanno costituito oltre la metà del prodotto interno lordo (PIL) del Libano nel 2021, rendendo la nazione colpita dalla crisi il paese più dipendente dalle rimesse al mondo.
Secondo un rapporto pubblicato all’inizio di dicembre 2022 dalla ONG statunitense Mercy Corps, le rimesse si sono trasformate in una strategia di assistenza per molti in assenza delle decisioni politiche per attuare un piano di ripresa o attuare riforme economiche.
Il rapporto evidenzia che, nel 2021, il denaro inviato dall’estero dalla diaspora libanese ha rappresentato il 53,8% del PIL della nazione, che si è attestato a 18,08 miliardi di dollari.
Il PIL del Libano nel 2019, l’anno in cui è iniziata la crisi provocata dall’uomo, è stato pari a 51,9 miliardi di dollari.
Mercy Corps stima che tra il 15 e il 30% delle famiglie libanesi attualmente dipende dalle rimesse come fonte di reddito.
Di queste famiglie, il 32% ha dichiarato di non poter coprire le proprie spese senza le rimesse, mentre il 41% ha dichiarato di non poter coprire nemmeno i bisogni più elementari senza un aiuto finanziario dall’estero.
Gran parte delle rimesse – fino al 70% secondo alcuni esperti –entrano in Libano trasportate dai viaggiatori attraverso l’aeroporto di Beirut.
La relazione conclude tuttavia che le rimesse non sostituiscono le riforme economiche e sociali o l’assistenza umanitaria e allo sviluppo ben mirata. Inoltre, alcuni economisti hanno avvertito che un’economia così dipendente dalle rimesse rischia di distogliere la spesa dai settori produttivi e ostacolare la crescita a lungo termine.
Negli ultimi tre anni, il Libano ha affrontato quella che la Banca Mondiale descrive come la peggiore crisi economica dell’era moderna. La crisi ha quasi spazzato via il valore della valuta locale e gettato oltre l’80% dei cittadini al di sotto della soglia di povertà.
Al 20 dicembre del 2022, il tasso di cambio del mercato nero per la lira libanese era pari a 44.400 lire per un dollaro USA.
La crisi ha anche scatenato un nuovo flusso migratorio (https://thecradle.co/Article/News/16055), poiché nell’ultimo anno centinaia di famiglie hanno cercato di intraprendere il pericoloso viaggio attraverso il Mediterraneo in cerca di lavoro.
Mentre la situazione continua a degenerare, le banche e le autorità libanesi continuano a eludere la responsabilità del loro ruolo in ciò che le Nazioni Unite descrivono come una “violazioni dei diritti umani“.”