IN SALVO I PRIMI 25 PROFUGHI GRAZIE AL NUOVO CORRIDOIO UMANITARIO DALL’ETIOPIA
Nella mattinata del 30 novembre, sono arrivati regolarmente a Roma i primi 25 profughi che hanno vissuto gli ultimi anni nei campi rifugiati in Etiopia, in condizioni di estrema difficoltà.
Il gruppo è giunto su territorio italiano attraverso i corridoi umanitari previsti dal protocollo di intesa con lo Stato Italiano ed organizzati dalla Comunità di Sant’Egidio, insieme alla Comunità episcopale italiana (Cei), con la Caritas e la Fondazione Migrantes. Il protocollo, finanziato dall’ 8 x Mille, prevede il trasferimento di 500 profughi dall’Etiopia in due anni.
Ad accogliere il gruppo all’aeroporto di Fiumicino sono stati: il Segretario della Cei Monsignor Nunzio Galantino, il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, il capo dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del ministero dell’Interno Gerarda Pantalone e del prefetto Mario Morcone.
“Quella dei corridoi umanitari non è una nuova esperienza per la Chiesa Cattolica”, ha dichiarato Galantino “ma si pone a fianco di altre iniziative che la Chiesa italiana sviluppa in questi paesi di migrazione e transito da più di 30 anni (…) È inoltre desiderio e progetto della Chiesa italiana di creare le condizioni per cui le persone possano rimanere nei Paesi in cui stanno”. Galantino ha inoltre aggiunto che la sua “speranza è che il ripetersi dell’esperienza dei corridoi umanitari diventi una prassi consolidata, la strada per chi ha bisogno di realizzare il sogno di vivere con dignità”.
Sono già 50 le diocesi che hanno offerto la propria disponibilità ad accogliere le famiglie del gruppo. Tra queste, la Caritas di Ragusa offrirà ospitalità a Mohamed Abdi, 54 anni, la moglie Kadija Hussen, 31 anni ed ai loro cinque bambini, tra i 2 e 15 anni. La famiglia, di religione musulmana, è stata a lungo perseguitata da gruppi di fondamentalisti islamici. Una delle bambine è affetta da lupus, malattia che ha già portato alla morte del fratello più piccolo. La Caritas di Ventimiglia ospiterà una famiglia del Sud Sudan, formata da un papà e dai suoi due bambini, una dei quali affetta da una grave patologia oculare.
I restanti membri del gruppo saranno accolti dalla Comunità di Sant’Egidio.
Inoltre, parrocchie ed istituti religiosi prenderanno parte alla realizzazione del progetto di accoglienza, che prevede un percorso di integrazione sociale e lavorativa grazie all’assistenza di famiglie italiane che diverranno dei veri e propri “tutor”. Ai 500 richiedenti asilo saranno garantite assistenza sanitaria, corsi di lingua italiana ed altri servizi. “Questa esperienza realizza il modello di accoglienza diffusa sui territori, che vede le comunità locali elemento centrale da coinvolgere ed attivare per realizzare una vera accoglienza, dignitosa e nel pieno rispetto dei diritti umani, e perchè possa effettivamente parlarsi di integrazione stabile”, commenta Andrea Stocchiero, policy officer FOCSIV. “L’apertura di corridoi umanitari rappresenta uno dei pilastri centrali per la gestione dei flussi migratori, per assicurare l’effettività del diritto alla mobilità e per arginare le violazioni dei diritti umani e il traffico di esseri umani che stanno dietro alle immigrazioni irregolari”, continua Stocchiero. “L’Europa deve lavorare nella direzione dell’adozione di una politica migratoria europea che guardi alle migrazioni non in termini emergenziali e securitari, ma in termini di sviluppo, sia per i territori di provenienza che per quelli di destinazione”.
Ricordiamo che l’Etiopia è stato uno dei 3 casi studio analizzati all’interno del rapporto “Partenariato o condizionalità dell’aiuto?” presentato a Roma lo scorso 23 novembre. Il Rapporto ha come oggetto il monitoraggio del Fondo Fiduciario d’Emergenza per l’ Africa e i Migration Compact dell’Unione Europea, ed è stato elaborato da CONCORD Italia e CINI, in collaborazione con FOCSIV e AMREF.