Le richieste al Governo italiano per riformare l’architettura finanziaria globale

Fonte immagine Types of Negotiations | Negotiation Experts
Ufficio Policy Focsiv – Nel quadro della Campagna Home – CAMBIARE la ROTTA divulghiamo di seguito la lettera che GCAP Italia (Homepage – GCAP ITALIA), di cui Focsiv è membra, ha inviato a Tajani, ministro degli affari esteri, al viceministro Cirielli sempre del Ministero affari esteri e della cooperazione internazionale, al direttore generale della cooperazione, alla Presidenza del Consiglio, alla direzione del tesoro al Ministero dell’economia e delle finanze, per chiedere che il Governo italiano con l’Unione europea appoggi le richieste di riforma dell’architettura finanziaria internazionale a sostegno dei diritti delle popolazioni impoverite nella prossima IV Conferenza Internazionale delle Nazioni Unite sul finanziamento dello sviluppo di Siviglia.
Le considerazioni complete di GCAP sono scaricabili qui.
Le considerazioni iniziano col chiedere che il Governo italiano sostenga con forza la prospettiva multilaterale presso le Nazioni Unite, “le trasformazioni in atto negli ultimi anni e il brusco cambiamento portato in queste settimane dall’Amministrazione Trump alle relazioni internazionali sembrano spingere nella direzione di sostituire una logica di potere con un’altra, modificando solo i baricentri geografici e politici. Questo … genera apprensione sul futuro della famiglia umana”.
La centralità delle Nazioni Unite è fondamentale per dare voce alle popolazioni impoverite, tutelare la pace, oggi così minacciata, e per dare legittimità e cogenza agli accordi internazionali. “In questa luce vanno lette le nostre richieste di riconsiderare e, sia pure gradualmente, riformare spazi e ruoli pur autorevoli come quelli dell’OCSE o delle Istituzioni finanziarie internazionali, il cui meccanismo di governance interna mantiene, sia pure ridotto rispetto al passato, un consistente squilibrio democratico nel processo di partecipazione alle decisioni. In questa stessa direzione vanno le richieste in tema di regolamentazione dei processi e dell’architettura finanziaria internazionale, che propongono centralità delle Nazioni Unite, di cui la stessa Conferenza è espressione”.
Riguardo il debito internazionale, chiediamo di “creare presso le Nazioni Unite un ambito che permetta di convocare sia creditori pubblici e privati, sia governi, società civile e comunità dei paesi debitori per discutere e concordare un quadro giuridicamente vincolante sull’architettura finanziaria legata al debito, nonché la questione delle regole di prestito responsabile, all’interno di una Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul debito”.
La cooperazione internazionale si sta frantumando (Previsti tagli dell’aiuto allo sviluppo per 74 miliardi- Focsiv) “si invita quindi a firmare una Convenzione quadro delle Nazioni Unite, valorizzando quanto elaborato sulla efficacia degli aiuti e per il finanziamento dello sviluppo sostenibile..un foro più partecipativo rispetto a quello già rilevante dell’OCSE DAC che, visto dal punto di vista del Sud del Mondo, si presenta squilibrato a favore dei paesi ad alto reddito.. Per definire norme e standard in relazione al flusso dell’assistenza pubblica allo sviluppo, promuovendo ulteriore trasparenza e responsabilità..con impegni chiari e monitorabili”
Sulla cooperazione fiscale occorre ”sostenere i negoziati intergovernativi per la creazione di una Convenzione quadro delle Nazioni Unite sulla cooperazione fiscale internazionale, con tassazioni progressive all’interno dei paesi e che promuova meccanismi di coordinamento per ridurre le disuguaglianze fra paesi, ridurre gli spazi di evasione ed elusione fiscale, e creare meccanismi di prelievo, in quanto tali obbligatori, coordinati a livello internazionale per distribuire le risorse là dove maggiori sono le urgenze e maggiori le contribuzioni”.
La finanza privata, “ … non può essere la risposta alle sfide dello sviluppo sostenibile. Il suo ruolo può essere comunque rilevante, ma occorre che sia mantenuto al servizio delle priorità identificate da ogni Paese in coerenza con i principi dell’Agenda 2030 e i suoi Obiettivi, nel più generale rispetto dei Diritti Umani. In questa prospettiva manifestiamo la nostra preoccupazione ad una promozione acritica di grandi programmi di investimento, come quelli considerati nella Global Gateway o nella PGII promossa dal G7, che non siano stati preventivamente disegnati e concordati con le comunità locali e che non contemplino la loro partecipazione attiva e informata nell’esecuzione e nel monitoraggio. Sosteniamo l’appello all’adozione di un trattato delle Nazioni Unite sulle imprese e i Diritti Umani per regolamentare nell’ambito del diritto internazionale le attività delle imprese, transnazionali e non”.
La riforma del ruolo delle istituzioni finanziarie internazionali dovrebbe “… riaffermare il ruolo dell’ONU come legislatore nella governance economica globale, con una particolare attenzione alla partecipazione democratica di tutti gli Stati, e con un radicale ripensamento del sistema delle agenzie di rating”.
Infine vi è uno spazio del governo italiano
“Chiediamo al governo italiano di farsi promotore di una convergenza nella prospettiva che abbiamo indicato…Rinnoviamo anche in questa sede le domande presentate dalla Campagna Cambiare la rotta, trasformare il debito in speranza, che rilanciano l’appello lanciato da papa Francesco in occasione del Giubileo, richiedendo la creazione di un meccanismo ONU di gestione delle crisi, una riforma finanziaria globale e il rilancio della finanza climatica.
L’Italia può svolgere un ruolo prezioso. Può offrire un importante segno politico annunciando a Siviglia nuove operazioni di cancellazione del debito verso alcuni paesi impoveriti utilizzando la legge n.209/2000. Può portare l’esempio introducendo nei contratti sottoscritti le clausole di cancellazione automatica in caso di emergenza climatica, sociale o economica.
Può presentarsi con una precisa definizione delle risorse complessive che metterà a disposizione dello sviluppo sostenibile con una programmazione del raggiungimento dello 0,7% del PIL per l’APS, coniugando con chiarezza cooperazione allo sviluppo e finanza per il clima. Può disegnare e presentare il Piano Mattei come un esempio di partnership con l’Africa in grado di promuovere percorsi condivisi in modo trasparente con le istituzioni locali, le associazioni della società civile africane e le comunità.
Sollecitiamo il governo a svolgere un ruolo attivo e propositivo, anche con la presenza del Presidente del Consiglio alla Conferenza di Siviglia. I temi in discussione avranno un impatto rilevante sul futuro di milioni di persone. È un futuro che riguarda anche il nostro paese e le nostre responsabilità in ambito internazionale”.