L’imperativo della cooperazione, oggi, nel mondo!
Quello che segue è un riassunto del rapporto “The imperative of cooperation” pubblicato da Civil Society Equity Review, https://equityreview.org/report2022-prerelease, e sostenuto tra gli altri anche da FOCSIV.
L’imperativo della cooperazione – i passi verso una risposta equa alla crisi climatica
Sei rapporti sono stati pubblicati in seguito all’accordo di Parigi del 2015 riguardo la riduzione dell’emissione dei gas serra. Essi hanno valutato sistematicamente le azioni per il clima di diversi paesi, in relazione alle loro quote eque di emissioni di gas serra e contributo al finanziamento delle misure di mitigazione, adattamento e perdite e danni. Questi sei rapporti hanno costantemente dimostrato che mentre essenzialmente tutti i paesi devono aumentare i loro sforzi per trasformarsi in società resilienti e prive di emissioni di carbonio, i paesi del Nord sono drammaticamente al di sotto delle loro giuste quote di responsabilità. Queste lacune in termini di ambizione e attuazione causano effetti disastrosi, e minacciano di degenerare presto. La maggior parte dei paesi più poveri, al contrario, ha assunto impegni che superano o soddisfano ampiamente la loro giusta quota di responsabilità. Eppure, anche loro devono ancora aumentare i loro sforzi, perché le emissioni dissolute dei paesi più ricchi e delle élite globali hanno avuto un impatto sproporzionato che ha esaurito il bilancio del carbonio. Il lavoro del World Inequality Lab mostra che l’uno percento dei maggiori emettitori globali è responsabile di quasi un quarto delle emissioni globali dal 1990. I paesi del Nord del mondo hanno quindi un dovere morale di ridurre significativamente le proprie emissioni oltre che a fornire risorse finanziarie e tecnologiche al Global Sud. È quindi necessario un aumento della cooperazione internazionale.
Le aree chiave in cui la cooperazione internazionale è sia possibile che necessaria sono le seguenti
Cooperazione internazionale nell’ambito dell’UNFCCC
All’interno dell’UNFCCC esistono numerosi strumenti per consentire passi immediati verso la necessaria cooperazione, ma hanno avuto un successo limitato nella promozione della cooperazione su larga scala e il rafforzamento della capacità istituzionale per la creazione di un solido sistema di cooperazione globale.
I paesi del Nord del mondo devono impegnarsi a un sostegno esteso su una scala coerente con la loro giusta quota basata su una valutazione delle reali esigenze finanziare. Una risposta globale di successo alla crisi climatica è impossibile se non chiudiamo questo divario finanziario per il clima. Gli impegni finanziari dovrebbero essere espressi chiaramente negli NDC nazionali, mettendo in chiaro le esigenze di rafforzamento delle capacità del Sud del mondo. Dovrebbero impegnarsi così da rendere i vari forum all’interno dell’UNFCCC adatti a uno scambio costruttivo e sostanziale.
Cooperazione internazionale attraverso iniziative e piattaforme multilaterali per affrontare il problema dei finanziamenti, delle energie rinnovabili e dell’eliminazione graduale dei combustibili fossili
Iniziative di finanziamento
Le iniziative per aumentare i finanziamenti per il clima devono catalizzare maggiori flussi di finanziamenti, migliorare l’azione costruendo fiducia e completare i canali formali di finanziamento per il clima. Alcune di queste iniziative comprendono l’imporre tasse progressive sui consumi (ad es. carbonio, aviazione), tasse sui profitti inaspettati o extraprofitti, tasse sul patrimonio e tasse sulle transazioni finanziarie.
Come ha dimostrato la risposta alla pandemia COVID, i governi del Nord del mondo possono trovare rapidamente miliardi – e persino trilioni – nella “finanza di emergenza”. Dunque, alcune di queste opzioni finanziarie potrebbero essere immediatamente esplorate, se ci fosse una volontà di farlo.
Energie rinnovabili e iniziative di giusta transizione
C’è un urgente bisogno di iniziative e piattaforme cooperative che possano consentire una giusta e rapida transizione internazionale verso le energie rinnovabili e le società a zero emissioni di carbonio. È necessario un piano di investimenti pubblici globale che risponda alle esigenze, alle dimensioni e alla velocità per sostenere transizioni eque in tutti i paesi. È necessario un programma globale in cui tutti i paesi del Nord del mondo possano raccogliere risorse (in base alle loro quote eque) per fornire un finanziamento globale per l’energia rinnovabile e un meccanismo di sostegno. Ciò richiede un aumento dei finanziamenti pubblici, dell’aiuto pubblico allo sviluppo, politiche trasformative, tutele rigorose, garanzie di investimento a lungo termine e cooperazione internazionale.
Per garantire iniziative e piattaforme di transizione giusta e di diversificazione economica è essenziale che sia i paesi produttori che quelli consumatori di combustibili fossili siano in grado di intraprendere profondi cambiamenti strutturali. Rafforzare i sindacati e la cooperazione internazionale saranno fondamentali per garantire che le iniziative per una transizione giusta siano rivolte non solo ai lavoratori dell’industria dei combustibili fossili e dei settori correlati, ma anche ai lavoratori dell’industria delle energie rinnovabili e le comunità a rischio. Possibili aree di cooperazione che potrebbero avvantaggiare tutti i paesi includono anche idee audaci come l’istituzione di un fondo globale di protezione sociale e di un reddito base universale.
Iniziative orientate all’eliminazione graduale dei combustibili fossili
Un’area che richiede un aumento della cooperazione internazionale è legata alla graduale eliminazione della produzione di combustibili fossili. Alcune pratiche includono:
- Migliori accordi per la trasparenza e la responsabilità come un registro globale dei combustibili fossili per sostenere tutti i governi che lavorano insieme per migliorare la comprensione e la conoscenza dei piani di produzione e di phase-out;
- Attuazione degli impegni per porre finalmente fine ai sussidi pubblici dei combustibili fossili e incoraggiare altri paesi a fare lo stesso;
- Collaborazione su iniziative e proposte “keep it in ground”, ad esempio quelle proposte da Colombia, Timor Est (e, storicamente, Ecuador);
- Cooperazione DEL club “first-mover” come la Beyond Oil and Gas Alliance (BOGA) per sviluppare le migliori pratiche e condividere approcci politici;
- Una commissione globale sui combustibili fossili, che attraverso consultazioni raccoglierebbe prove, stabilirebbe una base di conoscenza, costruirebbe e amplierebbe il consenso attorno al quale una comunità molto più ampia di esperti, cittadini impegnati e organizzazioni possono fondersi e cooperare per sostenere lo sviluppo di politiche per la giusta transizione dai combustibili fossili;
- Lo sviluppo di nuovi accordi e trattati multilaterali, come il Trattato proposto di non proliferazione dei combustibili fossili, che fornirebbe un quadro giuridico per arrestare l’estrazione e lo sviluppo di energia fossile a livello globale, prevedendo anche una diversificazione economica, transizioni verso le energie rinnovabili e una transizione globale giusta che non lascia indietro nessun lavoratore, comunità o paese.
Cooperazione internazionale per gestire l’instabilità del mercato energetico e consentire un’equa eliminazione graduale dei fossili
Sono necessarie misure straordinarie per gestire equamente la rapida transizione dai combustibili fossili. Uno sforzo particolare deve essere rivolto alla gestione della volatilità dei prezzi dell’energia e l’interruzione generalizzata che potrebbe accompagnare una caotica eliminazione dei combustibili fossili. Sono necessari nuovi accordi internazionali tra produttori, consumatori, fornitori di tecnologia e investitori per gestire la sicurezza energetica, stabilizzare i prezzi ed evitare ulteriori turbolenze.
Questi sforzi devono essere abbinati al reindirizzamento attivo della finanza, richiedendo la piena divulgazione del carbonio sostenuto dagli investitori, finendo l’abituale protezione del governo degli investitori fossili, tassando pesantemente i guadagni inaspettati e indirizzando le risorse pubbliche in energia pulita e infrastrutture sostenibili.
Cooperazione internazionale verso il cambiamento delle regole e dell’architettura del commercio globale, degli investimenti, della finanza e della tecnologia
Il regime economico e politico internazionale che sostiene le relazioni tra paesi, come sono oggi, limita e impedisce la rapida, equa e giusta transizione da combustibili fossili a sistemi di energia pulita e rinnovabile al 100%. Queste condizioni includono il sistema finanziario internazionale neoliberista caratterizzato da una attenzione alla crescita economica, il potere, l’impunità delle corporazioni transnazionali, i fallimenti dell’economia globale esistente e degli accordi di governance finanziaria, nonché l’iniqua economia interna del sud e di sistemi politici spesso ancora carichi delle eredità antidemocratiche del colonialismo.
Tutto ciò ha comportato a un netto deflusso di ricchezza e risorse, comprese le risorse naturali, dal Sud del mondo al Nord del mondo, attualmente stimato a quasi 2 trilioni di dollari l’anno. Questi flussi hanno portato povertà e disuguaglianze sempre più profonde e poche risorse e spazio politico per perseguire i cambiamenti a livello di sistema necessari per coprire le perdite e danni, costruire resilienza e intraprendere transizioni giuste ed eque.
La cooperazione internazionale è fondamentale per realizzare una ristrutturazione in quattro settori per trasformare i sistemi economici e politici internazionali:
- Il debito pubblico, in particolare, è un peso per i paesi e le comunità che si sforzano di passare a percorsi più sostenibili e un ostacolo alla trasformazione climatica. Deve essere rimosso e, a tal fine, abbiamo urgente bisogno di un meccanismo di liquidazione del debito globale, democratico e trasparente che non sia dominato dai prestatori e creditori, e che trasformi le strutture di prestito internazionale che attualmente creano trappole del debito insostenibili e illegittime per il Sud del mondo.
- Il sistema fiscale internazionale richiede la cooperazione internazionale per eliminare i problemi derivanti dal pregiudizio aziendale, ad esempio, negoziando una nuova convenzione fiscale delle Nazioni Unite, e/o un ente fiscale globale intergovernativo delle Nazioni Unite.
- Ancora più fondamentale, una giusta transizione climatica globale richiede la trasformazione delle regole e degli accordi sul commercio e sugli investimenti, che attualmente aggravano le disuguaglianze dell’economia esistentetra i paesi. Sia la crisi finanziaria asiatica del 1997 che quella del 2008esemplificano il comportamento distruttivo di un sistema finanziario internazionalecaratterizzato da estremi di deregolamentazione e di profitto nel breve termine.
- Il regime sui diritti di proprietà intellettuale legati al commercio (TRIPS), al contrario, risente di una monopolizzazione forzata che aumenta il costo del trasferimento tecnologico, dell’acquisizione e diffusione per molti paesi del Sud del mondo, senza dimostrare chiari benefici nell’incentivare l’innovazione per importanti beni pubblici. È urgentemente necessario un regime orientato al miglioramento del benessere pubblico, in particolare in alcuni settori critici come le tecnologie mediche come i vaccini e le tecnologie delle energie rinnovabili.
- Infine, gli accordi di risoluzione delle controversie investitore-Stato (ISDS) privilegiano gli interessi di multinazionali e investitori internazionali rispetto a quelli dei paesi del Global Sud e i suoi cittadini. Essi sanciscono il diritto degli investitori e delle società straniere a denunciare i governi per un loro risarcimento se le politiche del governo riducono i profitti e/o rappresentano una presunta violazione degli obblighi relativi agli investimenti. Questo può limitare gravemente la capacità dei governi di attuare politiche e applicare misure che rafforzano la regolamentazione delle industrie dei combustibili fossili, facilitando una graduale eliminazione dei sistemi energetici a combustibili fossili.
Un approccio di quote eque di responsabilità è un prerequisito per un regime climatico di successo. Questo significa una profonda rivisitazione a tutti i livelli delle politiche, e la eliminazione di pratiche e disposizioni che approfondiscono le disuguaglianze tra i paesi.