Marelli: a Cancun s’alza la temperatura, si bruciano le occasioni
“Un monito per chi ripetutamente violenta l’ambiente e pregiudica in pochi decenni quanto conservato e tramandato per secoli anche a nostro beneficio. Una ennesima occasione per rispondere con onestà e concretezza alle conseguenze che i cambiamenti climatici hanno sulle popolazioni povere e vulnerabili del pianeta”. Sergio Marelli, Segretario Generale della FOCSIV, da Cancun dove da una settimana segue la sessione di Alto Livello della Conferenza sui cambiamenti climatici, commenta così i lavori della COP 16.
“Il termometro dei negoziati ha registrato da subito una temperatura tendente al rialzo. Sia per quanto attiene i febbrili incontri paralleli sia per le attese delle oltre 1.200 ONG e organizzazioni di società civile presenti al Vertice, tutte preoccupate dalla decisione di affidare alla Banca Mondiale le risorse che si spera saranno disponibili dopo Cancun – dice Marelli -. Questa istituzione, infatti, non brilla certo per coerenza in materia di lotta ai cambiamenti climatici. Basta pensare che la maggior parte dei suoi finanziamenti sono destinati a sostenere progetti di sfruttamento delle energie fossili invece di quelle rinnovabili”.
L’Italia chiede un accordo comprensivo di tutti i Paesi e agli USA e alla Cina passi concreti per ottenere soluzioni efficaci. Bene, peccato che il Ministro italiano Stefania Prestigiacomo ha già messo le mani avanti commentando che si tratta di ambizioni troppo alte e tempi troppo stretti che bruciano la possibilità di ottenere risultati concreti e fattibili.
Grande attesa c’è stata per la posizione cinese e per la risposta americana e della Russia. Questi Paesi, infatti, insieme a India e Giappone sono i responsabili di oltre l’’80% della produzione di gas inquinanti e di CO2 in particolare.
“Se questi grandi inquinatori dovessero rispettare gli impegni per una significativa riduzione delle loro emissioni, il futuro del pianeta si avvierebbe verso la salvezza – commenta Marelli – ma comunque non basterebbe. Ciò che serve è anche lo stanziamento delle risorse necessarie per finanziare l’adeguamento dei Paesi in Via di Sviluppo agli standard eco compatibili, senza le quali, le già poverissime economie dei Sud del mondo si troverebbero impossibilitate a contribuire al mitigamento dei cambiamenti climatici. La questione dei finanziamenti, quindi, è altrettanto fondamentale quanto le azioni di riduzione delle emissioni”.
A frenare gli entusiasmi, in ogni caso, ci pensa la tattica americana che “sembrerebbe, in sintesi, quella di voler uscire da Cancun con un accordo che non preveda vincoli, né tanto meno obiettivi misurabili come quelli previsti dal Protocollo di Kyoto. Così si prolungano di un altro anno i negoziati, fino alla prossima Conferenza (la COP 17) prevista per fine 2011 a Durban”, conclude Marelli.
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