Migrazioni e sfollamenti indotti dal cambiamento climatico: cosa fare?
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Numerose analisi ci mostrano come i cambiamenti climatici stiano diventando una causa amplificatrice delle migrazioni. La recente alluvione in Pakistan ha forzato 30 milioni di persone a sfollare. Il processo di desertificazione si sta accelerando e milioni di famiglie stanno progressivamente migrando dal Sahel. Sono soprattutto le regioni sub-tropicali quelle dove le persone più vulnerabili ed esposte saranno costrette a lasciare le loro terre, soprattutto in Africa. La grande parte di queste popolazioni si sposta all’interno dei propri paesi o nei paesi vicini, è lì che bisogna trovare delle misure per accrescere la resilienza, le capacità di adattamento, e proteggere i diritti umani degli sfollati e dei migranti. Cosa fare?
La prossima conferenza delle parti sul clima (COP27) dovrebbe tenere maggiormente in conto di questo fenomeno e indicare agli Stati le misure da adottare. Per questo FOCSIV con CIDSE ha partecipato all’organizzazione del seminario di dialogo tra organizzazioni della società civile e religiose di Africa ed Europa.
Il 15 settembre alle ore 14.00 si terrà il prossimo incontro dell’African Climate Dialogue su cambiamenti climatici e migrazioni che ha l’obiettivo di discutere tra ONG e organizzazioni religiose di Africa, Europa e altre regioni, su come affrontare le cause profonde degli sfollamenti causati dai cambiamenti ambientali e climatici, l’adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici, e la protezione dei diritti umani delle persone (in particolare di quelle con disabilità, locali e indigene) sfollate dalle loro case. Condivideremo conoscenze, esperienze e buone pratiche tra ONG, organizzazioni religiose e altri attori della società civile.
Elaboreremo anche i messaggi chiave di advocacy per la prossima COP27 in Egitto, evidenziando le decisioni e le azioni coraggiose che le Parti dell’UNFCCC dovrebbero adottare a Sharm el-Sheikh per mettere il pianeta sulla strada della resilienza.
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