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Home News news Sviluppo Sostenibile Mobilitare le risorse nazionali come risposta alle disuguaglianze globali

Mobilitare le risorse nazionali come risposta alle disuguaglianze globali

Segreteria
16 Dicembre 2024
News, news Sviluppo Sostenibile

Fonte immagine – Strengthen domestic resource mobilization, including through international support to developing countries, to improve domestic capacity for tax and other revenue collection

Ufficio Policy Focsiv – Per procedere con l’analisi dei report elaborati dalla Civil Society Financing for Development Group (Finanziamento per lo Sviluppo contro le asimmetrie di potere – Focsiv), riportiamo quanto scritto nel documento riguardante la Mobilitazione delle Risorse Nazionali (DRM). Il testo, che mira a proporre una riforma del sistema fiscale globale per renderlo più equo, democratico e orientato alla giustizia sociale e ambientale, evidenzia il ruolo cruciale che queste risorse possono avere nel finanziamento dello sviluppo sostenibile e nell’affrontare le disuguaglianze economiche e sociali a livello internazionale.

La mobilitazione delle risorse nazionali rappresenta il processo attraverso il quale i paesi raccolgono e utilizzano i propri fondi per soddisfare le esigenze della popolazione. Un sistema fiscale progressivo e trasparente può ridurre la dipendenza dagli aiuti internazionali e dal settore privato, garantendo servizi pubblici essenziali come sanità, istruzione e infrastrutture.

Nonostante la tassazione sia il modo più affidabile ed efficace per i governi di raccogliere fondi, le difficoltà riscontrate sono numerose.

Tra le principali sfide evidenziate, troviamo anzitutto l’evasione fiscale globale da parte di multinazionali e individui ricchi, caratteristica sistemica dell’economia globale. Ogni anno, miliardi di dollari vengono trasferiti in paradisi fiscali, privando i governi, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, delle risorse necessarie per finanziare servizi pubblici e investimenti cruciali (vedi L’ONU adotta i piani per una riforma fiscale storica).

A causa della pressione proprio di queste élite e delle istituzioni finanziarie internazionali, poi, molti governi hanno ridotto le imposte sui redditi più alti, sui profitti aziendali e sui patrimoni, applicando dunque politiche fiscali regressive, il che ha portato ad una maggiore dipendenza dalle imposte sui consumi, penalizzano in modo sproporzionato le fasce più povere della popolazione.

A seguito di crisi globali come quella del 2008 e del 2020, inizialmente i governi sono stati spinti ad aumentare la spesa pubblica per sostenere l’economia, per poi implementare delle politiche di austerità: queste misure hanno avuto impatti devastanti sulle comunità più vulnerabili, con tagli ai servizi pubblici, riduzioni dei salari e aumento delle disuguaglianze, spesso imposti da istituzioni come il Fondo Monetario Internazionale (FMI).

Infine, il sistema fiscale internazionale è attualmente inadeguato, dominato da paesi e istituzioni del Nord Globale, come l’OCSE e il G20. Questo approccio esclude molti paesi in via di sviluppo dalla definizione delle regole fiscali globali, perpetuando disuguaglianze strutturali, attraverso iniziative come l’accordo fiscale OCSE/G20 del 2021, con un’aliquota minima del 15% per le multinazionali, criticate per la loro insufficienza e per favorire le economie avanzate (vedi Ministeriale G7 Finanze: dove sono azioni e risposte?).

Il documento avanza diverse proposte per affrontare queste sfide:

  1. l’istituzione di un organo fiscale globale sotto l’egida dell’ONU, che garantirebbe una governance fiscale più democratica, affrontando questioni come l’evasione fiscale, i flussi finanziari illeciti (IFFs) e la giusta distribuzione dei doveri fiscali;
  2. la tassazione progressiva, che prevede aliquote più alte per i redditi e i patrimoni maggiori, considerata uno strumento essenziale per ridurre le disuguaglianze e mobilitare risorse per lo sviluppo sostenibile. Inoltre, si propone di introdurre nuove forme di tassazione, come imposte sui profitti straordinari generati durante la pandemia o imposte sui grandi patrimoni;
  3. si evidenzia poi come i sistemi fiscali attuali spesso penalizzino le donne, sia direttamente che indirettamente, dunque si propongono politiche fiscali che riconoscano e redistribuiscano il lavoro non retribuito delle donne, migliorando al contempo i servizi pubblici per ridurre il carico del lavoro di cura familiare;
  4. infine, il briefing critica il sistema attuale, dominato dall’OCSE, e chiede una riforma delle regole fiscali internazionali per garantire una distribuzione equa delle risorse tra i paesi e ridurre la dipendenza dalle imposte sui consumi. Una riforma globale della fiscalità potrebbe, infatti, ridurre la povertà e le disuguaglianze, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, servire a finanziare servizi pubblici essenziali come sanità, istruzione e infrastrutture, promuovere la giustizia climatica e di genere, e rafforzare il contratto sociale tra cittadini e governi, migliorando la trasparenza e la responsabilità (vedi Iniziati i negoziati ONU per una Convenzione fiscale globale).

In conclusione, dunque, si sottolinea la necessità di un’azione collettiva e urgente in materia: solo attraverso un approccio democratico e inclusivo si potrà affrontare la crisi fiscale e costruire un futuro sostenibile e rispettoso per l’intera umanità.

Tags: #disuguaglianze #risorse
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