Movimento Shalom contro il coronavirus

Il Movimento Shalom, volto a diffondere una cultura di pace, fratellanza e solidarietà verso tutti gli uomini sin dai primi di marzo si è attivato per dare delle risposte concrete, in Italia e nei paesi dove è presente con propri progetti di cooperazione e sviluppo umano, all’emergenza COVID-19.
In particolare, si è avviata una raccolta fondi per acquistare beni di prima necessità e dispositivi di protezione sanitaria da distribuire ai centri CARITAS in Toscana e in Puglia e al Comune di Medicina, nella provincia di Bologna.
Sono stati donati degli ovetti di cioccolata per Pasqua distribuiti agli anziani e disabili ospitati nelle Residenze Sanitarie Assistenziali e nelle strutture di accoglienza del territorio pisano.
Per una maggiore vicinanza con i soci, si è attivata una campagna di condivisione dei ricordi Shalom durante i centri estivi, le attività di volontariato, i viaggi all’estero o altri momenti di partecipazione alle iniziative del Movimento Shalom su Facebook e Instagram (#ricordishalom), e la pubblicazione di video nei quali i referenti presenti nei paesi del Sud del mondo esprimono la vicinanza alla situazione vissuta in Italia.
Infine, sono realizzate delle dirette Facebook ogni mercoledì sulla pagina del Movimento Shalom con ospiti persone impegnate nell’emergenza e referenti Shalom nei paesi del Sud del mondo.
Sulla pagina FB di Shalom sono pubblicati anche dei racconti letti dai giovani volontari Shalom per i bambini.
Ciò che ha più commosso in questi giorni don Donato Agostinelli, parroco di Santa Croce e cofondatore del Movimento Shalom; è stata una chiamata internazionale dall’Uganda. Dall’altra parte della cornetta era Leonard Kavuma coordinatore di Shalom Uganda. Nella telefonata diceva che voleva “portare il saluto e l’affetto di tutto il popolo ugandese e, in particolare, degli Shalom Ugandesi per comunicarvi che siete sempre nei nostri pensieri e che preghiamo per voi perché si risolva questa emergenza. I membri Shalom, le donne del microcredito, hanno visto che in Italia state facendo una raccolta per l’emergenza coronavirus. Ci siamo autotassati, ognuno ha messo qualche scellino e abbiamo raggiunto l’equivalente di 300 euro. Ve le invieremo come contributo di Shalom Uganda”.
Messaggi e telefonate simili ci sono arrivate da molti paesi africani: Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Sud Sudan, Senegal, Congo.
Tanto da far dire al direttore di Shalom Luca Gemignani “Questa solidarietà, anche concreta, ci commuove e ci dà speranza. Sono 45 anni che cooperiamo per lo sviluppo dell’Africa con progetti di sviluppo, adozioni a distanza, adozioni internazionali, progetti sanitari, agricoli. Vedere che i nostri Shalom africani, che quotidianamente vivono nella povertà, si sono persino autotassati per partecipare alla nostra raccolta fondi per il coronavirus, è un enorme soddisfazione. Segno che c’è un’umanità solidale e unita anche e soprattutto nelle difficoltà. Una fraternità dei poveri che ha un valore simbolico immenso.”
In considerazione della difficile situazione che vivono le persone del Burkina Faso, uno dei paesi più colpiti dal virus nel Continente africano, si è avviata una raccolta fondi affinché si possano acquistare dei dispositivi di protezione sanitaria per i più vulnerabili presenti in quel Paese.
Suor Sabine, referente per le adozioni a distanza in Burkina Faso, ha mandato un messaggio raccontando come il Paese dei burkinbé stiano vivendo in questo periodo.