NAZIONI UNITE E QUESTIONE ISRAELO-PALESTINESE: CARTINA AL TORNASOLE DI UN SISTEMA CHE NON VA
Procedono i lavori della 66a Sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York (13-30 settembre 2011). Al centro delle discussioni di oggi soprattutto la questione mediorientale e la proposta del presidente palestinese Abu Mazen ai membri dell’Assemblea generale di riconoscere lo Stato palestinese.
“Sebbene siano molte le questioni che i numerosissimi Capi di Stato e di Governo giunti a New York hanno in agenda, dall’inasprimento della crisi economica ai fortissimi attacchi degli speculatori all’Eurozona e al Dollaro statunitense, gli interventi della prima giornata di lavori si sono focalizzati sulla richiesta di ammissione a Stato membro avanzata dalla Palestina” spiega da New York il Segretario generale della FOCSIV Sergio Marelli.
Una questione affrontata in queste ore dalla comunità internazionale e dalle diplomazie di tutto il mondo perchè messe alle strette dalla “forzatura” delle procedure in vigore al Palazzo di Vetro fatta da Abu Mazen il quale, non tenendo conto del fatto che una decisione in merito a simili questioni spetterebbe al Consiglio di Sicurezza ONU, ha deciso di rivolgersi all’Assemblea Generale.
“Dopo 60 anni di infruttuosi negoziati, di Risoluzioni ONU disattese, di veti incrociati e di mediatori inutilmente coinvolti nel tentativo di trovare una quadra all’annosa questione del riconoscimento dello Stato palestinese in base all’orami noto principio di due popoli, due Stati, Abu Mazen ha optato per il ricorso al voto dell’Assemblea Generale consapevole dell’opposizione dell’amministrazione USA esercitabile con il veto al Consiglio di Sicurezza. Posizione riconfermata oggi dal Presidente Obama che ha riproposto una mediazione e paventato il potere di veto, forte dell’appoggio probabile dei due terzi degli Stati membri” aggiunge Marelli.
“Vedremo nelle prossime ore se le febbrili mediazioni in corso per trovare una via di uscita avranno successo o se, per una volta, la soluzione sarà affidata alla forza della democrazia di un voto palese in Assemblea Generale come auspicato dall’Autorità palestinese e dalla maggioranza degli Stati membri ONU – sottolinea Marelli -. Intanto, l’unica certezza è che ancora una volta si evidenzia la necessità di una profonda riforma del Consiglio di Sicurezza e dell’intero sistema delle Nazioni Unite, bloccato da vecchi equilibri e regole desuete che spengono ogni pulsione di efficacia e oscurano ciò che di buono le Nazioni Unite realizzano per il mantenimento della pace nel mondo”.