PACEM IN TERRIS. PACE IN MALI | Dai il tuo contributo alla pace
Nel 50° Anniversario dell’Enciclica “Pacem in Terris”, FOCSIV vuole richiamare l’attenzione sulla situazione in Mali, dove l’emergenza non è finita. Oggi ci sono urgenze legate all’elevato numero di sfollati e alla carenza di viveri ma le cause strutturali sono più molto più profonde e non possono essere ignorate.
Quattro Soci FOCSIV operano in Mali,
oggi puoi fare un gesto concreto per contribuire alla pace
“LA FOCSIV: un traguardo che sa di fatica e sudore – Sono passati oltre 45 anni da quando i volontari della Focsiv, la federazione degli organismi cristiani di cooperazione e volontariato, hanno iniziato a costruire nel mondo pace e giustizia. Ong piccole e grandi ispirate dal Vangelo tentano di tradurre il messaggio della Pacem in terris in gesti concreti e solidali tra le comunità che abitano il mondo.” Paolo Lambruschi su Avvenire.it e sul quotidiano di oggi.
Nell’enciclica “Pacem in Terris”, il cui 50°Anniversario ricorre oggi si fa esplicito riferimento alla pace “in terra”, anzi al plurale, quindi la terra nella sua globalità, come pianeta composto di persone, culture e popoli. Dunque, si potrebbe anche dire: “pace in terra e tra i popoli”. Non si parla dunque della pace solo come di una condizione spirituale ma di una pace realmente praticabile, che sa di terra, di fatica, di sudore.
“La guerra è sempre ingiusta e andrebbe bandita dalla storia – afferma Gianfranco Cattai, presidente della FOCSIV – in Mali, come in Afghanistan, in Iraq o in Somalia, non serviranno le armi per costruire la pace e la diplomazia, ma il dialogo e il riconoscimento dell’altro dovranno prevalere per arrivare ad un risultato. La pace va costruita nel tempo costruendo la giustizia, praticando il perdono.”
I volontari della FOCSIV da oltre 40 anni lavorano per costruire la pace e la giustizia sociale e sono gli stessi che si trovano in prima linea nelle situazioni di emergenza, al fianco dei più poveri della Terra.
Quando si abbattono catastrofi naturali o le guerre arrivano a sconvolgere paesi già devastati dalla miseria, l’efficacia e la rapidità di intervento di chi conosce il paese e la popolazione possono essere determinanti per far fronte all’emergenza; ma ciò che distingue l’operato dei nostri volontari è che lavorano non solo con l’obiettivo di tamponare le urgenze, ma di rinforzare le fondamenta sociali ed economiche del Paese, potenziando la resilienza delle popolazioni, cioè la loro capacità di reagire meglio alle crisi, presenti e future.
“L’approccio che ci contraddistingue è quello di operare nell’emergenza con uno sguardo orientato allo sviluppo – spiega Italo Rizzi, direttore dell’ong LVIA – Attività immediate di risposta all’emergenza devono essere accompagnate da azioni di ampio respiro per rafforzare la capacità delle comunità locali a sopportare lo shock delle crisi e permettere il superamento della povertà che ancora attanaglia il Paese”
” Le ONG che da anni lavorano con le persone del luogo, conoscono le famiglie che abitano i villaggi e hanno una buona conoscenza del territorio – aggiunge Padre Antonio Lucente, Presidente ENGIM – hanno capacità di intervento immediata ed estremamente efficace grazie alla competenza e alle conoscenze maturate nel tempo con la presenza e il lavoro costante, e garantiscono interventi rapidi e con effetti duraturi. Duraturi, perché siamo ONG abituate a lavorare su progetti di sviluppo. La nostra gestione dell’emergenza è necessariamente orientata, non solo alla soddisfazione di bisogni immediati, ma anche alla costruzione di meccanismi che possano alimentare processi di miglioramento durevoli e sostenibili.
“Non dobbiamo aver paura della tenerezza. Con queste parole Papa Francesco ha inaugurato il suo pontificato – ricorda Piera Gioda, presidente dell’ong CISV presente in Mali dal 1990 – Un appello che non può lasciare indifferenti i volontari da sempre impegnati a costruire condizioni di giustizia, di sviluppo e di dignità umana: anche in contesti di vita particolarmente drammatici, come quello del Mali. I nostri volontari, pur correndo rischi innegabili, hanno scelto di continuare a impegnarsi per offrire condizioni di vita più stabili e sicure, garantendo alla gente l’accesso al cibo in quantità e qualità adeguate. In questo modo, a noi sembra, essi testimoniano nel modo più concreto e autentico di “non aver paura della tenerezza”.
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La voce dei volontari sul terreno
Un senso di forte instabilità politica e sociale ma anche la ferma volontà di continuare a lavorare per un miglioramento delle condizioni di vita sono i messaggi che si evincono dalle testimonianze dei volontari rimasti sul terreno, nonostante la guerra. Da quando sono scoppiate le ostilità sono ben oltre 200 mila gli sfollati che premono sui confini del Niger, Mauritania e Burkina Faso spesso in condizioni disastrose, con casi paradossali, in cui il numero degli sfollati supera quello delle popolazioni ospitanti come avviene nella città mauritana di Bassikounou con 42.000 abitanti e 54.000 rifugiati.
“I rifugiati nei campi umanitari spesso si sono lasciati tutto alle spalle, non solo la casa ma anche parte della famiglia – come è successo a me” racconta Ousmane Ag Hamatou coordinatore per il Mali dell’ong LVIA “Purtroppo ad oltre un anno di conflitto, i loro bisogni primari non sono ancora assicurati. Il tasso di malnutrizione infantile è ben oltre la soglia del 15% stabilita come limite dall’Oms. E non si tratta solo di cibo e acqua: molte persone hanno abbandonato tutto dietro di sé ed ora necessitano di reperire anche i più comuni attrezzi domestici per la vita quotidiana”.
“Oltre ai profughi, ci sono migliaia di allevatori ed agricoltori maliani la cui vita è stata sconvolta” aggiunge Cecile Michel, volontaria dell’ong CISV in Servizio Civile in Mali nel 2012, “Moltissimi, infatti, non hanno potuto lavorare i loro campi con conseguenza disastrose sulla stagione agricola”
“La gente scappata dal nord sta tentando di rientrare ma mancano tutte le garanzie sociali, economiche, perché si possa ricominciare” spiega Fabio Ricci, responsabile CISV a Bamako “Ci sono strascichi e tensioni, dal punto di vista etnico. Gli abitanti arabi e tuareg di molte grandi città sono scappati per paura di essere assimilati ai ribelli. La riconciliazione è lontana”.
Dello stesso avviso Marco Alban, rappresentante LVIA per il Mali e il Burkina Faso “La situazione per normalizzarsi avrà bisogno di parecchi anni, non basterà certo l’arrivo delle truppe ONU per una riappacificazione. Al nord non esistono al momento corridoi del tutto sicuri per l’intervento umanitario: tuttavia abbiamo deciso di intervenire con l’aiuto delle nostre “antenne locali” che ci hanno fornito preziose informazioni per poterci muovere
I progetti
I Soci Focsiv presenti oggi in Mali sono 4 e pur operando in settori diversi, ognuno di essi ha trovato ha il suo modo di far fronte ai bisogni attuali della popolazione maliana.
CISV di Torino, rimasta con i suoi volontari nel paese anche nei momenti più bui della guerra civile, continua il suo impegno per garantire il diritto al cibo e alla terra, sostenendo i settori più vitali dell’economia nei villaggi (pastorizia e agricoltura), lavorando per il recupero delle aree di pascolo. Inoltre interviene come mediatore nei conflitti tra agricoltori e allevatori legati alla penuria di terre e punti d’acqua, per ricreare una convivenza pacifica e prevenire conflitti futuri. L’intervento CISV in Mali si collega a un più ampio progetto per la sovranità alimentare che interessa anche Burkina Faso, Senegal e Niger dove le organizzazioni di allevatori si scambiano competenze tecniche e sociali, così da garantire la loro maggior rappresentanza a livello politico. Se vuoi saperne di più e donare il tuo contributo alla CISV
ENGIM di Torino, che dal 2007 opera in Mali, sia con progetti di formazione – che sono il loro ambito specifico – ma anche con interventi sulla sicurezza alimentare e l’accesso all’acqua, oggi intende contribuire al ritorno nei villaggi di origine delle famiglie déplacées: molte famiglie delle tre regioni del Nord del Mali, Tomboctou, Gao e Kidal, si sono spostate verso il Sud del Paese, in particolare nella Regione di Mopti e ora hanno bisogno di aiuto per rientrare e ricostruire le proprie vite (dalle case, alla ripresa delle attività produttive). Se vuoi saperne di più e donare il tuo contributo all’ENGIM.
IPSIA del Trentino, ong delle Acli Trentine, tra il 2010 e il 2012, ha costruito una scuola a Yassing nella regione di Mopti, in quella stessa scuola hanno accolto gli sfollati e oggi distribuiscono cereali destinati alle famiglie di Yassing e dei paesi limitrofi: Somanagoro, Ourokoum, Bande che si trovano ad 800 km. dalla capitale Bamako. Se vuoi saperne di più e donare il tuo contributo a IPSIA
LVIA è presente in Mali dal 1985, nella regione di Gao, nel nord del paese, l’area più toccata dalla guerra civile. A fine marzo 2012, a seguito della distruzione della sede della LVIA a Gao da parte dei ribelli, i volontari sono stati costretti a fuggire dal Paese ma l’associazione continua ad operare con i propri partner locali. Prima dello scoppio del conflitto, è stata impegnata su più fronti: sicurezza alimentare, nel settore idrico e in quello della salute. Oggi LVIA si è attivata per avviare una campagna di riabilitazione di forages e pozzi, in particolare di quelli che hanno subito delle conseguenze a causa della guerra, volutamente danneggiati dalle milizie o abbandonati dagli abitanti in fuga. Contemporaneamente, la LVIA prevede di avviare azioni di sostegno ai produttori e agli allevatori. Se vuoi saperne di più e donare il tuo contributo a LVIA
Per offrire il tuo contributo alla costruzione della pace puoi effettuare una donazione a FOCSIV, tramite:
- Donazione on-line
- Bollettino Postale, intestato a FOCSIV, c/c postale 47405006
- Bonifico Bancario, intestato a FOCSIV presso Banca Etica, IBAN: IT 35 D 05018 03200 000000510010
Per scegliere a quale progetto/Organismo destinare il tuo contributo dovrai indicare nella causale una delle seguenti opzioni:
- CISV Mali
- ENGIM Mali
- IPSIA Mali
- LVIA Mali