Primo mese di Servizio a Lima

Sono Martina, 26 anni, Casco Bianco a Lima. Lo scorso cinque agosto è cominciato il mio anno di servizio presso Superlearner, una ONLUS che opera nel distretto di San Juan de Miraflores, presso la comunità di Pamplona Alta, offrendo attività educative e servizi destinati a bambini dai quattro ai tredici anni, ai loro genitori e all’intera comunità. Ma facciamo un passo indietro: cos’è Pamplona Alta?
Pamplona Alta è il nome di uno dei numerosi pueblos jovenes, ovvero insediamenti informali sviluppatisi a Lima a partire dagli anni ’70, come conseguenza di una massiccia ondata migratoria dovuta al traffico di terreni, alle guerre civili e al terrorismo che hanno infestato il Paese tra gli anni ’70 e ’90. All’inizio del Novecento gli abitanti di Lima erano poco più di centomila, mentre alla metà del secolo se ne contava già mezzo milione, tasso di crescita che ora seppur ridimensionato, continua a essere esponenziale; va da sé che certe cifre siano rese possibili dalla presenza di falle nel sistema, che nel caso di questi insediamenti sono rappresentate dall’inadeguatezza dei materiali di costruzione e dall’assenza di strade asfaltate e di fognature. Ciò, insieme alla disparità di genere e all’alto tasso di abbandono scolastico, si traduce in una condizione di precarietà che lascia poca immaginazione di un futuro diverso a chi la vive quotidianamente. Sono sia i distretti più periferici che quelli centrali a ospitare i pueblos jovenes e più tipicamente le zone collinari (lomas o cerros) che costellano il territorio della capitale.

In cima alla collina, a separare i distretti di San Juan de Miraflores e il confinante Villa María del Triunfo dai più benestanti Santiago de Surco e La Molina non è un confine naturale, bensì un muro di cemento alto tre metri e lungo dieci chilometri. La sua costruzione fu avviata nella metà degli anni ’80 dai residenti di Santiago de Surco come soluzione per mettere ordine nella città, contenendo in qualche modo le violenze. Elke McDonald, residente del quartiere di Las Casuarinas, afferma infatti:
“Como Las Casuarinas era una propiedad privada, decidimos que era mejor delimitarla y financiamos una parte del muro. Es una realidad que en Perú tenemos que protegernos de las invasiones, no necesariamente de los vecinos.“
“Siccome Las Casuarinas era una proprietà privata, decidemmo fosse meglio delimitarla e così finanziammo parte del muro. È un dato di fatto che in Perù ci si debba proteggere dalle invasioni, non necessariamente dei vicini.”
Lo scorso 18 agosto una guida locale ha scortato me, un’altra volontaria e alcuni degli studenti più grandi in cima alla loma; era importante che noi due vedessimo con i nostri occhi questa realtà cruda – della quale, peraltro, molti degli stessi abitanti di Lima non sono a conoscenza – e che i bambini di Pamplona acquisissero maggiore consapevolezza del luogo dove vivono; intento, quest’ultimo, apparentemente bizzarro, ma così non è. Mi spiego: in questo periodo trascorso quasi ogni giorno assieme ai bambini di Pamplona, ho spesso pensato che ,nonostante tutto, sembrano felici; mi fermo a osservarli nei momenti di recreo (la ricreazione) che facciamo tra la prima e la seconda metà della lezione e qualsiasi siano le condizioni atmosferiche, fosse per loro andrebbero sempre a giocare all’aperto tra le rocce, la polvere, il fango, l’acqua putrida e i cumuli di spazzatura – ma ci siamo noi insegnanti e i genitori a invitarli a rimanere in classe quando piove o fa freddo. E Christian, la nostra guida, questo lo sa. È solo nel momento in cui il muro ti si palesa davanti, a pochi metri di distanza, che non puoi più esimerti dalla riflessione, che tu sia straniero o di queste parti.
Il tratto de La Molina è quello di più recente edificazione, 2011. Sono moltissimi coloro che, avendo un’occupazione nei distretti al di là del muro, lo attraversano ogni giorno in bus o, per risparmiare, a piedi; un volta alla settimana lo fa anche Viviana, 37 anni, impiegata delle pulizie in una villa de La Molina e madre di uno dei bambini che frequentano le lezioni di Superlearner. In tempi recenti lʼintera costruzione è divenuta nota come Muro de la Vergüenza (il muro della vergogna) e negli ultimi giorni ho letto che in un’ordinanza del 6 gennaio 2023 il Tribunale Costituzionale ne ha disposto l’abbattimento; staremo a vedere.

Il ricordo più vivido che ho della visita al muro di Surco è l’esclamazione di uno dei due bambini in foto, che giunti in cima richiama l’attenzione dell’altro: «Mira, acá viven los ricos!» (Guarda, è qui che vivono i ricchi!)
Superlearner sta ultimando la costruzione di un locale deputato allo svolgimento delle attività educative finora avvenute nella olla común, un locale comunitario dove si cucina e si mangia insieme, ma può essere utilizzato anche per altre attività che coinvolgono i residenti.
Le attività che svolgiamo in qualità di volontari sono principalmente destinate ai bambini: potenziamento di spagnolo, lezioni di matematica, inglese, chitarra, educazione fisica e un laboratorio dʼarte; il sabato il corso di inglese è aperto anche ai genitori, mentre ogni domenica sono previste attività comunitarie di vario tipo. Finora mi sono occupata della preparazione e dello svolgimento di alcune lezioni e da poco contribuisco a un progetto di emancipazione femminile riguardante le madri dei nostri studenti; questʼultimo richiederà una meticolosa pianificazione, lʼimpiego di competenze trasversali e una serie di investimenti, ma non mancherà occasione di scriverne più approfonditamente.
In conclusione, la fatica è ripagata dallʼimpegno e dai progressi dei nostri studenti, ognuno con le proprie tempistiche, ma soprattutto dai sorrisi e dagli abbracci elargiti con generosità.
Martina Gaudino, Casco Bianco a Lima, Perù con IBO Italia
foto prese dal sito iboitalia.org