Quali multinazionali rispettano i diritti umani? Ce lo svela la classifica 2017 del Corporate Human Rights Benchmark (CHRB)

Il Corporate Human Rights Benchmark 2017 ha valutato 98 delle più grandi multinazionali del mondo sulla base di 100 indicatori sui diritti umani. La valutazione è avvenuta comparando gli standard previsti dai Principi Guida dell’Onu su Diritti Umani e Impresa e da altre disposizioni internazionali di settore.
La classifica interessa le aziende del settore agricolo, del tessile e dell’estrazione.
Il punteggio è stato stilato sulla base di alcuni indicatori come governance e politiche, inserimento della HRDD (human rights due diligence), meccanismi di rimedi e reclami, trasparenza ecc.
Non brilla per rispetto dei diritti umani la nostra italiana ENI (l’unica grande impresa italiana presa in considerazione in questa analisi), che raggiunge il punteggio di 21 punti su 100. Rimangono tra il 20% e il 29% aziende come la Danone, PepsiCo, Carrefour, Repsol, Prada ecc. Mentre sono solo tre le aziende più virtuose che raggiungono la percentuale tra il 60% ed il 69%: BHP Billiton, Marks & Spencer Group e Rio Tinto. La media si aggira intorno al 28%, questo attesta che a sei anni dall’approvazione dei Principi Guida dell’Onu, l’implementazione degli stessi è ancora lontana.
I tre pilastri dei Principi Guida dell’Onu chiamano in causa da una parte gli Stati nell’obbligo di proteggere i diritti umani e nel favorire l’accesso alla giustizia per le vittime della violazione dei diritti umani, dall’altra le imprese per la loro responsabilità di rispettare i diritti umani.
A livello nazionale l’implementazione dei Principi Guida ONU su diritti umani e impresa è ancora agli esordi, lo strumento atto a fare ciò è il Piano d’Azione sui Diritti Umani e Impresa (PAN HRB) che è stato redatto in Italia dal CIDU (Comitato Interministeriale Diritti Umani), a seguito di una consultazione pubblica aperta alle organizzazioni della società civile, ed attualmente è stato affidato al GLIDU (Gruppo di lavoro su impresa e diritti umani) per definirne le azioni concrete.
A livello internazionale proseguono i lavori per il raggiungimento dell’ UN Treaty, lo strumento destinato a concretizzare in modo vincolante la tutela dei diritti umani nell’ambito delle operazioni delle imprese multinazionali. Nel 2014 il Consiglio sui Diritti Umani delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione 26/9 tramite la quale si è deciso di stabilire un Gruppo di Lavoro intergovernativo (IGWG), il cui mandato appunto è quello di “elaborare uno strumento legalmente vincolante per regolare, nel rispetto delle leggi internazionali sui diritti umani, le attività delle multinazionali e delle altre imprese ”. Durante la seconda sessione del gruppo di lavoro tenutasi dal 24 al 28 Ottobre 2016 a Ginevra, un numero rilevante di relatori e partecipanti ha sollevato la questione su come un trattato su diritti umani e impresa potrebbe risolvere il potenziale conflitto tra politiche commerciali e diritti umani, e hanno richiesto alcuni elementi per un trattato che assicurerebbero la superiorità dei diritti umani rispetto ai principi del commercio libero. Recentemente è stato elaborato uno studio su commissione della CIDSE (alleanza delle ONG cattoliche di cui FOCSIV è parte) “Assicurare il primato dei diritti umani nelle politiche di commercio e di investimento: Modelli di clausole per un Trattato delle Nazioni Unite su diritti umani e imprese” del Prof. Markus Krajewski che suggerisce le risoluzione a questi problemi e propone alcuni modelli di clausole riguardo le politiche di investimento e commercio che potrebbero essere incluse in un trattato su diritti umani e impresa.
Il tema della superiorità dei diritti umani sta gradualmente entrando nell’agenda politica domestica dei Paesi europei. Il caso più recente è quello della Francia, che ha da poco approvato una legge che istituisce l’obbligo di dovuta diligenza per tutte le società capogruppo e controllate.
La Francia è il primo paese fautore dell’adozione di una legislazione vincolante che copre tutte le violazioni dei diritti umani e che crea obblighi vincolanti per le società controllanti e in subappalto in tutta l’intera catena di fornitura.
In conclusione gli strumenti per assicurare il rispetto dei diritti umani esistono, FOCSIV ribadisce che è giunto il momento di passare all’azione per tutti gli stakeholders coinvolti sul tema dei diritti umani e business, le aziende, le organizzazioni della società civile, gli investitori e le istituzioni pubbliche, e continua a sostenere il raggiungimento di un trattato vincolante in grado di fermare in modo efficace il verificarsi di violazioni dei diritti umani da parte delle multinazionali.
Scarica il Corporate Human Rights Benchmark 2017.
Scarica la Guida al benchmark 2017 in italiano
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