Record di fondi per gli aiuti umanitari, ma non è ancora abbastanza

Il 16 novembre 2016, la rete di associazioni AGIRE (composta da nove ONG italiane che si occupano di situazioni di emergenza e azione umanitaria) ha presentato il rapporto “Il valore dell’aiuto 2016”, in cui viene dipinta la situazione dei finanziamenti agli aiuti umanitari sia in Italia che nel mondo. Il quadro che emerge è positivo da un lato, in quanto il 2015 ha segnato il record di fondi stanziati per l’azione umanitaria con 28 miliardi di dollari, e negativo dall’altro, poiché anche le situazioni di crisi crescono significativamente, e i fondi stanziati non sono sufficienti a soddisfare le necessità delle popolazioni in situazioni di bisogno.
Il divario è del 45%, cifra che diventa drammaticamente più grande se si prendono in considerazione le così chiamate “crisi dimenticate”, ovvero quelle condizioni di violenza o vulnerabilità estrema protratte nel tempo che non attraggono più la dovuta attenzione (mediatica e finanziaria). Anche la natura delle crisi è cambiata: se prima ci si concentrava più sui disastri naturali e le conseguenze del cambiamento climatico, ora l’epicentro è sui conflitti armati, per lo più attivi nel Medio Oriente.
L’Italia si trova al 17° posto nella classifica dei donatori: se, da un lato, i cittadini si dimostrano particolarmente generosi contribuendo al 50% dei fondi italiani stanziati per gli aiuti umanitari, dall’altro il settore pubblico investe in percentuale meno della media internazionale (stimata essere circa del 70% per il settore pubblico e 30% per il settore privato). L’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo è diventata operativa il 1° gennaio 2016 e deve perciò ancora consolidare il suo lavoro, che consiste oggi in 1010 progetti in 20 paesi considerati prioritari. Nell’arco degli ultimi 4 anni l’aiuto pubblico allo sviluppo (APS) è andato costantemente aumentando: nel 2013 ammontava a circa 2.6 miliardi di euro, nel 2014 a circa 3.0 miliardi, nel 2015 a 3.6 miliardi e nel 2016 a 4.1 miliardi. Ciononostante gli sforzi rimangono troppo esigui, specialmente per quanto riguarda la prevenzione di catastrofi e crisi maggiori: del 10% dei fondi per lo sviluppo allocato a questo scopo , solo lo 0,4% viene di fatto devolto alla prevenzione. Per rafforzare l’efficacia dei finanziamenti e colmare le lacune dell’attuale sistema, varie raccomandazioni sono state proposte: continuare a perseguire una crescita delle risorse pubbliche destinate all’azione umanitaria, effettuare un’adeguata revisione delle Linee Guida per l’Aiuto Umanitario 2012-2015, promuovere l’impegno italiano nel contesto delle “crisi dimenticate” e rafforzare il coordinamento con le organizzazioni internazionali e le ONG italiane e locali.
I rappresentanti della società civile che sedevano alla tavola rotonda, tra cui Amnesty International, Medici Senza Frontiere, Sant’Egidio e Agire, hanno contribuito al dibattito mettendo in luce aspetti diversi di una stessa medaglia: quella delle difficoltà che si trovano ad affrontare le organizzazioni impegnate nell’azione umanitaria, obbligate a subire attacchi criminali (bombardamenti di ospedali e personale umanitario), a sopperire alla mancata risposta della comunità internazionale, ad essere responsabili nel trasmettere un’informazione che rifletta la realtà dei più vulnerabili, nel dare esempi costruttivi e concreti (come i corridoi umanitari) e nel valorizzare i punti forti della politica (come l’operazione Mare Nostrum lanciata dal governo italiano in risposta alle morti nel Mediterraneo).
La FOCSIV, impegnata direttamente e attraverso i suoi Soci in attività di azione umanitaria, si unisce al coro di voci per chiedere al governo italiano un costante e maggiore impegno nel garantire i fondi necessari a gestire e prevenire il più possibile le crisi in corso, i cui protagonisti sono spesso civili innocenti. In particolare, la Federazione è impegnata con la campagna HUMANITY – Essere umani con gli esseri umani ad alleviare le sofferenze di coloro colpiti dalla violenza nel Medio Oriente. Garantendo uno stile di vita dignitoso, così come l’accesso all’educazione e alle cure mediche, e fornendo un servizio di supporto psicologico, la FOCSIV vuole sostenere quello che dovrebbe essere l’orientamento politico prevalente: ridurre le spese militari e investire di più nella diplomazia popolare, dei giovani, delle comunità locali nonviolente, per prevenire e gestire i conflitti.
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