La sfida del riciclo a Matembwe

Da giugno dello scorso anno ho svolto il Servizio Civile Universale insieme al CEFA a Matembwe, un piccolo villaggio della Tanzania rurale nell’Africa Orientale. Lì mi sono impegnato a dare il mio supporto al progetto Caschi Bianchi per lo sviluppo sostenibile in Senegal, Tanzania e Tunisia. Nonostante i risultati ottenuti negli ultimi decenni in termini di sviluppo sociale ed economico, la Tanzania rimane uno dei paesi più poveri al mondo: la sua ampia superficie geografica continua a rendere difficile lo sviluppo di una rete efficiente per la gestione dei rifiuti capace di raggiungere non solo le città, ma anche le zone più rurali e isolate.

Nel villaggio di Matembwe, distante 67 km dalla prima strada asfaltata, gli abitanti sono costretti a disfarsi dei rifiuti materiali, per lo più plastica e cartone, seppellendoli o, nel peggiore e più comune dei casi, bruciandoli. Questo risulta dannoso per l’ambiente e per le persone che vivono nel villaggio e ne coltivano i terreni. Per me e per Francesca, che svolge con me il servizio civile a Matembwe, è stato difficile rendersi conto della portata di tale fenomeno, anche per la nostra forte sensibilità sul tema del cambiamento climatico, della gestione dei rifiuti e del riciclo.
Entrambi ci siamo innamorati subito di questo meraviglioso villaggio e delle persone che ci vivono e che ci hanno accolto sin dal primo giorno ed abbiamo deciso di provare a fare qualcosa al riguardo, mettendoci in gioco in prima persona. Ci siamo impegnati a conoscere meglio la lingua locale, così che il nostro messaggio potesse arrivare forte e chiaro, e nel frattempo abbiamo pensato a come e dove trasmetterlo, partendo dai bambini, il futuro di questo e ogni altro paese. Nonostante la tematica ambientale sia già presente nei programmi scolastici tanzaniani, abbiamo notato che la maggiore difficoltà consisteva nel trovare idee di riciclo che potessero essere pratiche, sostenibili e che non implicassero l’ausilio, quindi l’acquisto, di macchinari industriali.

Siamo partiti quindi da questa sfida, riconoscendo l’importanza di aumentare la consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni per un bene individuale e collettivo. Per raggiungere questo proposito, ci siamo rivolti alla scuola elementare di Matembwe, dove abbiamo organizzato un’intera giornata di sensibilizzazione sul cambiamento climatico, le sue conseguenze e di cosa possiamo fare noi nel nostro piccolo per contrastarlo. Questa attività ha coinvolto due classi, per un totale di almeno 160 bambini di 10 e 11 anni, ed era incentrata sui numerosi danni provocati dal gettare e bruciare plastica all’aperto.
Grazie anche al sostegno dell’insegnante, che ci ha aiutato e supportato durante l’incontro, abbiamo trascorso un momento di discussione e di condivisione con i bambini, a cui abbiamo mostrato delle foto e un breve video sulle piccole azioni quotidiane che ognuno di noi può fare per diminuire l’inquinamento e migliorare la vita dell’ambiente e delle persone circostanti.
In termini di riciclo, abbiamo poi discusso insieme alcune possibili idee realizzabili in realtà locali, come quella di Matembwe, e abbiamo mostrato loro dei materiali prodotti da alcune signore del paese che hanno precedentemente collaborato ad un progetto di riciclo della plastica, da cui hanno ricavato braccialetti, astucci per la scuola, lampade e cuscini.

Inutile dire che i bambini sono rimasti davvero entusiasti, anche un po’ straniti, da queste nuove possibilità di utilizzo della plastica. Sappiamo che è stata solo una giornata e che per un cambiamento concreto e continuo serve un impegno costante, ma data la collaborazione degli insegnanti e, specialmente, dei bambini, siamo tornati a casa con tanta speranza.
Non c’è dubbio che il messaggio sia arrivato, vista la voglia dei bambini di Matembwe di partecipare attivamente all’ultimo momento dell’attività, che consisteva nella raccolta di plastica in giro per il quartiere della scuola. In questo modo, gli studenti hanno avuto modo di vedere in prima persona la quantità di plastica presente nell’ambiente che li circonda e che, per loro e per le loro famiglie, è casa.
Ancora una volta è proprio il bene che vogliamo all’ambiente, a Matembwe e ai suoi abitanti che è stato punto d’incontro con gli studenti e gli insegnanti. È proprio questo sentimento condiviso che ha portato risultati visibili sin da subito. Da quando si è svolta l’attività, già più di una volta i ragazzi delle scuole si sono ritrovati spontaneamente per raccogliere rifiuti nei dintorni della scuola e per creare cestini per buttare la plastica utilizzata. Consapevoli del fatto che per risultati a lungo termine servirà lavoro e impegno ulteriore, questo è comunque un piccolo passo per un futuro più sostenibile, e siamo proprio felici di avere avuto la possibilità di partecipare a questo piccolo grande momento della comunità di Matembwe, che come noi guarda con fiducia e ottimismo al costante sviluppo della Tanzania rurale e ad un futuro più sostenibile.
Davide Scipioni e Francesca Zannoni, Caschi Bianchi con CEFA in Tanzania