FOCSIV per il Ministero della Pace

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Ufficio Policy Focsiv – Nel mezzo delle guerre, della crisi del multilateralismo e del diritto internazionale a causa della scelta di potere unilaterale degli Stati Uniti, del genocidio perpetrato dal governo Netanyahu a Gaza, dell’aggressione della Russia all’Ucraina, del conflitto in Sudan sostenuto da Russia ed Egitto, del genocidio dei Rohingya in Myanmar tollerato dalla Cina, e di altri innumerevoli conflitti nel mondo (Countries Currently at War / Countries at War 2025), FOCSIV ha aderito alla proposta del Ministero della Pace, partecipando alla sua presentazione, mentre con i suoi soci da anni sostiene i corpi civili di pace e il servizio civile universale nel mondo, appoggiando le missioni di oltre 500 giovani ogni anno. Atto concreto di prevenzione dei conflitti. Artigiani della pace che si spendono sui territori con le comunità locali e i movimenti nonviolenti.
Riportiamo qui l’articolo uscito su Avvenire a firma di Agnese Palmucci, Un Ministero della Pace: la proposta concreta delle associazioni cattoliche
Quando nelle parole dei potenti della Terra ricompare l’imperativo del “preparare la guerra per costruire la pace”, la società civile torna a proporre con forza il “Ministero della Pace”. Si è tenuto a Roma, nell’auditorium Bachelet della Domus Mariae, la presentazione ufficiale dell’iniziativa politica promossa dalla Campagna “Ministero della Pace”.
«L’istituzione di un Ministero della Pace non è un’utopia o pacifismo – sottolinea padre Francesco Occhetta, segretario generale della Fondazione “Fratelli Tutti”, tra gli organizzatori dell’evento, assieme ad Azione Cattolica Italiana, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII e ACLI – ma una “urgenza” concreta per rafforzare la missione alla pace già sancita dall’articolo 11 della Costituzione italiana». Il Ministero, continua, «diventerebbe uno strumento per riaffermare con forza la diplomazia e la risoluzione non violenta dei conflitti. Le sue aree di azione includerebbero la mediazione e la diplomazia preventiva, la risoluzione dei conflitti e il rafforzamento del diritto internazionale umanitario, la ricostruzione post-bellica e l’imprescindibile promozione dei diritti umani».
A spingere la comunità ecclesiale e internazionale sulla strada dei processi concreti di costruzione della Pace è stato in questi giorni lo stesso papa Leone XIV. Il messaggio del Pontefice, espresso domenica scorsa nell’Angelus, a poche ore dall’attacco americano alle basi nucleari iraniane «può essere accostato a quello storico di Benedetto XV, – commenta padre Occhetta – che durante la Prima Guerra Mondiale definì la guerra una “inutile strage”. La Chiesa propone un “disarmo integrale”: non è sufficiente ridurre le armi, dobbiamo disarmare anche gli spiriti, le parole e le scelte che facciamo ogni giorno per arginare la “psicosi bellica” che ci porta a considerare la guerra come la soluzione inevitabile. È per questo che papa Leone XIV ha offerto ai nemici di potersi incontrare in Vaticano per garantire futuro al mondo che è di tutti».
L’idea del Ministero della Pace nasce da un’intuizione di don Oreste Benzi, negli Anni ‘90. «Siamo partiti, con don Benzi, dall’esperienza della condivisione di vita con le vittime del conflitto in Jugoslavia, – spiega Laila Simoncelli, coordinatrice nazionale della Campagna “Ministero della Pace” – che esplicitamente hanno chiesto ai giovani nonviolenti di fare tutto il possibile con le istituzioni internazionali perché i cittadini vengono educati alla pace». La proposta concreta della Campagna nata nel 2017, che oggi conta tra gli aderenti oltre 30 associazioni e realtà della società civile, è quella «di creare un nuovo paradigma istituzionale all’interno del governo italiano, che faccia delle politiche di pace non più delle iniziative sporadiche dei diversi ministeri, ma dei progetti coordinati e strutturali all’interno del nostro Paese» aggiunge Simoncelli.
Il ministero, spiega, «dovrebbe costituirsi di una Consulta nazionale dei costruttori di pace e un comitato interministeriale, e poi strutturarsi attraverso dipartimenti che possano portare avanti le diverse esperienze, come la difesa civile non violenta e i corpi civili di pace. Ora occorre proseguire il lavoro a stretto contatto con le istituzioni, e dal nostro lato abbiamo già pronta una proposta normativa da condividere».
Tra le associazioni ecclesiali promotrici dell’iniziativa di oggi, e parte della Campagna per il Ministero della Pace, ci sono anche le Acli. «In un momento tragico come questo, il Ministero della Pace è un segno profetico – dice Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Associazioni cristiane lavoratori italiani (Acli) –. Lo stiamo immaginando ormai da anni, e c’è davvero molta attesa per la presentazione di oggi. Siamo convinti che la pace vada cercata, costruita anche attraverso le istituzioni e la giustizia». Per questo «un ministero che si occupi di mediazione dei conflitti, un’istituzione che abbia una forma preventiva, perché la pace la devi costruire prima dello scoppio delle guerre, non invocare dopo l’inizio dei conflitti». Educazione e formazione sono le parole chiave secondo Manfredonia. «Con il Ministero della pace si potrebbe fare tanto anche attraverso il servizio civile e nelle scuole, per educare alla pace». Sicuramente poi, ha concluso, «l’altro compito importante sarà quello del controllo degli armamenti e dell’informazione dei cittadini riguardo ai trattati tra Stati, come quello tra Italia e Israele che ha molti lati ancora oscuri».