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Home News news Sviluppo Sostenibile Il nesso agro- capitale in Africa

Il nesso agro- capitale in Africa

Segreteria
24 Luglio 2025
News, news Sviluppo Sostenibile

Ufficio Policy Focsiv – Governi, imprese di estrazione trasformazione e distribuzione, fondi finanziari, organizzazioni contadine, organizzazioni non governative, e altri attori partecipano alla cooperazione, e competono, per produrre cibo. Per ottenere profitti, creare mercati, nutrire le popolazioni e le comunità locali. La cooperazione è impegnata da decenni a lottare contro la fame e migliorare la nutrizione. Ma questo obiettivo, tra quelli dello sviluppo sostenibile, è ancora lontano dall’essere raggiunto perché i sistemi alimentari sono ingiusti.

In questo quadro le banche di sviluppo pubblico, come Cassa Depositi e Prestiti in Italia, hanno un ruolo importante da giocare. Il rapporto presentato da AFSA, l’Alleanza per la sovranità alimentare in Africa discute il ruolo di queste istituzioni finanziarie, denunciando come non siano parte attiva a fianco delle comunità contadine ma piuttosto delle grandi imprese per produzioni agroindustriali (diverse volte causa di land grabbing Land Grabbing e Agroecologia – Focsiv) per i mercati ricchi e per la supermercatizzazione dell’Africa. La presentazione è tratta da Report: The Agro-Capital Nexus: Understanding the role of DFIs in the African Green Revolution – AFSA, dove può essere scaricato il rapporto.

In tutta l’Africa, i sistemi alimentari stanno subendo cambiamenti rapidi e di vasta portata. I supermercati si stanno espandendo nei centri urbani, gli alimenti trasformati stanno diventando più ampiamente disponibili e le aziende agricole stanno aumentando la produzione per l’esportazione e i mercati formali. Dietro questa trasformazione si nasconde una forza potente ma spesso invisibile: le Istituzioni Finanziarie per lo Sviluppo (DFI). Il rapporto esamina come le DFI, banche pubbliche sostenute da governi e istituzioni multilaterali, stiano contribuendo a finanziare e plasmare la Rivoluzione Verde Africana. Mostra come le DFI non siano semplicemente finanziatori, ma agenti attivi che guidano un modello di sviluppo agricolo basato su input industriali, produzione su larga scala, private equity e catene del valore globali.

Dal 2019, sei importanti DFI, tra cui IFC, AfDB, DFC, Proparco, BII e FMO, hanno investito oltre 3 miliardi di dollari direttamente in aziende agroalimentari e alimentari in tutto il continente. Questi investimenti supportano le aziende coinvolte nella fornitura di prodotti agrochimici, nella logistica, nella lavorazione degli alimenti e, in modo significativo, nella vendita al dettaglio formale.

Una delle tendenze più evidenti rivelate in questo rapporto è la supermercatizzazione dei sistemi alimentari africani. Le DFI stanno finanziando catene del freddo, infrastrutture di trasporto e piattaforme di vendita al dettaglio che espandono la portata dei supermercati emarginando i mercati informali. Questi investimenti rimodellano il modo in cui il cibo viene distribuito e consumato, spostando il potere dai piccoli produttori e dai venditori ambulanti verso i fornitori su larga scala e la grande distribuzione.

Un’altra parte significativa del capitale DFI viene incanalata attraverso intermediari finanziari – fondi di private equity e banche commerciali – rendendo più difficile rintracciare dove finisce il denaro pubblico e ritenere gli investitori responsabili dei danni.

Il rapporto esplora anche il ruolo di attori filantropici come la Fondazione Gates, che si allineano strettamente con le strategie DFI e co-finanziano programmi che promuovono un’agricoltura basata sulla tecnologia. Anche i finanziamenti per il clima, attraverso il Fondo Verde per il Clima, sono sempre più utilizzati per legittimare l’agricoltura industriale con il pretesto di soluzioni “intelligenti per il clima”.

In breve, le DFI stanno aiutando a costruire un sistema alimentare che dia priorità alla crescita, all’efficienza e all’espansione del mercato, ma troppo spesso a scapito dell’equità, della sostenibilità e della sovranità alimentare. Il rapporto chiede una maggiore trasparenza e supervisione pubblica degli investimenti delle DFI, una maggiore responsabilità nei confronti delle comunità colpite e un reindirizzamento dei fondi pubblici verso l’agroecologia e i sistemi alimentari controllati localmente. Il futuro agricolo dell’Africa deve essere plasmato dalle persone che dipendono da essa, non da lontani finanzieri e tecnocrati dello sviluppo.

Tags: #africa #ecologia #finanza
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