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Home Storie di volontari Una storia di sentimenti

Una storia di sentimenti

Segreteria
13 Agosto 2025
Storie di volontari

Sei mesi fa stavo leggendo Shantaram, comodamente seduta sul divano di Federico a Londra. Fuori pioveva, il vento era gelido e io, me ne stavo rannicchiata sulla poltrona di pelle nera a bere un thè caldo e a mangiare torta. In quei giorni leggevo di Mumbai e spavaldamente non facevo che immaginarmi come sarebbe stata la mia vita lì. La vita ti porta davvero in posti inaspettati, così lontani dal punto di partenza.

Qualcuno un giorno mi disse: “l’India o la ami o la odi”. Non è così. L’India la ami e la odi allo stesso modo, nello stesso momento, non puoi scindere i sentimenti. Accade tutto in contemporanea e talmente tanto intensamente che vieni travolto dai sentimenti. Lety è stata la prima persona conosciuta in India. È corsa quando le ho detto che non avevo una casa e senza conoscermi mi ha accolto nella sua vita, senza riserve. Mi ha insegnato le regole di sopravvivenza e con lei ho mangiato il mio primo pasto indiano. Mi ha trasmesso il suo entusiasmo per il Sui&Dhaga, il suo amore per le cose diverse da quelle che siamo abituati a vedere e mi ha dato la cosa più importante quando sei perduto in una città affamata, la sua amicizia.

A Bombay il monsone è iniziato il due giugno e da quel giorno non ha mai smesso di piovere ininterrottamente. Il rumore delle gocce sulle lamiere delle baracche crea una sorta di canzone. La canzone che mi accompagna da mesi e che si mischia al jazz che ascolto in continuazione. È una musica che apparentemente non segue uno spartito preciso, ma che poi, piano piano, acquista un senso ed un ritmo, come questa città.

Ogni giorno la povertà estrema ti fa arrabbiare, il blu incredibile che abbiamo trovato sull’Himalaya ti fa innamorare, l’inquinamento ti fa capire l’aspettativa di vita media, le persone gentilissime che in modo goffo vogliono sempre indicarti la via ti fanno ridere. Nel marasma e nelle lacrime versate incontri persone che toccano la tua vita con tale profondità che non potrai scordarle mai. Ognuna di loro mi ha resa quella che sono ora. Per caso è arrivato anche Alberto, durante un pranzo inaspettato, e ha destato tutto il mio interesse mentre mi raccontava del suo lavoro. In lui ho visto l’amore per i progetti di cooperazione, per i suoi bambini di strada, l’ardore e l’entusiasmo delle persone pure.

Credo che solo chi abbia avuto l’opportunità di vivere questa nostra India davvero se ne possa rendere conto, di quanti sentimenti ti mette in circolo. Tanti l’hanno percorsa zaino in spalla, ma fermarsi e diventare parte della fiumana che giorno dopo giorno arranca nel traffico, ti apre la mente e il cuore.

Il mio carissimo amico Bert una volta mi ha scritto: “Spesso dici di voler godere dell’India in modo felice. Io non sono lì e non lo so. Ma la felicità non è il solo sentimento utile per vivere qualcosa. E se l’India fosse anche da piangere? Forse in quelle lacrime c’è una lente che ti permetterà di vedere delle cose che ad occhi asciutti non avresti mai potuto vedere.”

Mumbai è una città incredibile, sempre in movimento. È tenuta insieme dalle persone, dall’orgoglio indiano, da un profumo dolciastro che aleggia nell’aria e dal misto di religioni che vi convive.

La cosa che più amo dell’India è che non sai mai chi incontrerai. È come camminare attendendo che il mondo ti venga a cercare. Da quando sono qui, la mia vita si è intrecciata ed è stata scandita dalle persone che ho incontrato. Dall’inizio ho avuto la fortuna di avere accanto Marghe, Fra, Genea, Sara, Elisa e Anna, le mie compagne di avventura, che hanno diviso con me i problemi, i momenti di sconforto e le stupende giornate di sole che l’India ci ha regalato. Sono la mia famiglia, e una delle cose più belle che ho imparato ad amare qui. In questo ingorgo frenetico i giorni volano, e con loro le settimane ed i mesi. Ti fermi un secondo e senti il rumore delle stagioni che passano, e devi avere accanto delle persone con cui guardare indietro.

Al lavoro ho trovato Gheeta, 20 anni, sposata, con degli enormi occhi neri. Mi tiene sempre per mano perché ha paura che a Mumbai mi investano e credo mi veda goffa nel muovermi tra le persone. Con lei mi sento al sicuro. Vive nella periferia senza nessuna comodità, ma sorride sempre. Quando la guardo mi rendo conto delle piccole cose che fanno la felicità, che spesso noi dimentichiamo. Ha sempre un Sari pulito, i capelli lavati e un sorriso per tutti. Deve essere lo spirito ad essere diverso. Sono tutti lenti, rilassati, fatalisti, abituati al vivere appiccicati e con pochissimo e sono sempre grati per tutto. Felici di scambiare una parola, di essere accanto alla loro famiglia, di poter andare al tempio a pregare, di mangiare. Felici di essere parte di questo mondo.

Credo mi mancherà il meravigliarmi ogni giorno per qualcosa, per qualcuno. In quanti lo provano tutti i giorni nella loro vita? e non è questo che ti fa sentire vivo a dispetto di tutto? Io credo di sì. Questa India è davvero tutta cuore. Un grande grazie alle persone che mi hanno fatto entrare nella loro vita.

Orianne, Casco Bianco con IBO Italia a Mumbai, India.


Questo è il quarto degli otto appuntamenti in cui condivideremo i racconti dei volontari IBO Italia, tratta dalla raccolta “Frammenti Volontari”, grazie al lavoro di Alessandro Caselli, volontario ESC (European Solidarity Corps). QUI per scaricare il libro completo.

Tags: #frammenti #IBO #India #unasceltadivalore
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