AL VIA LA CAMPAGNA CONTRO GLI INTERESSI DELLE GRANDI LOBBY D’AFFARI
FOCSIV sostiene la campagna contro un partenariato transatlantico su commercio e investimenti piegato agli interessi delle grandi lobby d’affari
Da qualche anno la Commissione europea sta negoziando un nuovo accordo commerciale con gli Stati Uniti, il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership). FOCSIV ha firmato una dichiarazione di oltre 100 organismi della società civile che chiede una fondamentale revisione di questo Accordo in favore di un approccio aperto e democratico che metta al primo posto i diritti sociali ed economici dei cittadini.
I negoziati si sono svolti in gran segretezza, tanto che, solo recentemente grazie alle campagne della società civile e al coinvolgimento di parlamentari europei, si è riusciti ad avere accesso ai documenti. L’accordo potrà avere effetti rilevanti sulle vite dei cittadini europei così come per i cittadini dei paesi impoveriti. Il negoziato tuttavia procede senza una grande trasparenza e con una forte preferenza verso le grandi lobby delle imprese multinazionali.
E’ così che tra i diversi capitoli dell’accordo si sta discutendo una “cooperazione sulle regole” che privilegia il rapporto con le grandi imprese a danno della partecipazione democratica e degli interessi generali della collettività. Le regole dovrebbero essere armonizzate e rese compatibili, ma secondo il principio del libero commercio, senza riferimento ai diritti dell’uomo e all’ambiente. Inoltre si prevede la creazione di un organismo nel quale le grandi imprese possano vedere in anticipo le regole che discutono i governi e i parlamenti, per poter intervenire e influenzare il dibattito.
Per questo FOCSIV ha deciso di firmare una dichiarazione di oltre 100 organismi della società civile, in allegato, che chiede una fondamentale revisione di questo regolamento a favore di un approccio aperto e democratico che metta al primo posto i diritti sociali ed economici dei cittadini. Il commercio (e il profitto) deve essere al servizio dell’uomo e non viceversa, come ci ripete Papa Francesco.
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