BIOCARBURANTI E DIRITTO AL CIBO, BINOMIO INCONCILIABILE
Alla Giornata Mondiale dell’Alimentazione non c’è stato molto da festeggiare, considerati i recenti insuccessi sulla questione biocarburanti. Mentre le organizzazioni della società civile e i movimenti sociali cercano di difendere gli interessi dei popoli spinti alla fame, i governi ignorano le loro raccomandazioni sui biocarburanti, rifiutando di accettare i collegamenti tra la produzione degli stessi e la crescita dei prezzi alimentari e del fenomeno del land grabbing che sta mettendo in pericolo il diritto al cibo di molte comunità dei paesi in via di sviluppo.
La settimana scorsa, durante la 40ª Sessione del Comitato sulla sicurezza alimentare mondiale (CFS) che si è tenuto a Roma, i governi hanno riconosciuto come le colture di biocarburanti siano in competizione con le coltivazioni alimentari. Tuttavia nessuna raccomandazione è stata diramata su come fermare il fenomeno; anzi, la Presidenza Lituana del Consiglio Europeo sta cercando di indebolire i limiti all’utilizzo di generi alimentari per la produzione di carburanti.
Circa sei milioni di ettari nell’Africa sub-Sahariana sono già sotto controllo delle multinazionali Europee dei biocarburanti e circa 293 casi di sottrazioni di terra causate da produzioni di biocarburanti – riguardanti più di 17 milioni di ettari in tutto il mondo – sono state segnalate. Più di 80 organizzazioni della società civile, tra cui FOCSIV nell’ambito di CIDSE, hanno firmato una lettera di avvertimento su come l’attuale dinamica relativa ai biocarburanti non riesca a sostenere il Diritto al Cibo alimentando la fame di combustibili, l’esclusione dei contadini e dei piccoli agricoltori dalle loro terre, nonché il degrado ambientale, senza incidere sulle previste riduzioni di emissioni dannose di CO2.
Un incontro di ambasciatori nel Consiglio Europeo sta discutendo il tema dei biocarburanti, al fine di preparare una decisione finale che rappresenti la posizione del Consiglio previsto in dicembre 2013. Purtroppo, i rappresentanti degli Stati membri dell’UE cercano di sfruttare questa occasione per indebolire la proposta della Commissione europea, al fine di aumentare la percentuale di biocarburanti nella benzina passando dal 5% al 7% o anche di più. Tale aumento porterebbe ad una ulteriore deforestazione e ad un incremento della pressione sulla produzione alimentare globale.
Nel frattempo, la Presidenza Lituana ha assunto una posizione debole, spingendo per percentuali flessibili e contrastando le misure volte a limitare l’impatto dei biocarburanti sul clima. Il mese scorso, il Parlamento Europeo ha votato la proposta della Commissione di ridurre al minimo l’impatto sulla sicurezza alimentare e sul clima, derivante dalle produzioni di biocarburanti, mediante l’adozione di un tetto per la produzione di biocarburanti derivanti da colture alimentari. Tuttavia, il risultato è stato lontano da ciò che sarebbe necessario, registrando deboli decisioni e mancanza di chiarezza sulla possibilità che il processo di riforma possa essere completato entro aprile 2014.