Focsiv per un vero Patto con l’Africa su sviluppo e migrazioni

Lunedì scorso Concord Italia ha inviato una lettera a Renzi, e per conoscenza a Gentiloni, Giro e Gozi, per confrontarsi sulla recente proposta della Commissione europea su un nuovo partenariato di cooperazione sulle migrazioni con i paesi terzi.
E’ una proposta che sarà discussa al prossimo Consiglio europeo di fine Giugno e che riprende il Migration Compact lanciato dal Governo Renzi.
Nonostante sia apprezzabile il riconoscimento dell’aspetto strutturale delle migrazioni e della necessità di cooperare con i paesi di origine e di transito, la proposta europea appare decisamente focalizzata sul controllo, contenimento e ritorno dei migranti, a cui fa da contrappeso la promessa di investire 62 miliardi di euro per lo sviluppo di infrastrutture e piccole e medie imprese. Forte è anche la proposta di imporre una condizionalità sia agli aiuti che al commercio: se non cooperate nel frenare le migrazioni, vi riduciamo aiuti e commercio!
D’altra parte si auspicano maggiori canali dI migrazione regolare e più reinsediamenti nel quadro della iniziativa globale dell’ONU. Il problema in questo caso è la scarsissima credibilità dell’offerta UE. La questione di fondo è infatti la mancanza di solidarietà: mancanza di solidarietà all’interno dell’UE, tra Stati membri, visto come non funziona il sistema del ricollocamento, e mancanza di solidarietà verso i migranti e i rifugiati. In questo frangente solo l’Italia e in parte la Grecia, visto l’accordo con la Turchia, stanno salvando e accogliendo i migranti. Di conseguenza, la mancanza di solidarietà tra paesi dell’UE viene scaricata sui paesi vicini e di origine dei flussi, chiedendo a loro di accogliere e contenere i migranti e i rifugiati.
Lo stesso Viceministro Giro, in una recente intervista a Repubblica, ha criticato lo spirito della proposta della Commissione che non riprende l’intenzione italiana di creare un vero e proprio Patto con l’Africa su sviluppo e migrazioni. Ecco è su questo vero Patto che come FOCSIV vorremmo condividere il senso e le misure. A partire da una forte lotta contro la corruzione, le fughe di capitali nei centri off-shore, la repressione dei canali illegali di commercio di risorse naturali (il recente accordo sui minerali dei conflitti è insufficiente), lo sfruttamento intensivo della terra a discapito delle comunità di contadini, una maggiore responsabilità sociale ed ambientale delle imprese, il contrasto al commercio delle armi, la regolazione della finanza contro la speculazione, e così via. Queste sono le vere condizioni di cambiamento affinché aiuti e commercio siano veramente utili per lo sviluppo locale africano.
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