Gianfranco Cattai su Avvenire «Diffamazione sistematica delle Ong»

La denuncia
Il mondo della solidarietà: «Bruxelles ci sta dicendo di non salvare più vite»
LUCA LIVERANI
ROMA, 30 giugno, Avvenire
Arendere bene l’umore delle Ong èHuman Rights Watch: «Questo è un brutto giorno per l’Europa, in cui si dice in pratica che non bisogna salvare le persone». All’indomani delle conclusioni del Consiglio Europeo, le organizzazioni umanitarie esprimono delusione, rabbia, amarezza. È un coro compatto.
Per Gianfranco Cattai, presidente della Focsiv, «si è persa un’occasione per creare una globalizzazione dei rapporti di giustizia tra i vari Nord e i vari Sud del mondo». E aggiunge: «La diffamazione sistematica delle Ong non tiene conto di almeno 60 anni di storia e il loro ruolo positivo e costruttivo».
«Mare Nostrum cancellata, l’accordo per il trasferimento dei rifugiati incompiuto, i confini europei chiusi, le navi delle Ong bloccate. Conte, è questa l’Europa che vogliamo? », chiede al premier italiano
Medici senza frontiere. «La responsabilità dei soccorsi – sottolinea Msf – è consegnata alla guardia costiera libica». E le Ong «sono il capro espiatorio» per «distogliere l’attenzione dalle questioni reali». Ieri l’Ue «condannava i mercati di schiavi in Libia», oggi «accelera le politiche che potrebbero accrescere la sofferenza delle persone in Libia o a rischio in mare».
Una delle poche ancora in mare con la Aquarius, Sos Mediterranée, non molla: «Fino a quando esseri umani rischieranno la loro vita in mare noi proseguiremo la nostra missione in acque internazionali alle porte dell’Europa». Perché «la tutela delle vite in pericolo in mare è un imperativo morale e legale, iscritto nel diritto marittimo e umanitario e deve primeggiare su qualunque considerazione politica».
«Ha vinto il blocco di Visegrad (Polonia, Ungheria, Cechia e Slovacchia, ndr) », commenta Oxfam. «È inaccettabile che le riforme degli accordi europei possano avere un impatto ancora più negativo sulla vita di chi fugge. Creare solo su base volontaria aree di sbarco – afferma Oxfam – potrebbe causare nuovi naufragi».
«I leader dell’Ue hanno sottoscritto una serie di politiche pericolose ed egoiste che rischiano di esporre uomini, donne e bambini a gravi violazioni dei loro diritti», dice Amnesty International.
Invece di «rimediare ai guasti del sistema d’asilo dell’Ue» i leader europei «hanno scelto di assecondare i governi xenofobi».
Regina Catambrone è cofondatrice e direttrice di Moas , «prima Ong scesa in mare nel 2014, finita Mare Nostrum». Dal 2017 ha lasciato il Mediterraneo per aiutare i profughi Rohingya. «L’Ue chiude non solo i porti di sbarco, ma anche il porto operativo di Malta, usato da noi, Msf, Open Arms. Non vuole capire il dramma di queste persone nei paesi di origine, di transito, in Libia. Ho visto tagli, ustioni da plastica fusa, ferite da arma da fuoco: chi parla di ‘retorica della tortura’ non sa cosa dice. A Bruxelles si discute, in mare intanto si muore ». E aggiunge: «Noi abbiamo risposto all’appello di papa Francesco, questi politici europei come possono dirsi cristiani? L’Ue ha una visione ipocrita: la soluzione non va trovata sul mare, ma creando flussi regolari, corridoi umanitari, ricollocamenti e ricongiungimenti familiari che favoriscono l’integrazione ». Per il Moas dunque «le Ong danno fastidio perché non sono governative e sono libere di denunciare quel che vedono. Tra poco nessuno ci mostrerà i video sulle motovedette libiche che picchiano i naufraghi o li abbandonano. L’Italia non deve dare solo navi e formazione, ma affiancare gli equipaggi libici per verificarne il comportamento».