I 6 PUNTI DELL’EUROPA CHE VOGLIAMO

Si è tenuto oggi, 8 febbraio, a Roma nella Sala Mosaici dell’Ufficio in Italia del Parlamento Europeo l’incontro “I 6 punti dell’europa che vogliamo” organizzato da Retinopera, rete di 20 organizzazioni del mondo cattolico italiano tra cui FOCSIV.
INCONTRO DI RETINOPERA
I 6 PUNTI DELL’EUROPA CHE VOGLIAMO.
Aperto dai saluti di David Sassoli, vice presidente del Parlamento Europeo, e da Beatrice Covassi, capo della rappresentanza della Commissione Europea, nella Sala dei Mosaici dell’Ufficio in Italia del Parlamento Europeo l’evento “I 6 punti dell’Europa che vogliamo”, organizzato da Retinopera*, la realtà composta da 20 Organizzazioni del mondo cattolico italiano che promuovono la collaborazione fra di loro per dare concretezza ai principi e ai contenuti della Dottrina Sociale della Chiesa.
Un’iniziativa che nasce dal confronto sul tema “L’Europa che vogliamo” tenutasi all’interno della rete. Una sollecitazione rivolta al nostro Paese ben consapevoli di come in Europa ci sia una crisi sistemica che prima che economica è spirituale, dunque antropologica e sociale. Una crisi che investe, oltre i singoli paesi ed i diversi popoli, anche l’intero Continente europeo come Comunità di nazioni, alle cui fondamento rimangono le radici cristiane.
Rimangono delle criticità che si stanno storicizzando:il contrasto tra i grandi benefici materiali, sociali, ecologici e politici ottenuti fini ad oggi, da un lato, e le forme di esclusione, povertà, disuguaglianza e perdita di fiducia, dall’altro; una frattura tra chi crede ancora nell’esistenza di un comune progetto europeo, da un lato, e chi sente le istituzioni europee sempre più lontane, dall’altro.
Da qui i 6 punti nodali elaborati da Retinopera volti ad un sviluppo positivo dell’Europa che vogliamo.
6 punti per uno sviluppo positivo dell’Europa che Retinopera vuole:
Il primo punto un’Europa democratica e partecipativa: della dignità e della libertà, ove la cittadinanza europea si eserciti responsabilmente nei luoghi di partecipazione, dibattito e conoscenza, anche valorizzando le nuove forme di comunicazione digitale. Un’Europa che dia vita a programmi mirati di formazione ed educazione alla cultura e al rispetto dei diritti umani e sociali, nella quale la sovranità condivisa appartenga al popolo europeo, chiamato a esercitarla attraverso le Istituzioni veramente rappresentative.
Il secondo punto un’Europa solidale e accogliente: della fraternità, del rispetto dei diritti umani, della lotta alle discriminazioni di ogni genere, della cooperazione e del dialogo tra le religioni e le Chiese, nonché della costruzione della pace mondiale, richiamata dai Trattati costitutivi dell’Unione. Sono il principio di solidarietà e di sussidiarietà, contenuti nei Trattati, che hanno le potenzialità di sviluppo ancora inespresse. Le istituzioni europee dovrebbero essere impegnate nel promuovere l’inclusione e la protezione sociale, nel ridurre le disuguaglianze interne ed esterne, nel rafforzare le competenze europee in materia sociale, nel lavorare per la realizzazione di un assetto economico basato sul valore della persona e sulla solidarietà, e non sulla massimizzazione del profitto e della competitività.
Il terzo punto un’Europa del valore umano del lavoro e del lavoro di tutti: la priorità e la dignità delle persone nel lavoro, in particolare quello dei giovani, per una loro maggiore valorizzazione e occupazione; la tutela di tutti i lavoratori con misure di formazione, accompagnamento e sostegno; la promozione di un lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale. Si vuole una Commissione Europea che verifichi il rispetto delle misure volte alla creazione di occupazione stabile e di qualità e che acquisisca poteri di vigilanza sul rispetto dell’inclusione lavorativa, la riduzione della marginalità e la promozione di pari opportunità. E che vengano adottati standard di sostenibilità sociale, ambientale e fiscale, e contrasti la disoccupazione, l’economia dello scarto, la corsa al ribasso sui diritti, l’elusione fiscale e le logiche protezionistiche.
Il quarto punto un’Europa della promozione della cultura, della scienza e dell’arte: la salvaguardia del patrimonio naturale e culturale, artistico, musicale, scientifico, orale e scritto, nei vari contesti, nazioni e macro regioni, la promozione dello scambio tra culture ed esperienze umane, sociali, lavorative, la condivisione delle buone pratiche e l’interscambio tra istituzioni, imprese, associazioni, comunità e individui. Un’Europa che sostenga la costruzione comune di una identità laica europea, all’interno della quale si tenga conto di tutte le espressioni sociali e religiose diffuse sul territorio europeo e si rafforzi la forza generativa dei processi unitari per la costruzione di una cultura interumana centrata sul dialogo.
Il quinto punto un’Europa dello sviluppo sostenibile e dell’economia integrale: le scelte giuste per uno sviluppo economico e sociale circolare e sostenibile, in grado di rafforzare le priorità della politica rispetto a strategie economicistiche. Un’Europa che diventi una forza protagonista a livello globale in sintonia con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030 e gli Accordi di Parigi sul clima, protesa a rinnovare i principi fondativi del progetto europeo in materia di ambiente, energia e sviluppo integrale della persona e del Pianeta. Un’Europa che si preoccupi responsabilmente della qualità del proprio territorio e del proprio ambiente naturale, sociale ed umano, e di promuovere l’accesso ad un cibo di qualità per tutti.
Il sesto punto un’Europa del Terzo Settore e dell’associazionismo e della gratuità: per un pieno e costruttivo coinvolgimento delle associazioni di base, ed in particolare di quelle giovanili, ed una politica che sappia coniugare la volontà di miglioramento della qualità della vita, della dignità umana, del rispetto dei diritti, espresse da quanti operano in modo gratuito per gli altri e per il bene comune e dal Terzo Settore.
Ufficio Stampa
Giulia Pigliucci 3356157253
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