I LEADER INDIGENI ECUADORIANI UNITI PER AFFRONTARE NUOVAMENTE IL GIGANTE CHEVRON NELLA CORTE DELL’ONTARIO
Ottawa, Toronto – Il 17 e 18 aprile la Corte d’appello dell’Ontario sarà la sede in cui i querelanti ecuadoriani dimostreranno che la Chevron Canada è interamente di proprietà della Chevron Corporation. Ciò consentirebbe alle popolazioni indigene e contadine dell’Ecuador di far valere la sentenza di pagamento di oltre 9,5 miliardi di dollari, emessa dalle Corti di Giustizia dell’ Ecuador. Mediante un’ordinanza giudiziaria, questi soldi saranno depositati in un fondo gestito dalle comunità, che effettueranno azioni di riparazione ambientale degli oltre 480 mila ettari intenzionalmente contaminati dalla compagnia petrolifera e che continuano a provocare gravi danni alle comunità che abitano nella zona.
La causa delle comunità per la giustizia e la riparazione dei danni subiti è in pendenza nei tribunali da quasi 24 anni. Questo processo è diventato una dimostrazione emblematica dell’impunità che consente alle multinazionali di violare diritti indigeni e umani senza conseguenze.
Una delegazione dell’Unione delle comunità interessate dalle azioni di Chevron-Texaco (UDAPT) parteciperà all’udienza. Sarà composta da Guillermo Grefa, leader indigeno Kichwa e genero di Maria Aguinda (il primo firmatario della causa), Jaime Vargas, presidente della Confederazione delle nazionalità indigene in Ecuador (CONAIE) e dall’avvocato ecuadoriano Julio Prieto.
“I progressi ottenuti nei tribunali canadesi rappresentano una nuova speranza per il popolo indigeno dell’Ecuador che intraprende questa battaglia. I tribunali canadesi hanno l’opportunità di fermare l’impunità aziendale per le popolazioni colpite in tutto il mondo “, ha affermato Guillermo Grefa.
Prima di venire in Canada in uno storico incontro di supporto tenutosi in Ecuador, la Confederazione delle nazionalità indigene dell’Amazzonia ecuadoriana (CONFENIAE) e la Confederazione delle nazionalità indigene di Sucumbíos (CONASE) hanno ratificato il loro sostegno a UDAPT in questa lotta per la giustizia. L’UDAPT è un’organizzazione composta da oltre 30.000 indigeni e piccoli agricoltori, colpiti dalla Texaco (acquisita da Chevron) e dalle sue irresponsabili attività nell’Amazzonia ecuadoriana.
Il gigante del petrolio ha inquinato più di 450.000 ettari di foresta pluviale vergine, scaricato acque grezze, tossiche e gas inquinanti che hanno danneggiato gli ecosistemi, indebolito la salute, le colture locali, avvelenato terra, acqua e foreste, nonché i mezzi di sostentamento delle comunità. In Canada, l’UDAPT è rappresentata dal suo avvocato Alan Lenczner. “I tribunali canadesi hanno un ruolo importante da svolgere per garantire alle comunità ecuadoriane l’accesso alla giustizia e ai rimedi”, ha affermato Doug Olthuis, direttore esecutivo di Steelworkers Humanity Fund.
Da sempre FOCSIV si impegna a livello internazionale e a fianco delle comunità locali per promuovere modelli economici e di produzione più responsabili, che non violino il diritto delle comunità locali a godere di un ambiente salubre e delle risorse naturali offerte del territorio, mezzi di sostentamento fondamentali per le comunità autoctone. In quest’ottica, all’interno di reti nazionali ed europee, FOCSIV sostiene l’adozione di un Trattato vincolante delle Nazioni Unite su diritti umani e imprese, che imponga alle imprese, nazionali e transnazionali, di agire rispettando i diritti umani, affinchè il rispetto dei diritti umani prevalga sulla logica del profitto.
A partire dalla crisi finanziaria del 2008, il fenomeno dell’accaparramento della terra – e la conseguente violazione del diritto alla terra e all’accesso alle risorse necessarie non solo alla sopravvivenza, in termini di accesso al cibo, ma anche ad un livello di vita dignitosa – da parte di multinazionali, Stati, imprese finanziarie e immobiliari, è in costante ascesa e risultano sempre più numerose le testimonianze di violazioni dei diritti umani a danno delle comunità, soprattutto nei paesi del Sud, come nel caso Chevron.
La difesa del diritto alla terra, dei piccoli agricoltori quali custodi della nostra casa comune, e di un modello di produzione del cibo – l’agroecologia – che sia rispettoso dell’ambiente e dell’uomo, sono alla base del lavoro di FOCSIV e dei sui soci a fianco delle comunità locali, così come della Campagna nazionale “Abbiamo riso per una cosa seria”, lanciata lo scorso 16 aprile.
La Campagna, che quest’anno arriverà nelle piazze italiane il 5 e 6 maggio con il tradizionale pacco di riso 100% italiano, unisce contadini italiani e del resto del mondo insieme ai consumatori per difendere chi lavora la terra, contro il suo abbandono, l’accaparramento delle terre, il caporalato e la schiavitù di chi sottopaga i prodotti agricoli e il lavoro nei campi. Insieme, per sostenere le comunità rurali, richiedere politiche coerenti ed efficaci, per la sicurezza alimentare e la salubrità dei cibi, per promuovere il valore dell’agricoltura familiare come risposta alla crisi globale, ai cambiamenti climatici, alle migrazioni. Insieme, produttori, consumatori, ma in primis persone, dunque fratelli, noi tutti che viviamo la Terra che ci è stata data in dono e che siamo chiamati a custodire, per noi e per le generazioni future, come ci chiede Papa Francesco nell’enciclica Laudato sì.