Il Parlamento europeo e la coerenza delle politiche
Fonte immagine Policy Coherence & Global Citizenship Education: Tools for Change | Bridge 47
Ufficio Policy Focsiv- Da diversi anni la Focsiv, con il mondo delle ONG e in particolare GCAP Italia e Concord Italia ed Europe, nutre attenzione particolare alla coerenza delle politiche (si veda Lancio del rapporto Concord Europe sulla coerenza delle politiche – FOCSIV), perché la politica dell’aiuto pubblico allo sviluppo potrà avere realmente efficacia se anche le altre politiche italiane ed europee sono coerenti con l’obiettivo di ridurre la povertà e le disuguaglianze, così come il riscaldamento globale. La politica commerciale, sull’agricoltura, o quella sulle migrazioni, o sulla sicurezza, possono essere disegnate in modo da promuovere gli interessi nazionali ed europei a danno dei diritti umani delle popolazioni del Sud globale, come è sempre stato con le politiche coloniali e neocoloniali. In tali casi l’aiuto pubblico allo sviluppo ha solo un ruolo di parziale compensazione dei danni senza un reale impatto sui suoi obiettivi.
Per questo l’Unione europea ha introdotto il principio e il vincolo giuridico che tutte le politiche siano coerenti con l’obiettivo della cooperazione allo sviluppo. Ma poco è stato fatto. Tanto che il Parlamento europeo ha fatto un’analisi della situazione e ha approvato e adottato una relazione sulla Coerenza delle Politiche per lo Sviluppo (CPS) che chiede alla Commissione europea di assumere un impegno politico chiaro e di alto livello. Il rapporto chiede una nuova comunicazione della Commissione con un piano d’azione e indicatori per misurare l’attuazione della CPS da parte dell’UE e degli Stati membri entro la fine del mandato. La Coerenza delle politiche per lo sviluppo (CPS) è sancita dai trattati dell’UE e richiede un serio impegno ad alto livello da parte della Commissione europea. Il Parlamento è pronto a valutare l’impatto delle politiche dell’UE sui paesi in via di sviluppo.
Il comunicato stampa è disponibile in The EU must systematically screen policies for impact on developing countries | News | European Parliament (europa.eu), mentre il rapporto finale è scaricabile qui.
I deputati chiedono che l’Unione europea prenda più sul serio il suo obbligo giuridico di considerare concretamente l’impatto di tutte le politiche dell’UE sui paesi in via di sviluppo.
In una votazione plenaria di martedì 14 marzo, i deputati hanno approvato con 545 voti a favore, 26 contrari e 32 astensioni, una relazione dell’eurodeputata Janina Ochojska (PPE, PO) sulla coerenza delle politiche per lo sviluppo.
La relazione ribadisce che la CPS – un principio in base al quale le politiche dell’UE che possono avere ripercussioni sui paesi in via di sviluppo sono economicamente e socialmente coerenti con gli obiettivi della politica di sviluppo dell’UE – è un obbligo giuridicamente vincolante per l’UE ed è stato sancito formalmente nei trattati dell’UE dal 1992.
Nonostante questo obbligo, affermano i deputati, studi recenti hanno mostrato gravi carenze nell’attuazione del principio, uno scarso impegno politico, poco coordinamento e scarsa partecipazione nel valutare effettivamente gli impatti delle politiche. Chiedono che la CPS sia applicata in tutti i settori politici e in tutti quelli coperti dall’Agenda 2030 e dagli obiettivi di sviluppo sostenibile. Vogliono assicurarsi che tutte le istituzioni dell’UE identifichino e analizzino correttamente il potenziale impatto delle loro politiche sugli obiettivi primari della politica di sviluppo dell’UE: ridurre e, in ultima analisi, eliminare la povertà.
Screening sistematico di tutte le politiche dell’UE per l’impatto sullo sviluppo
Concretamente, i deputati vogliono che la Commissione europea assuma un impegno politico chiaro e di alto livello nei confronti della CPS, esaminando sistematicamente in una fase precoce tutte le iniziative politiche e legislative e gli accordi commerciali previsti dalla Commissione per i loro possibili impatti sui paesi in via di sviluppo. Se viene riscontrato un impatto negativo ed è considerato assolutamente inevitabile, i deputati ritengono che lo strumento Europa globale potrebbe essere utilizzato per ridurre al minimo le conseguenze.
I deputati chiedono inoltre che il Parlamento e gli Stati membri prendano sul serio l’impegno giuridico dell’UE nei confronti della CPS e valutino attentamente l’impatto dei loro emendamenti alla legislazione proposta dalla Commissione per le possibili conseguenze negative sui paesi in via di sviluppo. Per migliorare e portare avanti il proprio impegno nei confronti della CPS, la relazione delinea diverse azioni che il Parlamento dovrebbe intraprendere.
Janina Ochojska (PPE, PO) relatrice ha dichiarato: “La visibilità politica della CPS è chiaramente diminuita negli ultimi anni. In questa relazione, mi sono concentrata su raccomandazioni concrete agli Stati membri e alle istituzioni dell’UE sui cambiamenti e i miglioramenti necessari che consentirebbero un’attuazione più efficace della CPS.
“La relazione chiede una nuova comunicazione della Commissione con un piano d’azione e indicatori per misurare l’attuazione della CPS da parte dell’UE e degli Stati membri entro la fine di questo mandato. Vi sono anche raccomandazioni concrete per il Parlamento stesso, per rafforzare la consapevolezza, le competenze e i meccanismi di coordinamento del Parlamento e per dare priorità alla CPS nel lavoro dell’UE sullo sviluppo sostenibile, all’interno dell’UE e nei paesi in via di sviluppo.”