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Home I temi Landgrabbing e Agroecologia Il vertice mondiale sui sistemi alimentari: agroecologia o agroindustria “sostenibile”?

Il vertice mondiale sui sistemi alimentari: agroecologia o agroindustria “sostenibile”?

Valentina Citati
24 Marzo 2021
Landgrabbing e Agroecologia, News

La FOCSIV sta partecipando ad incontri del Ministero affari esteri e della cooperazione internazionale e delle reti della società civile sul vertice mondiale sui sistemi alimentari che si terrà in autunno a New York, e che sarà anticipato da un pre summit a Roma in Luglio.

A questo proposito divulghiamo la lettera tradotta in italiano che il meccanismo della società civile legato al Comitato mondiale per la sicurezza alimentare, ha inviato agli organizzatori del vertice esprimendo una serie di preoccupazioni relative a:

  • l’indebita influenza delle aziende nella preparazione del summit;
  • la mancanza di un fondamento del vertice basato sui diritti umani;
  • la mancanza di enfasi sulla reale portata della trasformazione che i sistemi alimentari corporativi devono subire per riallinearsi con i massimi imperativi delle persone, dei popoli e del pianeta;
  • la minaccia che le istituzioni pubbliche democratiche e il multilateralismo inclusivo siano minati dal multistakeholderismo, e cioè dal mettere insieme gli interessi privati delle imprese con i portatori di diritti, quando questi ultimi dovrebbero essere posti al centro ed avere sempre la precedenza.

Per cui, gran parte della società civile si sta chiedendo se partecipare o no a questo summit. La lettera chiede pertanto “un sostanziale e radicale nuovo orientamento dell’attuale impostazione e andamento del Summit” per porre al centro i diritti umani e i portatori di diritti come i popoli indigeni, mettendo in discussione i modelli di produzione e di appropriazione dei beni comuni da parte delle grandi aziende.

In particolare tra le richieste evidenziamo la seguente: “la premessa fondamentale del Summit dovrebbe essere quella di promuovere un approccio olistico e sistemico che riconosca la natura multidimensionale del cibo (sociale, economica, ecologica, culturale e politica), che affermi la sovranità alimentare (il diritto dei Popoli, delle nazioni e degli Stati a definire i propri sistemi alimentari) e sostenga i sistemi alimentari come beni pubblici che non possono essere lasciati a soluzioni basate sul mercato: ciò non solo richiede la piena partecipazione e sovranità dei popoli, ma pone al centro il benessere delle persone, dei popoli e del pianeta. Questo impone una severa regolamentazione del sistema alimentare aziendale e corporativo per affrontare la sua natura predatoria ed espansiva e riallinearlo con gli urgenti imperativi sociali, economici, culturali ed ecologici”.

Questa la lettera:

Lettera del Civil Society and Indigenous Peoples’ Mechanism (CSM) al presidente del Comitato Mondiale per la Sicurezza Alimentare (CFS) in merito al Food Systems Summit (FSS)

Amb. Thanawat Tiensin

Chair, UN Committee on World Food Security (CFS)

Roma, 9 Febbraio 2021

Gentile Presidente,

Vorremmo poter continuare il dialogo con lei relativamente al Food Systems Summit. Apprezziamo molto il fatto che lei si sia mostrato aperto e interessato ad ascoltare le nostre crescenti preoccupazioni relative al processo del vertice da quando ha iniziato il suo mandato come presidente del Comitato Mondiale per la Sicurezza Alimentare (United Nations Committee on World Food Security – CFS) nell’ottobre 2019. Prendiamo nota del fatto che lei abbia trasmesso le nostre principali preoccupazioni all’inviato speciale e alla segreteria del Food Systems Summit, anche nel contesto dello scambio di lettere tra la CFS e FSS nel novembre 2020.

Non andremo a ripetere le preoccupazioni già espresse in precedenti occasioni, come è stato fatto, ad esempio, attraverso l’Open Call delle organizzazioni della società civile e dei popoli indigeni per rispondere all’FSS, o come presentato durante l’evento speciale del CFS nell’ottobre 2020, e attraverso la dichiarazione del CSM alla riunione del Bureau e del gruppo consultivo del CFS nel novembre 2020. Tali osservazioni e appunti continuano ad essere validi, in particolare per quanto riguarda: le preoccupazioni relative all’indebita influenza delle aziende nella preparazione del Summit; la mancanza di un fondamento basato sui diritti umani; la mancanza di enfasi sulla reale portata della trasformazione che i sistemi alimentari corporativi devono subire per riallinearsi con i massimi imperativi delle persone, dei popoli e del pianeta; la minaccia che le istituzioni pubbliche democratiche e il multilateralismo inclusivo siano minati dal multistakeholderismo.

In questa lettera, vorremmo rispondere alla domanda sulle condizioni in base alle quali il CSM potrebbe essere coinvolto nel processo relativo al Summit. Come affermato anche in precedenti occasioni: il CSM non può saltare su un treno che sta andando nella direzione sbagliata. Pertanto, le condizioni generali per un nostro possibile coinvolgimento si basano sul fatto che i principali organi decisionali del Summit siano disposti ad affrontare seriamente le nostre profonde preoccupazioni attraverso un sostanziale e radicale nuovo orientamento dell’attuale impostazione e andamento del Summit.

A questo proposito, risulta essere essenziale che progressi decisivi avvengano nei seguenti ambiti:

Allontanandosi dalla logica ed influenza aziendale e ristabilendo l’intero processo sulla base del rispetto dei diritti umani individuali e collettivi, così come sulla base delle esperienze e conoscenze delle persone e dei popoli indigeni più colpiti:

  • Il Segretario Generale dell’ONU dovrebbe dunque accettare la richiesta di un incontro con i movimenti sociali e i leader dei Popoli Indigeni relativamente al Food System Summit (FSS), come richiesto nella lettera firmata da oltre 550 organizzazioni nel marzo 2020;
  • Il Segretario Generale dell’ONU dovrebbe esprimere la sua volontà di rivalutare e ritirarsi dall’Accordo di Partenariato Strategico con il World Economic Forum, ridando invece priorità alle voci dei produttori e dei consumatori di cibo più marginalizzati e vulnerabili;
  • Il Segretario generale dell’ONU dovrebbe stabilire solide salvaguardie contro il conflitto di interessi (COI) in tutti gli organi e processi del Food Systems Summit, per assicurare la centralità degli interessi pubblici su quelli privati. Questo includerebbe dichiarazioni COI obbligatorie da parte di tutti i membri di questi organi (Gruppo Scientifico, Comitato Consultivo, Gruppo dei Campioni, Action Tracks) per divulgare in modo trasparente la mappa completa dei conflitti d’interesse esistenti e permettere adeguate azioni correttive;
  • Gli organi decisionali del processo FSS, in particolare l’UNSG, il Comitato Consultivo e l’Inviato Speciale FSS, dovrebbero riaffermare che i diritti umani dovrebbero essere il pilastro fondamentale dei sistemi alimentari, e quindi dell’FSS, assicurando che l’analisi e le raccomandazioni politiche di tutti gli Action Tracks siano fondate su approcci basati sui diritti e mirino a promuovere e facilitare la piena realizzazione di tutti i diritti umani.

Trasformazione dei sistemi alimentari aziendali:

  • La premessa fondamentale del Summit dovrebbe essere quella di promuovere un approccio olistico e sistemico che riconosca la natura multidimensionale del cibo (sociale, economica, ecologica, culturale e politica), che affermi la sovranità alimentare (il diritto dei Popoli, delle nazioni e degli Stati a definire i propri sistemi alimentari) e sostenga i sistemi alimentari come beni pubblici che non possono essere lasciati a soluzioni basate sul mercato: ciò non solo richiede la piena partecipazione e sovranità dei popoli, ma pone al centro il benessere delle persone, dei popoli e del pianeta. Questo impone una severa regolamentazione del sistema alimentare aziendale e corporativo per affrontare la sua natura predatoria ed espansiva e riallinearlo con gli urgenti imperativi sociali, economici, culturali ed ecologici;
  • Per rispondere a questo bisogno urgente e far fronte all’influenza e alla “cattura” delle grandi imprese sui sistemi alimentari, dovrebbe essere stabilita una pista d’azione aggiuntiva, come parte del processo formale del Food Systems Summit, per concentrarsi sulla trasformazione dei sistemi alimentari aziendali, e il Meccanismo della Società Civile e dei Popoli Indigeni dovrebbe guidare i suoi lavori, in collaborazione con gli organismi pertinenti delle Nazioni Unite e i governi, includendo implicazioni trasversali nelle altre piste d’azione;
  • Resta inteso che il Meccanismo della società civile e dei popoli indigeni (CSM) continuerà a organizzare autonomamente il proprio processo indipendente per rispondere oltre i confini formali dell’FSS e genererà i propri risultati indipendenti sulle strategie e i percorsi per trasformare i sistemi alimentari aziendali.

Difendendo le istituzioni pubbliche democratiche e il multilateralismo inclusivo:

  • Il Segretario Generale dell’ONU dovrebbe impegnarsi pubblicamente a garantire che l’FSS e i suoi risultati rafforzino una governance dei sistemi alimentari basata sui diritti umani a tutti i livelli, che assegni chiare responsabilità e obblighi agli Stati come portatori di doveri, alle persone come titolari di diritti, incluse le popolazioni indigene, e un ruolo drasticamente ridotto al settore privato e aziendale, in conformità con la sua funzione di terza parte ai sensi della legge internazionale sui diritti umani.
  • In questo contesto, il Segretario Generale delle Nazioni Unite e gli Stati membri dovrebbero anche sottolineare l’importanza di un sistema multilaterale democratico, compreso il Comitato Mondiale per la Sicurezza Alimentare (CFS) e le Agenzie ONU basate a Roma per la governance del cibo. Il Food Systems Summit deve rafforzare, e in alcun modo minare, indebolire o sostituire il CFS o le sue componenti, in particolare l’indipendenza del Gruppo di Esperti di Alto Livello (HLPE) e l’autonomia della società civile e la partecipazione dei Popoli Indigeni in questa piattaforma globale intergovernativa e internazionale più importante per la sicurezza alimentare e la nutrizione.

Con rispetto, le chiediamo dunque di condividere questa lettera con il Segretario Generale delle Nazioni Unite, i Principali della FAO, dell’IFAD e del PAM, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, l’Inviato Speciale e il Segretariato del Food Systems Summit, e i membri dell’Ufficio e del Gruppo Consultivo del Comitato Mondiale per la Sicurezza Alimentare (CFS). Le chiediamo inoltre di rendere disponibile questa lettera sul sito web del CFS, nel contesto dello scambio di lettere tra il CFS e l’FSS, per informazione pubblica.

Con il nostro riconoscimento,

The Coordination Committee of the Civil Society and Indigenous Peoples’ Mechanism for relations with the CFS

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