Iniziativa Cittadini Europei sul commercio con le colonie illegali
ll Coordinamento Europeo per la Palestina ha lanciato una ICE – Iniziativa dei Cittadini Europei – che prevede la raccolta di firme, 1 milione in tutta Europa (in Italia ca. 55.000), affinchè la Commissione Europea apra la discussione sul blocco dell’import e dello scambio di beni e merci da e con le colonie illegali (israeliane e nel Sahara occidentale, attualmente, ed eventualmente per il futuro). Si potrà firmare online da febbraio.
Si tratta di una misura riguardante il commercio, non una sanzione. Questa Iniziativa dei Cittadini europei riguarda tanto la prevenzione di future aggressioni territoriali, quanto la regolamentazione del commercio dell’Unione europea con le colonie illegali già esistenti. Questo è il motivo per cui l’ICE invita la Commissione europea ad adottare regolamenti validi per qualsiasi scambio commerciale con le colonie illegali. Si noti che si tratta dell’esatto opposto di una sanzione, che è invece limitata nel tempo e applicabile solo su un determinato territorio. Invitiamo quindi a non affermare che l’ICE prevede sanzioni contro le colonie, dato che questo è incorretto e controproducente, poiché l’applicazione di sanzioni richiederebbe l’unanimità nel Consiglio europeo.
Il testo della petizione.
Cerchiamo di regolamentare le transazioni commerciali con entità che hanno la propria base od operano illegalmente in territori occupati, impedendo che prodotti provenienti da quei luoghi possano entrare nel mercato dell’Unione europea. La Commissione europea, in quanto Guardiana dei Trattati, deve assicurare la coerenza delle politiche dell’Unione e il rispetto dei diritti fondamentali e del diritto internazionale in tutte le aree coperte dalle leggi comunitarie, compresa la Politica commerciale comune. La Commissione deve proporre azioni legali basate sulla Politica commerciale comune che impediscano a enti operanti nell’Unione europea di importare prodotti che provengono da colonie illegali in territori occupati e di esportare verso tali territori, al fine di preservare l’integrità legale del mercato interno e di non dare aiuto o sostegno al mantenimento di situazioni illegali di questo genere.
Questo il link al testo della petizione in italiano come appare sul sito della Commissione Europea .
Questo il link al sito stop settlements dove si possono trovare i materiali informativi.
L’iniziativa, promossa dal Coordinamento Europeo per la Palestina (ECCP), è stata registrata come ICE dalla Commissione Europea. La raccolta firme comincerà a febbraio e avrà la durata di un anno.
In Italia hanno già aderito all’iniziativa alcune associazioni della Rete Italiana Pace e Disarmo (AssopacePalestina, Fiom-Cgil, Un Ponte Per, Pax Christi). Sono aperte le adesioni.