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Home News KYENGE: L’ITALIA È UN PAESE METICCIO, IGNORARLO SIGNIFICA IGNORARE IL FUTURO.

KYENGE: L’ITALIA È UN PAESE METICCIO, IGNORARLO SIGNIFICA IGNORARE IL FUTURO.

admin
14 Giugno 2013
News

Il Ministro Kyenge al seminario “Cittadini italiani e cittadini del mondo: cittadinanza nelle nuove famiglie immigrate”, promosso da FOCSIV in vista della 47ma Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, parla di integrazione e di valorizzazione della diversità e dell’altro.”A partire dal linguaggio, la violenza si combatte con la non violenza” ha affermato il Ministro.

“Creare una nuova convivenza e una nuova cittadinanza senza violenza è da sempre il mio obiettivo, lo era ancor prima di diventare ministro e resta sempre lo stesso – afferma il Ministro Kyenge – L’Italia è diventato un paese meticcio e il fenomeno migratorio è strutturale, oltre il 22% delle famiglie sono di origine straniera e ignorare questi dati significherebbe ignorare l’Italia di domani”

 

“Sogno che il Ministero dell’integrazione diventi Ministero dell’interazione – ha aggiunto il Ministro – in cui la diversità diventi ricchezza e la valorizzazione delle competenze e delle abilità diventino un’opportunità per l’Italia per uscire da una crisi che non è solo economica ma prima ancora culturale.”

Il Ministro, infine, ha ricordato il suo impegno per la semplificazione delle procedure necessarie ad ottenere il riconoscimento della cittadinanza, vero e proprio “calvario” per i figli di immigrati al compimento del diciottesimo anno, come hanno ricordato i giovani testimoni presenti al seminario.

Oggi il Governo Letta ha annunciato che emanerà una serie di norme volte alla semplificazione della procedura per l’acquisizione della cittadinanza. Si tratta di un significativo e apprezzabile snellimento della burocrazia, ma non rappresenta un cambiamento sostanziale della normativa. La società civile al fianco della comunità degli immigrati chiede una riforma sostanziale della normativa sul diritto di cittadinanza, che ne garantisca l’acquisizione a tutti i nati nel territorio dello Stato, qualunque sia la cittadinanza posseduta dai genitori, il cosiddetto “Ius Soli”.

Gianfranco CATTAI, presidente FOCSIV, che più volte ha sottolineato l’importanza di promuovere la piena integrazione delle seconde generazioni come fattore chiave per il cambiamento sociale del nostro paese, ha aggiunto “Siamo fortemente motivati a rafforzare le esperienze che vedono impegnate in Italia comunità di immigrati e persone dei nostri organismi per potenziare le relazioni culturali, economiche, politiche, sociali con i paesi d’origine degli immigrati e i nostri territori”. Un ruolo fondamentale, secondo CATTAI, per il cambiamento culturale può essere giocato dagli stessi giovani a cui “bisogna far vivere la cultura del dialogo e del reciproco arricchimento, per questo negli ultimi 10 anni i 65 organismi della FOCSIV si sono attivati per permettere a quasi 5000 giovani italiani di impegnarsi attraverso il servizio civile internazionale, stage e campi estivi”.

 

“Le seconde generazioni vanno viste come risorse attive da impiegare nelle Ong e in tutte le altre forme di associazionismo”, ha aggiunto Andrea Stocchiero, policy officer FOCSIV, denunciando l’attuale impossibilità per le seconde generazioni di prendere parte al servizio civile internazionale; questione che andrebbe portata sul tavolo inter-istituzionale del Ministero degli Affari Esteri.  “Bisogna dal loro un’opportunità per sentirsi più cittadini italiani e del mondo, perché è da loro che si estrae la linfa e l’innovazione per la cooperazione e le relazioni internazionali italiane, in una prospettiva cosmopolita”.

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