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Home I temi Migrazioni e Sviluppo Lettera della Commissaria europea Johansson sul nuovo Patto su Migrazioni e Asilo

Lettera della Commissaria europea Johansson sul nuovo Patto su Migrazioni e Asilo

Francesca - Ufficio Programmi
18 Dicembre 2020
Migrazioni e Sviluppo, news Migrazioni

di Andrea Stocchiero – Policy Officer FOCSIV

La Commissaria europea agli affari interni Johansson ha risposto con una lettera a una serie di critiche che le organizzazioni della società civile, insieme alla rete ECRE, le hanno inviato a commento della proposta del Nuovo Patto su Migrazioni e Asilo.

Secondo la Commissaria il Nuovo Patto rispetta i diritti fondamentali soprattutto dei gruppi più vulnerabili. Molto dipende dall’efficienza delle procedure alla frontiera per dividere chi ha diritto all’asilo e chi no, e che quindi deve essere rimpatriato nel paese di origine. Comunque, queste procedure non si applicano ai minori sotto i 12 anni. Una delle maggiori critiche è infatti rivolta al fatto che finora le procedure, come già dimostrato nelle isole Greche, ma anche negli hotspot italiani, chiudono i migranti in campi inumani in attesa lunga di qualche risposta.

La Commissaria sostiene la scelta che siano i singoli stati membri a porre in essere un sistema di monitoraggio e sorveglianza indipendente sulle procedure, con la guida dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali. Mentre diverse organizzazioni della società civile dubitano che tali meccanismi siano realmente indipendenti, e meglio sarebbe stato dare l’incarico a organismi della società civile.

Rimane inoltre la questione di come verranno rispettati i diritti umani in periodi di crisi con ampi flussi di migranti. Il Nuovo Patto prevede infatti delle deroghe, con l’utilizzo di centri di detenzione. La Commissaria sostiene che questo verrà fatto in un modo strettamente regolato e per un periodo limitato di tempo.

Riguardo le operazioni di ricerca e salvataggio in mare, la Commissaria ne sottolinea l’obbligo legale e umanitario, che richiede un forte coordinamento tra autorità e navi private, tra cui quelle delle organizzazioni della società civile che non devono essere  criminalizzate. E’ previsto inoltre un meccanismo per prevedere gli sbarchi con la solidarietà dei paesi membri, superando l’attuale improvvisazione. Non vi è però certezza su impegno concreto dell’Unione europea per il salvataggio di vite umane. Mentre continua il sostegno alla guardia costiera libica.

La Commissaria difende la scelta per un sistema flessibile di solidarietà tra i paesi membri, che prevede che un paese possa scegliere tra l’accogliere ricollocamenti, o sostenere le spese di rimpatrio o di appoggio ai paesi di frontiera. Questo sistema però continua a imporre i maggiori costi sui paesi di frontiera, che rischiano di diventare la cintura di confinamento dei migranti.

Riguardo l’esternalizzazione dei controlli, la Commissaria ribadisce le misure del Nuovo Patto per partenariati con paesi terzi al fine di favorire l’accoglienza dei migranti nei paesi vicini a quelli di origine, rafforzando la gestione delle frontiere, la lotta al traffico e le riammissioni.  Se vi sono violazioni dei diritti umani l’Unione le denuncerà con forza. Certo questo appare abbastanza ipocrita prevedendo l’aiuto a paesi che mostrano molte lacune nel rispetto dei diritti umani.

La Commissione sostiene l’importanza della misura dei reinsediamenti per  i rifugiati e anche dei corridoi umanitari promossi da attori della società civile. D’altra parte riconosce che dovrebbe essere fatto di più per stabilire canali regolari per motivi di lavoro, e spera nell’approvazione del nuovo regolamento sulla Carta Blu. Misura che comunque appare insufficiente, rimanendo ai singoli paesi membri la competenza esclusiva su queste misure.

Infine la Commissaria ribadisce l’interesse a continuare lo scambio di opinioni e critiche con la società civile. La risposta della Commissaria, sebbene non convinca ancora perché il Nuovo Patto appare schiacciato nel mettere in campo tutti gli strumenti per fermare e far ritornare i migranti nei loro paesi, senza aprire canali sicuri e regolari, è comunque un segno della possibilità di partecipare al dialogo e di sperare di poter cambiare un approccio politico che non risponde agli obiettivi dello sviluppo sostenibile.

Questo commento alla lettera della Commissaria Johansson è stato realizzato nel quadro del progetto Volti delle Migrazioni

Leggi qui la lettera della Commissaria Johansson

Tags: FoM_news
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