La proposta sulla strumentalizzazione dei migranti pregiudica il diritto all’asilo

FOCSIV, insieme a numerose organizzazioni non governative, ha sottoscritto la seguente lettera rivolta agli Stati membri dell’Unione Europea che li esorta a non appoggiare l’accordo sul regolamento della strumentalizzazione dei fenomeni migratori in quanto deteriorerebbe il Sistema europeo comune di asilo (CEAS).
Nel dicembre 2021 la Commissione Europea ha presentato una proposta di Regolamento che affronta le situazioni di strumentalizzazione in materia di migrazione e asilo per rispondere ai fenomeni sempre più diffusi e preoccupanti di Governi di paesi terzi che utilizzano i flussi migratori come strumento per destabilizzare l’Unione Europea ed i suoi Stati membri. La proposta permetterebbe agli Stati membri di derogare alle proprie responsabilità in materia di diritto d’asilo dell’UE in situazioni di “strumentalizzazione” della migrazione. Il meccanismo previsto dal regolamento sarebbe permanentemente e a disposizione degli Stati membri che possono invocarlo in molteplici situazioni, consentendo loro essenzialmente di derogare a loro piacimento ai propri obblighi. Le deroghe al CEAS sono sostanziali e incidono in modo significativo sui diritti delle persone in cerca di protezione.
Le ONG firmatarie si oppongono fermamente all’introduzione del regolamento sulle strumentalizzazioni delle migrazioni; e respingono le riforme che consentirebbero deroghe alla legge comunitaria per i seguenti motivi.
- Il regolamento è sproporzionato: la restrizione dei diritti fondamentali delle persone come effetto della proposta è così estesa da sollevare dubbi sulla necessità e proporzionalità delle misure. Contestiamo la tesi secondo la quale le misure di contrasto alle azioni dei governi di paesi terzi debbano peggiorare significativamente i diritti dei migranti, comportando l’abbassamento degli standard in materia di asilo e rendendo più difficile per le persone richiedere protezione internazionale in Europa;
- È controproducente: la possibilità di deroghe su base permanente pregiudicherebbe il sistema europeo di asilo ed in particolare la sua natura comunitaria. Le riforme creerebbero il rischio di un’applicazione arbitraria delle norme comuni, con la possibilità per gli Stati membri di osservare standard diversi, e selezionare le norme in materia di asilo da applicare o meno in totale autonomia. Gli Stati membri utilizzeranno la “strumentalizzazione” per giustificare la mancata applicazione delle regole;
- Non è necessario: l’attuale quadro giuridico offre già flessibilità agli Stati membri di far fronte a eventi mutevoli alle loro frontiere, anche consentendo alcune deroghe, strettamente circoscritte dai trattati e dalla giurisprudenza;
- È fuorviante: i paesi manipolano frequentemente le persone sfollate. È successo nel corso della storia e continua ad accadere, colpendo i singoli Stati membri, l’UE collettivamente e molti altri paesi in tutto il mondo. Non vi è alcuna ragione logica per cui la manipolazione delle persone debba richiedere un regime di asilo diverso. Le azioni dei governi di paesi terzi per destabilizzare l’UE dovrebbero essere contrastate attraverso misure politiche dirette a tali governi piuttosto che alle persone in cerca di protezione, esse stesse vittime di tali azioni;
- È ingiusto (per i richiedenti asilo e per alcuni Stati membri): la notevole divergenza che le deroghe introdurrebbero rispetto agli obblighi legali nel campo dell’asilo creerebbe un trattamento differenziato delle persone che cercano protezione in base al loro modo di arrivo e ne conseguirebbero maggiori responsabilità per gli Stati membri che rispettano la legge. Un sistema in cui alcuni Stati membri derogano frequentemente alle norme esistenti, rischia di avere un impatto sugli altri Stati membri che continuano ad osservare livelli di protezione più elevati, poiché il mancato rispetto degli standard dell’UE e della legge internazionale può costituire un fattore di spinta verso tali Paesi.
Inoltre, vi è il rischio che queste riforme pregiudichino il rispetto delle leggi dell’UE nel loro insieme ed è probabile che un quadro giuridico che consenta ai paesi di ridurre gli standard per il trattamento dei richiedenti asilo e dei rifugiati in caso di strumentalizzazione si riproduca in altre parti del mondo, minando così il sistema di protezione globale.
Gli Stati membri dovrebbero accordarsi su riforme che sostengano il funzionamento efficace dei sistemi di asilo e che proteggano i diritti, aumentandone il rispetto e contribuendo ad accrescere la fiducia tra gli Stati membri in questo ambito politico conflittuale. La proposta di regolamento della strumentalizzazione delle migrazioni smantellerebbe il Sistema europeo comune di asilo l’asilo in Europa, consentendo agli Stati membri di derogare alle proprie responsabilità ai sensi del diritto d’asilo dell’UE.
La traduzione in italiano della lettera
Le ONG esortano gli Stati membri: Un accordo sul regolamento sulla strumentalizzazione dei migranti sarebbe il colpo di grazia per il Sistema europeo comune di asilo
Settembre 2022
Nel dicembre 2021 la Commissione Europea ha presentato una proposta di Regolamento in caso di strumentalizzazione in materia di migrazione e asilo. La proposta introduce un meccanismo che consente agli Stati membri di derogare alle proprie responsabilità, ai sensi del diritto d’asilo dell’UE, in situazioni di “strumentalizzazione” della migrazione. Il meccanismo sarebbe permanentemente a disposizione degli Stati membri, che potrebbero appellarsi ad esso in molteplici situazioni, consentendo loro essenzialmente di derogare a loro piacimento agli obblighi in materia di asilo.
Siamo consapevoli dell’ampio sostegno tra gli Stati membri a favore della proposta di regolamento e del fatto che la presidenza ceca miri all’adozione di una posizione comune entro dicembre. Ciò lo renderebbe uno dei fascicoli legislativi in più rapida evoluzione in Consiglio in materia di asilo. La proposta consente agli Stati di introdurre deroghe alla proposta di Regolamento in materia di procedure di asilo del 2016, alla successiva proposta modificata del 2020, alla proposta di revisione della Direttiva recante norme relative all’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale (rRCD) del 2016, e alla proposta di revisione della Direttiva rimpatri (rRD) del 2018. Le deroghe sono sostanziali e considerevoli, ed incidono in modo significativo sui diritti delle persone in cerca di protezione.
Le ONG firmatarie si oppongono fermamente all’introduzione e all’uso del concetto di strumentalizzazione e alla sua codificazione nella legge dell’UE; in particolare, respingiamo le riforme che consentirebbero deroghe alla legge comunitaria per i seguenti motivi:
- È sproporzionata: la restrizione dei diritti fondamentali delle persone come effetto della proposta è così estesa da sollevare dubbi sulla necessità e proporzionalità delle misure. Contestiamo la tesi secondo la quale le misure di contrasto alle azioni dei governi di paesi terzi che utilizzano le persone per destabilizzare l’UE, inclusi coloro che cercano protezione internazionale, debbano peggiorare significativamente i diritti di tali persone, anche mediante l’abbassamento degli standard in materia di asilo e rendendo più difficile richiedere protezione internazionale in Europa;
- È controproducente: la possibilità di deroghe su base permanente pregiudicherebbe il sistema europeo di asilo ed in particolare la sua natura comunitaria. Secondo l’avvertimento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea in relazione all’uso improprio dell’articolo 78(3), le riforme creerebbero il rischio di un’applicazione arbitraria delle norme comuni, con la possibilità per gli Stati membri di osservare standard diversi, e selezionare le norme in materia di asilo da applicare o meno in totale autonomia. Il mancato rispetto degli standard dell’UE è già dilagante e gli Stati membri utilizzeranno la “strumentalizzazione” per giustificare la mancata applicazione delle regole;
- Non è necessario: l’attuale quadro giuridico offre già flessibilità agli Stati membri di far fronte a eventi mutevoli alle loro frontiere, anche consentendo alcune deroghe, strettamente circoscritte dai trattati e dalla giurisprudenza. In determinate circostanze gli Stati membri possono già specificare dove dovrebbero essere presentate le domande di asilo, prorogare il termine di registrazione per le domande di asilo e stabilire standard più bassi per le condizioni materiali di accoglienza;
- È fuorviante: i paesi manipolano frequentemente le persone sfollate. È successo nel corso della storia e continua ad accadere, colpendo i singoli Stati membri, l’UE collettivamente e molti altri paesi in tutto il mondo. Non vi è alcuna ragione logica per cui la manipolazione delle persone debba richiedere un regime di asilo diverso. Le azioni dei governi di paesi terzi per destabilizzare l’UE dovrebbero essere contrastate attraverso misure politiche dirette a tali governi piuttosto che alle persone in cerca di protezione, esse stesse vittime di tali azioni;
- È ingiusto (per i richiedenti asilo e per alcuni Stati membri): la notevole divergenza che le deroghe introdurrebbero rispetto agli obblighi legali nel campo dell’asilo creerebbe un trattamento differenziato delle persone che cercano protezione in base al loro modo di arrivo e ne conseguirebbero maggiori responsabilità per gli Stati membri che rispettano la legge. Un sistema in cui alcuni Stati membri derogano frequentemente alle norme esistenti – e quindi applicano standard inferiori – sostenendo di dover affrontare la strumentalizzazione, rischia di avere un impatto sugli Stati membri che continuano ad osservare livelli di protezione più elevati, poiché il mancato rispetto degli standard dell’UE e della legge internazionale può costituire un fattore di spinta verso tali Paesi.
Inoltre, vi è il rischio che queste riforme pregiudichino il rispetto delle leggi dell’UE nel loro insieme. L’introduzione di un modello basato sulla concessione di deroghe, in modo arbitrario ed in un ampio ventaglio di circostanze (la maggior parte delle situazioni ai confini dell’UE), può costituire un precedente, soprattutto quando il principio di legalità sta affrontando diverse sfide in tutta Europa. Non ci sono prove del fatto che consentire maggiori deroghe incoraggi una migliore attuazione o il rispetto della legge dell’UE in materia di asilo.
Infine, è probabile che un quadro giuridico che consenta ai paesi di ridurre gli standard per il trattamento dei richiedenti asilo e dei rifugiati in caso di strumentalizzazione (un evento molto comune) si riproduca in altre parti del mondo, minando così il sistema di protezione globale.
Gli Stati membri interessati a migliorare il sistema comune di asilo dovrebbero accordarsi su riforme che sostengano il funzionamento efficace dei sistemi di asilo e che proteggano i diritti, aumentandone rispetto e contribuendo ad accrescere la fiducia tra gli Stati membri in questo ambito politico conflittuale. Un accordo sulla proposta di regolamento sulla strumentalizzazione avrebbe l’effetto opposto e smantellerebbe di fatto l’asilo in Europa, consentendo agli Stati membri di applicare in maniera arbitraria le regole del sistema comune di asilo.
Firmatari Per la lista aggiornata e per la versione originale in lingua inglese della dichiarazione si rimanda al sito di ECRE.