Migranti, milizie e servizi segreti
Fonte immagine Migranti, picchiati dalla guardia costiera libica nel Mediterraneo e costretti a rientrare – La Stampa
Ufficio Policy Focsiv – E’ inquietante e pericolosa la disinformazione, la propaganda, l’intreccio di affari sporchi e crimini contro i migranti che lega milizie, servizi segreti, mafie … e istituzioni. Disinformazione che criminalizza chi vuole salvare vite umane, informare e denunciare la corresponsabilità della nostra politica, come Don Mattia Ferrari e Nello Scavo.
Pubblichiamo di seguito una dichiarazione di Don Mattia Ferrari e l’inchiesta di JL Project che ha smascherato la persona (nascosta sotto lo pseudonimo rgowans) che fa disinformazione in collegamento con le milizie della guardia costiera libica, i servizi segreti italiani e Frontex.
Di Don Mattia Ferrari: E così alla fine rgowans è stato scoperto.
L’avevamo promesso già due anni fa, quando questa storia degli attacchi della mafia libica sono cominciati, e l’abbiamo ripetuto a dicembre, quando la Procura aveva chiesto l’archiviazione del caso.
Oggi sappiamo chi è il gestore di quell’account inquietante: è un giornalista ed ex vice capo della Guardia costiera canadese, ex assistente di due europarlamentari. Ha lo stesso nome dell’attuale direttore del dipartimento data center di una società che detiene l’appalto per il controllo delle frontiere di Frontex.
Lo sappiamo grazie al lavoro straordinario fatto da Josi & Loni Project.
Che non ci saremmo fermati lo sa chiunque conosca Mediterranea Saving Humans: siamo una moltitudine mossa dall’amore viscerale e che come tale non può essere fermata. L’amore viscerale che ci lega a Refugeesinlibya non può essere fermato: né dalle mafie né dai potenti.
Oggi è stato scoperto un pezzo importante di verità, ma molto resta ancora da scoprire. Le autorità giudiziarie e le varie istituzioni, comprese quelle parlamentari, hanno il dovere di indagare fino in fondo.
Mediterranea Saving Humans ha scritto così: “Il signor Robert ha nome e cognome uguali a uno che lavora per Frontex e che è pagato per analizzare dati riservati. Chiediamo alla Procura di verificare se si tratti della stessa persona che svolge la propaganda per le milizie libiche che si fanno chiamare “guardia costiera” e sulle quali sta già indagando il Tribunale Penale Internazionale dell’Aja. Chiediamo alla Procura di accertare i legami tra il signor Robert e i servizi segreti italiani dell’Aise che operano in Libia e che hanno comprovati rapporti con trafficanti ricercati per crimini contro l’umanità”.
Quel che è certo ancora una volta è che l’onda di Mediterranea e dei movimenti popolari non si ferma, per un motivo molto semplice. Commentando il brano evangelico della moltiplicazione dei pani e dei pesci, un arcivescovo che al momento ha un incarico molto importante nella Chiesa, commentando la difficoltà dei discepoli nel capire come mai Gesù voglia sfamare la folla nonostante in apparenza sia impossibile farlo con cinque pani e due pani, ha detto: “Gesù ama: i discepoli devono impararlo”. Ecco, oggi mi permetto di dire: “Mediterranea ama: chi cerca di ostacolarla, siano mafie, apparati collusi, potenti che vogliono ostacolare il suo lavoro, devono impararlo”. Quando si capirà cosa vuol dire amare visceralmente allora si capirà anche perché Mediterranea non può essere fermata. Sempre grazie alle mie compagne e ai miei compagni che me lo testimoniano ogni giorno.
Ecco chi è Rgowans. Identità e sue connessioni con Frontex svelate dagli attivisti di JLProject
Rgowans ha fatto un errore ed è stato identificato: vendeva lampade vintage usando la stessa email con la quale scriveva a Frontex.
Inchiesta di JLProject
Al JLProject siamo quasi in 50 e da quando ci ha adottati Mediterranea Saving Humans diventiamo ogni giorno di più. Cinquanta persone comuni dedicano il proprio tempo libero alle indagini forensi pro bono per aiutare persone vittime di reati che vanno dai respingimenti collettivi illegali fino alle minacce online.
Dilettanti ci chiamano. E ci fa anche piacere, perché è una definizione che non respinge chi vuole unirsi a noi, e ci fa amaramente sorridere, perché non esiste un ciclo di studi ufficiale per chi si oppone al gigantesco sistema di catture e deportazioni illegali nei lager libici. L’autodidattica è l’unica formazione possibile: studiamo, impariamo, insegniamo.
In tanti si impara meglio e il sottogruppo “Hermione” di JLProject proprio questo fa: studia. Tra gli argomenti di studio che affronta c’è, da un po’ di tempo, l’account Twitter “Migrant Rescue Watch”: Rgowans.
Cos’è Rgowans
E’ un account Twitter che sistematicamente, dal 2017, distorce la realtà di ciò che accade in Libia e nel Mediterraneo propagandando la storia falsa di una guardia costiera libica buona che salva le persone e di ONG cattive in combutta con i trafficanti. Nega che nei lager del governo di Tripoli le guardie compiano torture, stupri e omicidi. Riceve materiale in diretta da tutte le milizie e guardie costiere libiche. Pubblica spesso foto e video che alterano la realtà, per esempio eliminando le immagini dei cosiddetti guardiacoste libici che sparano colpi di fucile sui gommoni e montando solo la parte in cui i passeggeri terrorizzati vengono recuperati dall’acqua. L’account pubblica anche materiale sensibile e riservato europeo, comprese foto aeree scattate dai droni di Frontex e documenti della Guardia Costiera Italiana. Per questo in Italia c’è stata un’interrogazione parlamentare che chiedeva anche di far luce sull’identità di Rgowans.
L’account Rgowans ha insultato pubblicamente don Mattia Ferrari e attacca sistematicamente tutti gli attivisti e i giornalisti che cercano di raccontare la verità sulla deriva dei diritti umani in Libia, primo tra tutti Nello Scavo. Poche settimane fa un giudice ha riconosciuto la rilevanza penale per i commenti rivolti a Don Mattia e ordinato nuove indagini.
Le forze dell’ordine italiane non hanno ancora rintracciato il proprietario dell’account.
Inizia l’indagine del JLProject
Il JLProject esprime solidarietà a don Mattia Ferrari e a Nello Scavo. Ma oltre alla solidarietà decide di fornire qualcosa di un po’ più pratico: cento occhi. Essendo in tanti, i volontari di JLP possono leggere tutti i sedicimilatrecentoottantacinque tweet pubblicati da Rgowans e ogni parola dei suoi innumerevoli blog.
Il collettivo si trova così di fronte testi in varie lingue (inglese, francese, italiano, tedesco…) e un nome, Rob Gowans, platealmente falso.
Inizialmente anche il JLProject, come molti giornalisti, crede che dietro Rgowans si nasconda un gruppo, composto da più persone di nazionalità diverse. Anonimi, cauti, irrintracciabili, al punto che neanche la polizia riesce ad individuarli. Ma da un’indagine più approfondita emerge un carattere comune, uno stile di fondo, sempre lo stesso, che porta il gruppo Hermione a ritenere che Rgowans sia una sola persona.
Ognuno ha una storia ed un passato. Cauti si diventa, non si nasce. Così il collettivo decide di studiare bene le prime cose pubblicate da Rgowans e riesce ad individuare due errori da lui compiuti, due tracce che si è lasciato dietro, probabilmente per inesperienza.
La prima traccia: l’email polacca
In uno dei primi blog su Blogspot, del 2017, Rgowans compie un grave errore: fa alcuni screenshot dal suo computer e dimentica di cancellare la barra superiore, quella dove compaiono i siti più visitati. Tra di essi compare sempre un gestore di posta elettronica polacco, @o2.pl.
“Cosa c’entra la Polonia?” si chiede il JLProject. Oltre alle 4 lingue individuate (inglese, francese, italiano, tedesco) ora compare anche una quinta: il polacco.
“Cosa c’è in Polonia?” si chiede il JLProject. E l’unica cosa che viene in mente, oltre i pierogi, è Frontex. Del resto sono tante le foto aeree scattate dai droni di Frontex pubblicate da Rgowans su Twitter. Ma, boh, magari è una coincidenza.
La seconda traccia: Protectio Servitium Integritas
Il secondo errore che fa Rgowans è mettere un motto nel suo vecchio blog del 2017: “Protectio Servitium Integritas” e, come se non bastasse, toglierlo nei blog più nuovi confermando l’importanza della traccia.
Protectio Servitium Integritas, oltre ad essere il motto di Rgowans, è anche il motto della Canada Border Services Agency.
“Il Canada? Un altro paese???”
Sì.
Il JLProject prende nota dei due errori. Prendetene nota anche voi, saranno interessanti in seguito.
La notte della svolta
Il JLProject opera spesso di notte, perché tutti i volontari di giorno lavorano o studiano. Da un mese il gruppo è impegnato nella lettura dei documenti di Frontex pubblicati dai giornalisti indipendenti di Frag Der Staat e del OCCPR (Organized Crime and Corruption Reporting Project). Solo quelle che interessano al progetto (le operazioni di Frontex nel Mediterraneo centrale) sono migliaia di pagine. Impossibile leggerle, per una persona sola. Ma cinquanta persone possono farlo! Così leggiamo, spesso di notte, e troviamo cose importanti, come il database dell’operazione Themis, che dimostra che almeno 588 respingimenti illegali dal mare ai lager libici sono stati gestiti dal governo italiano e da Frontex.
Ore 01:46. Siamo svegli. Ci arriva un messaggio da Geco, uno dei volontari di JLProject, gruppo Hermione. Geco fa il volontario di notte perché di giorno lavora, ma il suo soprannome non ha niente a che vedere con i superpigiamini. Anche se, a questo punto, viene in mente che potrebbe lavorare in pigiama, non lo sappiamo. Ma sto divagando. Geco scrive: “Forse l’ho trovato”. Andiamo a vedere. Ore 01:48. risposta di Sarita a Geco. “Cazzo. Sei un genio”. Tra i documenti di Frontex che stava leggendo, Geco ha trovato una email che l’11 ottobre 2017 Rgowans ha spedito a Frontex.
E’ una lunga email (16 pagine) con cui il gestore del blog “Migrant Rescue Watch”, cioè il blog di Rgowans fa una rassegna stampa sul caso Lifeline e altri. Nel documento compare ancora l’indirizzo email dal quale è stata spedita la segnalazione e un nuovo pseudonimo: Rbsorb.
Non crediamo ai nostri occhi: Frontex, che oscura tutto, ha dimenticato di oscurare l’indirizzo email di Rgowans!!!
Cento giornalisti e una procura cercavano Rgowans e la soluzione era lì, pubblicata su internet, alla portata di tutti. Potete anche smettere di leggere questa inchiesta: il mistero è risolto e lo stesso Rgowans ha rivelato chi è Rgowans. Questo perché…
Rgowans per scrivere a Frontex ha usato la stessa email che usava per vendere lampade vintage online.