Nessuna decisione su di noi senza di noi!
Dichiarazione congiunta della società civile afro-europea a tutti i capi di Stato e di governo e ai dignitari che partecipano al 6° vertice UE-UA
Dopo che L’UE e l’UA stanno costruendo un partenariato che ignora le reali richieste dei popoli africani – FOCSIV, riportiamo qui di seguito la traduzione in italiano della dichiarazione che è stata firmata anche da FOCSIV, insieme a CIDSE e Concord Europe.
Gli sforzi odierni dell’UA e dell’UE per creare un partenariato equo e paritario sono radicati nella passata cooperazione coloniale e postcoloniale. Sono sfidati da disuguaglianze strutturali e sistematiche tra le due parti. Il successo degli sforzi di oggi dipenderà dal riconoscimento del passato, dalla consapevolezza del presente e dall’impegno per una trasformazione reciprocamente vantaggiosa verso il futuro. La costruzione di un partenariato trasformativo richiederà un approccio da continente a continente, nonché un impegno significativo con gli attori chiave come la società civile in tutta la sua diversità, con voce prioritaria per le organizzazioni popolari incaricate di rappresentare i principali settori della popolazione.
È altamente deplorevole che nel quadro del loro partenariato, l’UE e l’UA non abbiano coivolto le organizzazioni della società civile fino all’ultimo momento, sottolineando la mancanza di inclusività e trasparenza di questo processo. Così facendo, avete escluso le voci di milioni di persone che saranno direttamente interessate dalle decisioni che prenderete. D’altra parte, probabilmente darete la priorità agli interessi di pochi rispetto al benessere della maggioranza e rischiate di lasciare milioni di persone ancora più indietro.
Noi, Organizzazioni della società civile (OSC) africane, europee e della diaspora, cogliamo questa opportunità per esprimere la nostra preoccupazione che un processo così imperfetto possa solo rafforzare gli attuali squilibri di potere e i privilegi. La partecipazione delle OSC è cruciale per assicurare che la cooperazione tra l’UA e l’UE promuova priorità comuni, che le iniziative di punta risuonino con le realtà locali e le possibili soluzioni esistenti, e che nessuno sia lasciato indietro. Così com’è, l’UE continua a ignorare le priorità dell’Unione africana come stabilito nell’Agenda 2063, scegliendo gli elementi che le fanno comodo. L’UE, nonostante il suo impegno a creare un partenariato incentrato sulle persone, non sembra mettere le persone al primo posto. Da parte sua, il processo decisionale dell’UA potrebbe beneficiare di un dialogo più inclusivo e trasparente con la società civile e le organizzazioni delle persone.
A seguito di un partenariato così squilibrato e dell’esclusione della società civile, il risultato tanto atteso del Vertice non ha un’enfasi sufficiente sulle questioni chiave e sistemiche per i paesi africani, come la disoccupazione diffusa e soprattutto dei giovani, le relazioni commerciali squilibrate, la cancellazione del debito, la sovranità alimentare, l’accaparramento di terre e risorse, le violazioni dei diritti umani – compresi i diritti economici, sociali, culturali, civili e politici – la crisi climatica, la perdita di biodiversità, e l’iniquità di vaccini e medicinali.
L’esclusione della società civile è sintomatica del passato e del presente, ma c’è ancora tempo per usare il vertice UE-UA come un momento di trasformazione verso il futuro.
LE RICHIESTE CHIAVE DELLA SOCIETÀ CIVILE
Il partenariato UA-UE dovrebbe essere basato su uguaglianza, inclusività, responsabilità reciproca, valori condivisi e prosperità. Un reset del partenariato è urgentemente necessario. A questo scopo:
1. L’UE e l’UA dovrebbero lavorare per trascendere il tradizionale quadro coloniale e post-coloniale, Nord-Sud, donatore-destinatario, all’interno del quale sono state finora stabilite le relazioni. Ciò deve comportare una revisione approfondita delle questioni sistemiche e strutturali che sono alla base dell’attuale rapporto squilibrato UA-UE – in aree quali le relazioni commerciali, il debito, i flussi finanziari illeciti – e che esacerbano piuttosto che migliorare l’equità della governance internazionale. Le regole che governano l’ordine mondiale devono essere stabilite in modo equo e democratico. Il rispetto e la promozione dei diritti umani universali devono essere al centro del partenariato strategico UE-UA. La revisione dovrebbe anche affrontare la ripresa post-COVID19 e le priorità comuni come la promozione di un accesso equo ai vaccini COVID19, il rafforzamento dello sviluppo umano, la promozione della parità di genere, la lotta alla crisi climatica e la riduzione della dipendenza dell’Africa dalle importazioni alimentari.
2. L’UE e l’UA dovrebbero stabilire chiari meccanismi di governance all’interno dei quali reimpostare il partenariato, includendo un ampio approccio multiattore, un processo decisionale congiunto attraverso processi trasparenti e partecipativi, informazioni tempestive, accessibili e disponibili, strutture di attuazione, monitoraggio e responsabilità. Questo dovrebbe includere un impegno significativo e a lungo termine con le OSC africane, europee e della diaspora. Le voci delle persone più colpite dalle decisioni devono essere al centro di un partenariato UA-UE efficace e trasformativo. Il partenariato dovrebbe rafforzare il ruolo delle politiche pubbliche e regolare efficacemente l’influenza e gli investimenti del settore aziendale. L’istituzione di tali meccanismi di governance dovrebbe iniziare con un accordo su un sistema inclusivo di monitoraggio e responsabilità riguardo ai risultati di questo summit.
3. Il partenariato UA-UE dovrebbe riconoscere e costruire sulla diversità, le conoscenze e le competenze dei continenti africano ed europeo. A tal fine, l’UA e l’UE, in dialogo con le organizzazioni della società civile, le comunità economiche regionali e le autorità locali, dovrebbero elaborare una chiara tabella di marcia per rispettare e realizzare l’agenda della localizzazione dello sviluppo sostenibile, assicurando un trasferimento di potere e risorse agli attori locali che sono direttamente coinvolti nel garantire il progresso politico, sociale ed economico di una nazione, nel rispetto dei confini del pianeta. In tutte le decisioni e le azioni, l’UE e l’UA devono riconoscere e promuovere i diritti umani, un approccio incentrato sulle persone e le economie sociali e solidali radicate nel territorio.
Qui la dichiarazione in inglese e francese con tutti i firmatati: Joint African-European civil society statement to all Heads of States and government dignitaries attending the 6th EU-AU Summit – CONCORD (concordeurope.org)