POLICY – Raccomandazioni Concord per il piano di realizzazione del quadro politico UE per la sicurezza alimentare
Concord ha presentato un documento (si veda allegato) che spinge il Consiglio UE a impegnarsi fortemente per la sicurezza alimentare.
Concord sostiene il quadro politico adottato dalla Commissione e presenta le seguenti raccomandazioni che qui si riassumono:
1) Il Piano deve fondarsi sull’approccio dei diritti umani e assicurare la coerenza delle politiche, sostenere i paesi nel definire norme e politiche adeguate (finora solo 22 paesi l’hanno fatto), le comunità locali nel monitorare le attività dei governi e nel sensibilizzare sul diritto all’alimentazione. L’UE deve rafforzare il suo impegno, finora insufficiente, sulla coerenza delle politiche, e si chiede che venga costituito un meccanismo formale per ricevere osservazioni e denuncie sugli effetti negativi delle politiche UE. Il meccanismo dovrebbe inoltre avviare indagini formali sui casi denunciati che portino a correggere le politiche.
2) Occorre sostenere i piccoli produttori, soprattutto le donne, rafforzando i loro diritti sulle risorse, gli approcci agro-ecologici e migliorando il loro accesso ai mercati locali e regionali. Oltre ad aumentare la loro produttività è importante aiutarli a catturare maggiore valore aggiunto nella catena del cibo, organizzandoli in modo collettivo. L’accesso ai mercati è determinante. Maggiori investimenti devono essere indirizzati a sostenere pratiche agro-ecologiche locali. Il Piano deve dare priorità a questi investimenti e all’organizzazione dei piccoli produttori per accrescere la loro capacità di accedere ai mercati.
3) Assicurare un approccio sensibile alla nutrizione (soprattutto con riferimento all’infanzia) negli interventi sulla sicurezza alimentare, accrescendo la resilienza delle comunità e focalizzandosi sulla Riduzione del Rischio di Disastri. Devono essere adottate misure e fissati indicatori sui risultati nutrizionali. Devono essere realizzati investimenti per favorire la resilienza delle comunità locali: stabilendo riserve alimentari nazionali e locali, sussidi sociali e strategie regionali, sistemi di allerta precoce, meccanismi di finanziamento più flessibili e migliori legami tra interventi umanitari e per lo sviluppo. L’UE deve aiutare i governi dei PVS ad adottare strategie di resilienza e di riduzione del rischio, e prevedere aiuti addizionali ai paesi più affetti da disastri ambientali.
4) Dare sostegno alla applicazione delle Linee guida volontarie per la governance responsabile sulla proprietà della terra, pesca e foreste, nel quadro della sicurezza alimentare nazionale. Devono essere dedicate risorse adeguate e incorporate le linee guida in qualsiasi programma di aiuto. Queste linee guida si applicano anche alle operazioni internazionali delle imprese che devono rispettare i diritti umani e i diritti alla proprietà e al possesso delle risorse naturali da parte delle comunità locali. L’UE deve sostenere la creazione di piattaforme nazionali multi-attoriali e finanziare i progetti da queste definiti.
5) Incorporare la questione di genere negli interventi per la sicurezza alimentare e sostenere attività a diretto beneficio delle donne rurali, sostenendo le loro organizzazioni, la loro formazione, l’accesso alla risorse, al micro-credito, ad una equa remunerazione, e la loro partecipazione. E’ indispensabile creare strumenti per raccogliere e analizzare dati disaggregati sulle questioni di genere, e misurare i benefici dei progetti, con bilanci di genere.
6) Analizzare e valutare in modo trasparente e con decisione il coinvolgimento del settore privato,assicurando la coerenza con le linee guida del Comitato per la Sicurezza Alimentare (CFS), e sostenendo investimenti in imprese private, cooperative e organizzazioni di produttori locali. Gli investimenti esteri non devono spiazzare i produttori locali, devono essere trasparenti, e devono rispettare i diritti umani. L’UE deve sostenere il lavoro del CFS nel definire linee guida sugli investimenti agricoli e nella loro trasposizione nei PVS. Inoltre l’UE deve appoggiare lo scambio di informazioni su modi alternativi (joint ventures, contratti di gestione della catena del valore,, …) di realizzare investimenti che siano a vantaggio dei poveri e non implichino acquisizioni di terra su grande scala.
7) Stabilire standard per il coordinamento dei donatori per la sicurezza alimentare. Il Piano deve essere un’opportunità per migliorare il coordinamento tra i donatori e accrescere l’efficacia. Sono quindi necessari chiari impegni, misurabili e definiti in tempi certi, da parte dei donatori, con condivisione di ruoli e responsabilità, garantendo il coinvolgimento della società civile. Le informazioni devono essere accessibili e trasparenti, indicatori di processo e di risultato devono essere stabiliti nel Piano, con una regolare revisione biennale.
Cidse chiede alla Focsiv e alle sue Ong di appoggiare queste raccomandazioni presso la rappresentanza italiana a Bruxelles e i comitati dove siedono rappresentanti del Governo italiano e vengono prese decisioni su politiche come quella agricola e della pesca.