Presentati oggi i risultati di tre ricerche Focsiv
Le migrazioni Andine in Italia. Contesti di partenza e legami transnazionali. “La famiglia, nuovo soggetto della migrazione. Servono presidi legislativi e una rete di servizi nuovi”.
Tre ricerche sulla regione andina pensate per offrire un quadro d’insieme sul fenomeno delle migrazioni internazionali. E’ il lavoro della FOCSIV presentato questo pomeriggio nel corso del seminario “Le migrazioni Andine in Italia. Contesti di partenza e legami transnazionali” organizzato nell’ambito della SPICeS la Scuola di Politica Internazionale Cooperazione e Sviluppo della FOCSIV, con il sostegno istituzionale del Gruppo assembleare capitolino aggiunto.
Un lavoro articolato per conoscere i contesti di partenza dei migranti da un punto di vista politico-istituzionale e sociale, al fine di comprendere i motivi della migrazione e di conoscere la condizione dei nuclei familiari coinvolti dalla migrazione internazionale, le leggi a tutela dei loro diritti e a loro protezione. Ma anche uno strumento per conoscere meglio i contesti di arrivo, offrendo elementi di approfondimento sociali e giuridici ai fini di un accompagnamento alla migrazione del singolo e della sua famiglia, con l’obiettivo di ridurre i costi e aumentare i benefici di tale scelta per il migrante, per la sua famiglia e per il suo paese, rendendo sempre più i migranti capaci di protagonismo.
“A differenza dei numerosi e autorevoli studi sociologici che mettono al centro il tema della famiglia in relazione alla migrazione analizzando le relazioni di coppia, i legami genitoriali, le trasformazioni che la migrazione comporta per ridefinire i ruoli e la vita della famiglia, sia quella partita sia quella rimasta nel Paese, queste tre ricerche fanno luce su un aspetto ad oggi quasi per nulla indagato: il rapporto tra la famiglia e le norme che ne definiscono gli obblighi ma anche i diritti, sia nei Paesi di provenienza che di destinazione” dice Sergio Marelli, Segretario Generale della FOCSIV.
“Una prospettiva particolare, generalmente poco utilizzata da chi si rivolge al mondo del sociale – spiega Barbara Ghiringhelli, sociologa esperta in migrazioni della FOCSIV e curatrice delle ricerche, da cui è emerso come per i Paesi Andini la migrazione sia uno dei principali tratti distintivi della vita nazionale tanto da richiedere interventi anche a livello di norme interne”.
“L’America latina, e più specificamente l’area dei paesi andini, si caratterizza per il suo passare nel XX secolo da terra di immigrazione a terra di emigrazione, per una migrazione sempre più al femminile, e per delle percentuali significative di famiglie con almeno un componente che vive in maniera permanente all’estero. Inoltre, sempre nell’area andina, si evidenzia più che in altre zone del mondo quanto la migrazione sia un evento generato da un insieme complesso di situazioni che la rendono una delle regioni, a livello globale, con le più acute disuguaglianze di reddito e di genere, determinando fenomeni di esclusione sociale e territoriale, episodi di violenza, migrazioni interne prima che internazionali, una smisurata urbanizzazione – aggiunge la sociologa – non quindi dalla povertà ma da un insieme di fattori che coinvolgono direttamente le relazioni sociali e familiari sulle quali le stesse famiglie, anche quelle transnazionali, se sostenute e tutelate possono agire come positivi agenti di cambiamento”.
Una migrazione, quindi, che sempre più coinvolge la famiglia, prima beneficiaria delle rimesse, ma anche potenziale prima vittima del costo umano della migrazione, in termini di lontananza degli affetti e di rottura dei legami.
Ecco perché parlare di migrazione andina in Europa e in particolare in Italia significa “concentrarsi sull’aspetto familiare della migrazione, sui ricongiungimenti, sulle famiglie transnazionali, sulla necessità e importanza della tutela dei migranti e delle loro famiglie – là e qua – mediante l’ausilio di presidi legislativi, giuridici e amministrativi, ed anche attraverso una rete di servizi e di strutture di ascolto, di assistenza e di promozione delle relazioni familiari, anche transnazionali” conclude Barbara Ghiringhelli.
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